MILANO CASTELLO – MILANO DUOMO. E’ ANCORA “MORTIROLO”

maggio 27, 2012
Categoria: News

È la salita più dura di tutte per gli scalatori. Stiamo parlando della crono di 30 Km spaccati che porrà i sigilli all’edizione numero 95 del Giro d’Italia. Per chi di loro vestirà la rosa questa sarà una giornata da trascorrere a denti stretti per difendere il vantaggio accumulato sulle montagne. Sempre che queste siano risultate pesantemente decisive e si lotti solo per un comunque prestigioso podio.

No, non abbiamo le traveggole e non siamo nemmeno in preda ad una sbornia acuta di salite dopo i due tapponi sorbiti nelle ultime ventiquattrore. Anche oggi ci sarà da superare il quotidiano “Mortirolo”, destinatari gli scalatori che, dopo due giornate nelle quali avranno potuto fregarsi ben bene le mani, dovranno ora fare i conti con la loro salita più dura, la cronometro di Milano. Non una tappa contro il tempo qualsiasi, si badi bene, ma una delle peggiori che si potesse servire alla categoria dei grimpeur, con quel percorso tutto piatto e tutto o quasi dritto, nel quale i passisti avranno la possibilità di lanciarsi a tutta e infliggere distacchi pesantissimi agli avversari meno quotati. Questi ultimi dovranno sperare di esser riusciti a scavare ampi margini di sicurezza nelle giornate precedenti, utili allo scalatore maglia rosa di turno – perché al 90% sarà uno di loro a vestirla – per affrontare questa tappa senza troppi patemi. I capovolgimenti di fronte sono rari nelle crono dell’ultimo dì, ma non si sa mai e, anche se il primo posto fosse oramai “congelato”, sicuramente ci si batterà fino all’ultima scintilla d’energia per un piazzamento nella top ten o per i gradini inferiori del podio. È proprio quel che avvenne dodici mesi fa nella tappa meneghina, che vide alle spalle di Contador la lotta tutta italiana tra Scarponi e Nibali, vinta dal secondo per l’inezia di 10”, insufficienti per superare il marchigiano che poi, in seguito alla squalifica di Contador, sarà ufficialmente proclamato vincitore del Giro 2011.
Quella tappa scattò dalla nuova fiera di Pero, mentre stavolta la rampa di lancio sarà collocata nel cuore della metropoli lombarda, in quella Piazza Castello sulla quale svetta la Torre del Filarete, innalzata nel 1905 da Luca Beltrami in sostituzione dell’originale quattrocentesca, opera dell’architetto fiorentino Antonio di Pietro Averlino (detto il “Filarete”) andata distrutta nel 1522 in seguito ad un’esplosione. Costeggiando il Castello Sforzesco, si andrà poi a sfiorare il Parco Sempione, polmone verde realizzato alla fine del XIX secolo sul luogo dove si trovava la vasta e sterrata piazza d’armi adiacente al castello. A circa 1000 metri dal via si affronterà la strada più insolita di Milano, un tornante in discesa (in realtà sono due gemelli, uno di fronte all’altro) che, uscendo dal sovrappassaggio della linea delle Nord, lancerà i corridori nel quartiere Magenta, realizzato nel ‘800 e tra i prediletti dall’alta borghesia milanese, situato quasi a ridosso della basilica di Santa Maria delle Grazie e dell’adiacente monastero, nel cui refettorio è conservato il celeberrimo “Cenacolo” di Leonardo Da Vinci.
Giunti in Piazza Conciliazione il percorso s’innesterà per poche centinaia di metri sul tracciato della crono dell’anno scorso, lasciandolo poco più avanti, dopo aver sfiorato le strutture del carcere di San Vittore, così chiamato perché situato sul terreno dove un tempo sorgeva il convento cappuccino di San Vittore agli Olmi. Lambito il Parco Don Giussani (nuova denominazione, dal 2006, del Parco Solari), inizieranno i tratti veloci di questa frazione che inizialmente condurranno i “girini” verso la vecchia Fiera Campionaria, area destinata a essere riqualificata dal progetto CityLife, i cui lavori sono iniziati nel 2007 e si concluderanno nel 2015, quando Milano accoglierà l’Expo. Costeggiandola sulla destra si transiterà a fianco del glorioso Vigorelli, passaggio particolarmente carico di significati sportivi e non solo, perché quest’anno ricorre il 70° anniversario del record dell’ora di Fausto Coppi, conquistato dal “campionissimo” sulla pista meneghina in un periodo particolarmente difficile per Milano e l’Italia intera. Era il periodo dei bombardamenti che, tra l’altro, pochi mesi dopo l’impresa di Coppi distrussero il velodromo, poi ricostruito e inaugurato nel 1946, a guerra conclusa.
A questo punto inizierà un tratto a doppio senso di marcia poiché i successivi 9 Km si snoderanno quasi costantemente sulle medesime strade, suddivise in due corse da una fila di birilli, consentendo a chi andrà a vedere il Giro in “presa diretta” in quelle zone di assistere a oltre 300 passaggi. È qui che gli scalatori si troveranno dinanzi quello che, per loro, sarà forse il momento più ostico, un rettifilo quasi perfetto di 2,8 Km (ovviamente, da affrontare due volte) che principierà in Via Scarampo costeggiando il QT8, quartiere progettato nel secondo dopoguerra in previsione dell’ottava Triennale di Milano, esposizione dedicata al tema dell’abitazione e svoltasi nel 1947. Da queste parti, pure lambito dal tracciato di gara, c’è anche il Monte Stella, modesta altura venutasi a formare in seguito all’accumulo delle macerie della guerra e che oggi consente, nelle giornate più limpide, di abbracciare con lo sguardo la catena alpina e anche l’Appennino Emiliano. Attraversando il Gallaratese, altro popolato e vasto quartiere milanese, il percorso raggiungerà il suo primo giro di boa, la rotatoria dove si farà una svolta a U per andare a ripercorrere la strada solcata pocanzi, nel quartiere di Musocco, antico comune aggregato a Milano nel 1923 dove si trova il più grande cimitero della metropoli lombarda, il Maggiore appunto. Proprio da queste parti, sullo stesso viale che ora staranno percorrendo uno per volta i “girini”, all’altezza della Trattoria Isolino alle 15.25 del 30 maggio 1909 si concluse l’ultima tappa del primo Giro della storia, vinta dal romano Dario Beni, colui che aveva “battezzato” la corsa rosa imponendosi anche nella frazione d’apertura a Bologna.
Tornati in area fiera, il percorso andrà poi a confluire su Corso Sempione, viale progettato in età napoleonica come tratto iniziale della “strada del Sempione”, voluta dallo stesso imperatore, e ispirato ai Champs-Elysées. Il risultato non è stato lo stesso, l’avenue parigina “asfalta” decisamente il corso milanese per prestigio e stile, anche se il Giro ha contribuito a rafforzarne la similitudine facendone oggetto del circuito dell’ultima tappa, proposto dal 1990 al 2002, inizialmente con traguardo in Piazzale del Cannone e poi sul corso stesso, all’altezza dell’incrocio della fiera. Un progetto dell’architetto portoghese Alvaro Siza, proposto per l’Expo del 2015, mira a pedonalizzare gran parte dell’arteria, trasformandola in un giardino.
Con la prospettiva dell’Arco della Pace sullo sfondo, altra opera eretta su sprone di Napoleone anche se sarà completata dopo la caduta dell’imperatore francese, si punterà nuovamente verso il Parco Sempione, per la precisione verso la porzione nella quale campeggia l’Arena Civica, il primo stadio di Milano, progettato da Luigi Cagnola, inaugurato il 18 agosto 1807 e utilizzato come tale fino alla partita Inter – Lione (7-0) della Coppa delle Fiere, disputata il 10 dicembre 1958. Di lì a breve, dopo aver imboccato un breve tratto di Via della Moscova (con i suoi 1,3 Km è la più lunga del centro storico di Milano), i corridori sfileranno sotto le finestre del Palazzo del Corriere della Sera, progettato all’inizio del secolo scorso dal Beltrami (lo stesso autore della “nuova” torre del Filarete) con cognizione di causa essendo stato non solo architetto ma anche giornalista e avendo amministrato proprio il “Corsera” dal maggio al novembre del 1896, con l’incarico di “direttore politico”. Negli anni ’60 lo stabile fu ampliato sul retro con l’ala che all’epoca ospitava le rotative e oggi è divenuta la sede della “Gazzetta dello Sport”, assorbita dal gruppo Rizzoli-Corriere della Sera (oggi RCS MediaGroup) nel 1976. Il destino ha così voluto riuniti sotto lo stesso tetto il quotidiano che per primo accarezzò l’idea di organizzare il Giro (il Corriere) e quello che, in seguito ad una soffiata, gli ruberà l’iniziativa nella calda estate del 1908, bruciandolo sui tempi mediante un annuncio ufficiale a sorpresa sulle pagine della “rosea”. Usciti da un tratto particolarmente spigoloso (piuttosto stretta, in particolare, la curva che immetterà sulla lastricata Via Solferino, la strada del Corriere), si tornerà a sfilare per ampi e filanti e viali a partire dai Bastioni di Porta Nuova, seguendo quello che era il periplo della cinta muraria, oggi in gran parte scomparsa. Giunti nella moderna Piazza della Repubblica, la più vasta di Milano, all’ombra della Torre Breda (117 metri), quinto grattacielo per altezza del capoluogo lombardo, inizierà il secondo dei tre tratti da percorrere due volte, poco meno di due chilometri per arrivare in Piazza Duca d’Aosta, compiere il giro di boa davanti alla Stazione Centrale (forse unico esemplare di edificio eretto in uno stile che è stato definito “assiro-fascista”, opera di Ulisse Stacchini) e far quindi ritorno al punto di partenza, dal quale si riprenderà a sfilare lungo l’asse stradale che orbita attorno al centro di Milano.
Giunti all’insolita Porta Venezia (abolito l’arco, fu ripensata in epoca neoclassica sotto la forma di due caselli daziari posti ai lati della strada), inizierà l’ultimo tratto “doppio”, con andata verso Porta Vittoria, svolta per imboccare l’altra carreggiata di Viale Banca Maria e poi ritorno ai “caselli” in capo a 2,5 Km. Da qui inizieranno gli ultimi 2 Km del Giro 2012, ricalcando grosso modo quello che fu il finale della crono vinta dallo scozzese David Millar dodici mesi fa. Seguendo in senso opposto il viale che ha accolto l’approdo del Giro tra il 2004 e il 2007 si giungerà in Piazza San Babila, sulla quale prospetta l’omonima chiesa, eretta tra il IV e il IX secolo sul luogo dove si trovava un precedente edificio chiamato “Concilio dei Santi” perché vi furono sepolti i primi cristiani di Milano e che aveva, a sua volta, occupato il posto di un tempio pagano dedicato al sole. Successivamente si giungerà all’informe slargo conosciuto come il “Verziere” perché un tempo ospitava il principale mercato ortofrutticolo della città, che era stato qui traslocato prima da Piazza Duomo e poi dall’adiacente Piazza Fontana, tragicamente famosa per l’attentato che vi fu perpetrato il 12 dicembre 1969. Fin qui scorrevole, il finale si farà spigoloso nei cinquecento metri conclusivi, frammentati da quattro brevi rettilinei lastricati collegati da curve ad angolo retto: la “via stretta” che conduce al paradiso di Piazza Duomo, luogo di gloria per il vincitore del 95° Giro d’Italia.

Mauro Facoltosi

FOTOGALLERY

Foto copertina: Corso Sempione (geolocation.ws)

Castello Sforzesco, Torre del Filarete (tripadvisor.com)

Castello Sforzesco, Torre del Filarete (tripadvisor.com)

Parco Sempione con il castello sullo sfondo (blog.best-bookings.com)

Parco Sempione con il castello sullo sfondo (blog.best-bookings.com)

Basilica di Santa Maria delle Grazie (milano.repubblica.it)

Basilica di Santa Maria delle Grazie (milano.repubblica.it)

Velodromo Vigorelli (panoramio)

Velodromo Vigorelli (panoramio)

Monte Stella (flickr)

Monte Stella (flickr)

Arco della Pace (www.aviewoncities.com)

Arco della Pace (www.aviewoncities.com)

Arena Civica (panoramio)

Arena Civica (panoramio)

Palazzo del Corriere della Sera (panoramio)

Palazzo del Corriere della Sera (panoramio)

Stazione Centrale (www.cronacamilano.it)

Stazione Centrale (www.cronacamilano.it)

I caselli di Porta Venezia (www.bed-breakfast-milano.net)

I caselli di Porta Venezia (www.bed-breakfast-milano.net)

Chiesa di San Babila (www.italy-tourism.info)

Chiesa di San Babila (www.italy-tourism.info)

Duomo (www.valentinamarulli.it)

Duomo (www.valentinamarulli.it)

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