IZAGIRRE, FURORE BASCO. CALMA PIATTA TRA I BIG

maggio 22, 2012
Categoria: News

Gli uomini di classifica si studiano alla vigilia dei tapponi di montagna dei prossimi giorni e l’uomo del giorno è il talentuoso 23enne dell’Euskaltel che stacca sullo strappo finale i 9 compagni di fuga e si impone in quel di Falzes davanti a De Marchi e Clement con Joaquim Rodriguez sempre in rosa

Foto copertina: Izagirre solo a Falzes (foto Bettini)

Dopo il secondo giorno di riposo il Giro approda a Falzes dove in tempi recenti sono state scritte pagine importanti della storia della corsa rosa dapprima nel 1997 con il successo di Rubiera e soprattutto Ivan Gotti che dopo aver conquistato il primato a Cervinia staccò definitivamente Tonkov ponendo le basi per la vittoai finale e successivamente nel 2004 con la cavalcata solitaria di Damiano Cunego che partì sul Furcia e si impose strappando la maglia rosa a Popovych per poi mantenerla fino a Milano: rispetto ad allora però l’altimetria è completamente diversa con nessuna vera asperità dalla partenza di Limone sul Garda fino a 4800 metri dal traguardo quando inizia uno strappo di 2,3 km con pendenze intorno al 9% prima degli ultimi 2,5 km pianeggianti. Un finale del genere era tagliato su misura per la maglia rosa Joaquim Rodriguez ma alla luce dei tremendi tapponi che attendono i corridori in cui l’apporto dei gregari sarà determinante il direttore tecnico della Katusha Valerio Piva ha scelto di non spremere la sua formazione che dopo 80 km di continui attacchi e velocità sostenutissima ha dato via libera a Jon Izagirre (Euskaltel), fratello minore di Gorka anch’egli professionista nella formazione basca ma non presente al Giro, De Marchi (Androni), Frank (Bmc), Maes (Omega-QuickStep), Herrada (Movistar), Clement (Rabobank), Brandle (NetApp), Boaro (Saxo Bank), al vincitore della tappa di Sestri Levante Bak (Lotto-Belisol) e a Mazzanti (Farnese), decano della corsa con i suoi 38 anni, che si sono giocati il successo: inizialmente ci ha provato l’Astana, più per un discorso di classifica a squadre che per tentare qualcosa nel finale con Kreuziger o Tiralongo, a tenere cucita la corsa ma ben presto anche gli uomini di Martinelli hanno desistito e nessun’altra squadra ha preso in mano l’iniziativa anche perchè tutti i fuggitivi erano distanziati da 32 minuti in su nella classifica generale.
Nel gruppo maglia rosa non è accaduto nulla neppure sullo strappo finale percorso ad andatura regolare mentre davanti si è scatenata la bagarre fin dalle prime rampe con Herrada, Izagirre e Frank, sulla carta il miglior scalatore tra i battistrada ma molto deludente nelle giornate precedenti, a provarci nell’ordine ma a fare la differenza è stato il 23enne basco, già vincitore in stagione in una cronometro alla Vuelta Asturias e fratello minore di Gorka anch’egli professionista nell’Euskaltel ma non presente in questo Giro, grazie a una seconda accelerazione che non ha lasciato scampo agli avversari, con De Marchi che a un certo punto ha dato l’impressione di potersi riportare sotto ma nel finale dell’ascesa ha venendo ripreso dagli immediati inseguitori.
Izagirre ha ulteriormente incrementato il vantaggio nel tratto pianeggiante conclusivo e ha tagliato in solitaria il traguardo con 16” su De Marchi, apparso stizzito per aver nuovamente sfiorato il successo dopo il terzo posto di Cervinia, e Clement, 19” su Frank e 21” su Herrada seguiti alla spicciolata da Boaro, Brandle, Maes, Bak e Mazzanti mentre il gruppo con tutti gli uomini di classifica ha chiuso con un distacco di 9 minuti preceduto di poco da Flecha (Sky) e Pirazzi (Csf). La classifica generale resta quindi immutata e vede Rodriguez al comando con 30” su Hesjedal, 1′22” su Basso, 1′26” su Tiralongo, 1′27” su Kreuziger e 1′36” su Scarponi ma con la 17a tappa, 186 km da Falzes a Cortina d’Ampezzo, il Giro entra nella sua fase decisiva: il Passo Valparola che si affronterà nella fase iniziale è pedalabile ma gli ultimi 70 km sono micidiali con il Passo Duran, 12,2 km all’8%, la più abbordabile Forcella Staulanza, 12,3 km al 6,9%, e il durissimo Giau, 9,9 km al 9,3%, che verranno scalati senza soluzione di continuità prima degli ultimi 18 km di discesa molto tecnica verso il traguardo; fin qui tra i big è regnato l’attendismo anche per via di percorsi che non consentivano di fare grandi differenze ma se qualcuno volesse finalmente scoprire le carte troverà nelle Dolomiti bellunesi il terreno giusto per farlo.

Marco Salonna

Commenta la notizia