BOOM, ESPLODE LA FUGA
Dopo i (pochi) fuochi d’artificio della tre giorni con il naso all’insù, la Vuelta torna a respirare un po’ di tranquillità, almeno in gruppo. Perché per vincere la tappa se ne vanno in tredici e ne rimane soltanto uno: Lars Boom. L’olandese della Rabobank sfrutta l’ultima salita di giornata (11km al traguardo) per sferrare l’attacco decisivo. E dietro arrivano con 25 minuti di ritardo.
Da una fuga all’altra. Se ieri eravamo tutti in piedi sul divano per festeggiare tappa e favori del pronostico verso Mendrisio per Damiano Cunego, oggi c’è da celebrare il successo di un faticatore del gruppo che ogni tanto ambisce anche a traguardi ambiziosi, ma spesso e volentieri finisce troppo presto fuori classifica. Parliamo di Lars Boom (Rabobank) che è andato a prendersi il successo di questa 15° tappa con arrivo a Cordoba. L’olandese ha avuto testa e gambe per attaccare nel momento giusto, cioè l’ultima salita, trovando un discreto margine di vantaggio su quel che restava dei 12 compagni di ventura dal mattino. Secondo successo stagionale dopo la classifica generale, in maggio, del Giro del Belgio.
Aldilà della fuga, della corsa di oggi c’è davvero poco da dire. Non era certo la tappa dove dovevano emergere differenze epocali fra gli uomini di classifica, ma almeno l’ultimo dentello a 11 chilometri dal traguardo poteva stuzzicare le fantasie di qualcuno ed invece soltanto un volitivo, ma solitario, Samuel Sanchez ci ha provato in discesa senza produrre alcun tipo di ribaltone o cose del genere. La tre giorni in montagna ha certamente fiaccato le riserve degli atleti e almeno fino ad Avila le cose dovrebbero rimanere tranquille.
La corsa. Nella prima ora di gara non succede niente: andatura turistica per cercare di prendere il ritmo giusto in vista del finale. Al 66° km (su 168) ecco il momento saliente di giornata. Se ne vanno in dodici: lo stesso Boom, Iglinsky (Astana), Velits e Roels (Milram), Meier (Garmin), Duque (Cofidis), Reynes (Columbia), Kolobnev (Saxo Bank), Alexander Efimkin (Ag2r), Martinez ed Herrero (Xacobeo-Galicia), Kaiser (Silence-Lotto). A loro, pochissimi chilometri più tardi, si unisce anche Ladagnous (FdJ) e i tredici al comando trovano un ottimo accordo. Sfruttando anche un gruppo che non ne vuole affatto sapere, anche giustamente, di andare a chiudere su di loro, la fuga prende quota e dopo dieci chilometri di avanscoperta il vantaggio è già intorno ai sei minuti. Non succede più nulla fino al 143° chilometro quando la fuga, oramai oltre i venti minuti di vantaggio nei confronti del gruppo, va ad affrontare per la seconda volta la salita di seconda categoria dell’Alto de San Jeronimo, la cui vetta è posta a soli 11 chilometri dal traguardo di Cordoba. I tredici davanti sanno benissimo che sarà quello il momento decisivo della loro giornata, l’occasione per sistemare anche un’intera stagione con un successo prestigioso. La scalata è divisa in due tronconi e, come nelle previsioni, il più forte dimostra essere proprio Boom che se ne va tutto solo alla ricerca di gloria. Qualcuno dei suoi ex compagni prova a resistergli, in particolar modo David Herrero ma non resiste. Gli altri, invece, sono tagliati fuori anche perché tutt’altro che scalatori provetti. Boom ha quindi via libera e arriva a Cordoba con 1’36” su Herrero e 1’44” su Roels, mentre la maggior parte degli attaccanti sono regolati da Duque a 2’04”. Il gruppo affronta la salita finale in maniera tranquilla e solo Samuel Sanchez prova a smuovere le acque, ma non trova fortuna e quindi si riallinea. Soltanto nell’ultimo chilometro vanno davanti le ruote veloci con Greipel che vince lo sprint di gruppo utile a fargli guadagnare due punti nella classifica a punti.
Con tutta questa calma, non cambia niente nemmeno in classifica generale con Valverde sempre in amarillo con 31” su Gesink, 1’10” su Samuel Sanchez e 1’28” su Ivan Basso.
Domani 16° tappa da Cordoba a Puertollano per 170km e faranno la differenza i primi cinquanta dove fra uno strappo e l’altro andrà via senz’altro la fuga. Se poi le squadre dei velocisti (Columbia?!?!) avranno voglia di tenerli a bagno, si può arrivare anche in volata.
Saverio Melegari