CANNONBALL, ULTIMI FUOCHI PRIMA DELLE SALITE
Il campione del mondo strapazza la concorrenza nella volata di Cervere, pur rimanendo chiuso e dovendo smettere di pedalare per un istante ad un centinaio di metri dal traguardo. Battuti senza difficoltà Kristoff, Renshaw e Modolo, migliore degli italiani. Da domani spazio agli uomini di classifica, con le salite del Col de Joux e di Cervinia nella prima frazione alpina.
Foto copertina: Mark Cavendish festeggia alludendo con le dita al terzo trionfo in questo Giro d’Italia (foto Bettini)
Collocata alla vigilia di un week-end alpino, e con appena un’altra opportunità per i velocisti stretta fra le montagne dell’ultima settimana, la tredicesima tappa non poteva che risolversi in una sfida tra sprinter, con Mark Cavendish a recitare – come sempre o quasi avviene da anni a questa parte – il ruolo dell’uomo da battere. Canovaccio a conti fatti pienamente rispettato, anche grazie alla non esagerata combattività che ha caratterizzato i chilometri iniziali, e malgrado il lavoro non irreprensibile di un Team Sky che, a dispetto dell’imponente dispiegamento di uomini, è riuscito a costringere Cannonball a disputare la volata partendo da dietro, rischiando di restare chiuso lungo le transenne nel momento decisivo.
GreenEDGE, Sky e FDJ non hanno avuto difficoltà nel mantenere sotto controllo la fuga della prima ora, che ha visto protagonisti il solito Martijn Keizer – olandese che nelle ultime due settimane ha passato più tempo in fuga che in gruppo – e Francesco Failli, spedito in avanscoperta dalla Farnese per non doversi far carico dell’inseguimento. Nemmeno il tentativo orchestrato da Berard, Felline e Vermote sullo strappo di Roreto, a 6 km dalla conclusione, ha turbato particolarmente le formazioni dei velocisti, che hanno impiegato meno di 1500 metri per riassorbirli e scatenare i treni.
Le maglie Sky e Saxo Bank si sono avvicendate in testa nelle battute conclusive, ma è stata la sgasata sotto la flame rouge della GreenEDGE a risultare vincente, mettendo Matthew Goss in condizione di lanciare la volata al comando. Cavendish, rimasto intruppato a causa dell’imperfetto lancio dei suoi, ha iniziato ben presto a risalire, ma, ai 100 dal traguardo, è rimasto chiuso lungo le transenne, trovandosi costretto a smettere di pedalare per un momento. La caccia di Cannonball al terzo successo di tappa ha rischiato di finire lì, ma un improvviso scarto di Goss verso il centro della sede stradale ha riaperto uno spiraglio in cui il campione del mondo si è prontamente fiondato, ritrovando in un amen il colpo di pedale necessario a sfilare con imbarazzante facilità quelli che in teoria dovrebbero essere avversari temibili.
Kristoff è stato il primo dei battuti, con Renshaw a completare il podio e Modolo a prendersi la soddisfazione di essere il migliore degli italiani con la quarta piazza. Favilli, ritrovatosi a fare la volata al posto di un Guardini ancora non pervenuto (e dire che la tappa, per chilometraggio e carenza di difficoltà altimetriche, pareva fatta da un sarto per il veneto), ha chiuso 5°, risucchiando in extremis un Goss che ha confermato le voci che lo davano in non perfette condizioni.
Ovviamente inalterata la classifica generale, attesa tuttavia ad un pesante make-up nel fine settimana. Nomi come quelli di Casar, Santaromita e Caruso spariranno con ogni probabilità dalle zone alte della classifica già domani, quando il Giro si arrampicherà sul Col de Joux prima e verso Cervinia poi, per il primo appuntamento alpino. A prendere il loro posto saranno verosimilmente i pretendenti al successo finale, che, almeno sull’ultima salita, dovrebbero finalmente essere costretti ad uscire dal confortevole traino dello Szmyd o Niemec di turno, per offrire i primi ragguagli sui rapporti di forza in corsa. Basso, Rodriguez e tutti gli altri giocano a spostare le luci dei riflettori sugli avversari, ribadendo fino alla nausea che non saranno loro ad accendere la miccia. Da spettatori, non possiamo fare a meno di augurarci che qualcuno di loro stia mentendo.
Matteo Novarini