LA ETAPA DEL DÍA: JAÉN – CÓRDOBA

settembre 14, 2009
Categoria: News

Sono finite le montagne (per ora), ma Valverde non potrà dormire sonni tranquilli. Quella che appare come una normale tappa di trasferimento, presenterà invece un finale da affrontare con attenzione, in virtù della doppia scalata al San Jeronimo, salita facile ma inserita in un contesto di stradine tortuose che in passato hanno sempre fatto selezione. C’è una discesa particolarmente sdrucciolevole, che sarà resa ancor più complicata dalla pioggia e che a qualcuno farà maledire l’incantenvole città di Córdoba.

“Córdoba. Lontana e sola” scriveva Federico García Lorca ma, per una volta, dobbiamo dire che le parole del grande poeta spagnolo non calzano proprio a pennello con le rotte che percorreranno i corridori. Oggi Córdoba non sarà né lontana, né sola, sia per il basso chilometraggio previsto, sia perché il traguardo nella celebre cittadina sarà accompagnato dalla doppia scalata all’Alto di San Jeronimo. È un’ascesa, questa, poco appettitosa sulla cartina ma che, invece, potrebbe riservare non pochi grattacapi ai corridori di vertice, perché inserita in un circuito di una trentina di chilometri abbastanza impegnativo, tracciato sulle prime pendici della Sierra Morena. La salita in sé non è particolarmente impegnativa, sono circa 6000 metri al 5,7% medio, ma in quei frangenti si seguirà un reticolo di tortuose stradine secondarie. Il recente passato insegna che non è un finale da prendere sottogamba, poiché quest’anello ha sempre provocato un po’ di selezione: nel 2003 vinse lo scozzese David Millar con 36” sullo spagnolo Martínez Trinidad, nel 2005 Bertagnolli regolò allo sprint un gruppetto di sette corridori (con l’australiano McGee che, secondo, balzava in testa alla classifica) mentre l’anno scorso – quando il San Jeronimo era considerato di 3a categoria (ma quest’anno c’è stato un innalzamento di “carrera”) – ci fu la classica eccezione che conferma la regola, con l’arrivo del gruppo compatto e il successo in volata di Tom Boonen.
Tornando al finale di questa frazione a renderlo impegnativo saranno altri due fattori “fissi”, ai quali andrà aggiunta anche la variabile del maltempo: il falsopiano sommitale e la discesa. Il primo non agevolerà certo chi dovrà inseguire perché, oltre ad essere lungo, non sarà nemmeno pianeggiante, ma conterrà un altro tratto in ascesa, tra l’altro piuttosto impegnativo (sono quasi 1,5 Km al 7%). La discesa, invece, sarà un’autentica picchiata, un tuffo su Córdoba su strade ripidissime (fino al 14%), un invito a nozze ad andar giù a tutta, cosa che si riuscirà a realizzare con facilità perché non s’incontreranno molte curve (ma la strada stavolta sarà sdrucciolevole, proprio per la pioggia). A quel punto il traguardo sarà praticamente a portata di pedale, concludendosi la planata in vista della “flamme rouge” dell’ultimo chilometro.
È, dunque, un finale da non sottovalutare assolutamente e non solo da chi punta alla classifica, ma anche da chi ha in mente qualche funambolismo per andare ad agguantare un prestigioso successo parziale, sull’ennesimo traguardo che non sarà alla portata degli sprinter. È vero che, come abbiamo segnalato sopra, dodici mesi fa si riuscì ad arrivare tutti assieme, ma finora i finali cordobensi proponevano una sola scalata al San Jeronimo, mentre stavolta dovranno essere ripetute due tornate del circuito: una sessantina di chilometri da affrontare con circospezione!

LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.

RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Sono passati 33 anni da quando, per la prima volta, la Vuelta decise di stendere uno striscione d’arrivo nel cuore di Jaén: era il 30 aprile del 1976 e il primo a tagliare la linea del traguardo fu l’olandese Theo Smit, che regolò allo sprint lo spagnolo Nistal e il belga Reybrouck. Ci fu volata anche nel 1981 (vinse lo spagnolo Juan Fernandez), mentre nel 1986 s’impose per distacco, con una manciata di secondi sul gruppo, il francese Alain Bondue. In seguito la Vuelta a Jaén è tornata in altre due occasioni, entrambe firmate da spagnoli: nel 1991 Jesus Cruz Martin Pérez giunse solitario al traguardo, con un vantaggio di oltre nove minuti; l’anno scorso spunto vincente di Valverde che allo sprint fulmina Rebellin e Ballan, affibbiandogli anche due secondi di distacco.
Córdoba è, invece, una meta molto amata dalla corsa spagnola, che l’ha visitata finora 17 volte. Solo nell’ultimo decennio vi ci sono stati sette arrivi, inaugurati dalla partenza assoluta dell’edizione 1998. La prima volta, invece, risale al 1959, quando lo spagnolo Antonio Karmany fece sua per distacco la seconda frazione (quella Vuelta era partita dalla capitale per concludersi a Bilbao). Dobbiamo poi ricordare i successi di Endrio Leoni nel 1994, di Nicola Minali nel 1996 e di Leonardo Bertagnolli nel 2005, mentre l’anno scorso si è imposto allo sprint il belga Boonen.

Córdoba, il ponte romano ed il centro storico, dominato dalla Mezquita (www.spainthenandnow.com)

Córdoba, il ponte romano ed il centro storico, dominato dalla Mezquita (www.spainthenandnow.com)

RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Conosciuta come la capitale del “Santo Reino” Jaén è l’antica Djayyan, centro noto nel periodo del dominio arabo come luogo di transito delle carovane, mentre un tempo – quando era l’Aurigins dei romani – erano celebri le sue miniere d’argento. La particolare posizione geografica della cittadina, disposta ad anfiteatro e protetta a sud dalla cerchia di montagne dove si trova la Sierra della Pandera, costituisce una sorta di fortificazione naturale, alla quale si affiancarono le strutture difensive erette prima da Asdrubale Barca e poi migliorate da tutti gli invasori che, proprio per la collocazione della cittadina, si trovarono a transitare da questo centro e lo occuparono. Dei monumenti cittadini il principale è la chiesa cinquecentesca di Sant’Andrea, ma merita di essere visitata con calma tutta la città vecchia.
“Jiennensi” celebri sono il medico arabo Hasdāy ibn Shaprūt, l’umorista Antonio “Tono” de Lara e i ciclisti Manuel Beltrán, Javier Moreno Bazán, José Luís Carrasco Gámiz e Manuel Ortega Ocaña.
Córdoba è una delle perle della nazione iberica, con un preziosissimo centro storico – uno dei più antichi d’Europa – finito tutto intero nella lista dei patrimoni dell’umanità. La terza città dell’Andalusia offre al turista di che lustrarsi gli occhi: cominciamo con la “Mezquita” (l’antica moschea trasformata in cattedrale cristiana) per passare al ponte romano gettato sul Guadalquivir e concludere il giro tra i vicoli del quartiere ebraico, il cui impianto è ancora medioevale.
“Cordobensi” celebri sono gli scrittori Seneca il Vecchio, Juan Valera e Ángel de Saavedra, i poeti Marco Anneo Lucano e Luis de Góngora y Argot, i filosofi Seneca il Giovane (figlio di Seneca il Vecchio, fu anche precettore del terribile imperatore Nerone), Averroè e Mosè Maimonide, il medico arabo Abulcasis, il pittore Bartolomé Bermejo, l’emiro Abd al-Rahman III, i califfi Al-Hakam II e Hisham II, il vescovo Osio di Córdoba, Santa Laura di Córdoba, i calciatori Miguel Reina Santos e José Villalonga Llorente (è stato allenatore del Real Madrid e, tra il 1962 e il 1966, della nazionale spagnola), il cestista Felipe Reyes Cabanas, il ballerino Joaquín Cortés, il gruppo musicale “Las Ketchup” e il celebre “Manolete” (Manuel Rodríguez Sánchez), uno dei più famosi toreri della storia. Nativo di questo centro è anche Fernando, il secondogenito di Cristoforo Colombo, che fu geografo e scrittore.

EL TIEMPO
Seconda giornata consecutiva di maltempo per la Vuelta, che si radunerà mentre su Jaén infurierà un temporale. La temperatura, che in partenza sarà di 18° C, subirà un innalzamento di sei gradi mentre ci si avvicinerà alla meta; nel pomeriggio smetterà di piovere, ma sarà soltanto una parentesi, poiché riprenderà proprio nelle ore nelle quali i corridori faranno l’ingresso nel circuito finale. La tappa si concluderà sotto precipitazioni intermittenti, che non impediranno al sole di fare capolino tra le nuvole, mentre la colonnina di mercurio s’innalzerà fino a 24°C. Per tutta la giornata, sia in partenza, sia in arrivo, i venti spireranno debolmente.

Mauro Facoltosi

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