IN CIOCIARIA SPIRA SEMPRE VENTOSO
Dopo aver trionfato nella passata stagione in quel di Fiuggi il velocista spagnolo si ripete a Frosinone battendo i giovani azzurri Felline, Nizzolo e Damiano Caruso in uno sprint condizionato dalla caduta di Pozzato, Goss e Cavendish nell’ultima insidiosa curva. Nel finale ci prova Rodriguez ma la classifica generale resta immutata con Hesjedal sempre in rosa.
Foto copertina: Ventoso primo a Frosinone (foto AFP)
Dopo tre giornate molto dure sia per i percorsi che per il grande caldo la nona tappa del Giro, 166 km da San Giorgio di Sannio a Frosinone, si presentava come una buona occasione per gli sprinter malgrado un finale comunque non facile da interpretare con diversi strappetti negli ultimi 15 km e una discesa, sia pure meno tecnica di quella che nel Giro 2005 vide Savoldelli e Rujano perdere 39” dagli altri uomini di classifica, che terminava quando ne mancavano poco più di 2 alla conclusione. Fortunatamente per i corridori l’annunciata pioggia non ha fatto la propria comparsa sul percorso e la gara, disputata comunque con forte vento e un clima molto più fresco rispetto alle giornate precedenti, ha avuto un andamento tranquillo con Cazaux (Euskaltel), Keizer (Vacansoleil) e Bulgac (Lotto-Belisol), tutti distanti oltre un’ora dalla maglia rosa Hesjedal (Garmin) nella generale, in fuga dal km 3; il gruppo con la Fdj di Demare a collaborare con la Sky di Cavendish e l’Orica-GreenEdge di Goss, finora vittoriosi rispettivamente a Horsens e Fano e a Herning e grandi favoriti di giornata, ha comunque tenuto a debita distanza i battistrada fino al ricongiungimento avvenuto a 20 km dal traguardo con Keizer ultimo ad arrendersi.
Il finale vallonato si prestava agli attacchi e prima Dennis Vanendert (Lotto-Belisol), fratello minore del più noto Jelle, e poi Rabottini (Farnese) già in evidenza a Rocca di Cambio ci hanno provato ma l’azione più significativa è stata quella di Joaquin Rodriguez (Katusha) che sull’ultima salitella posta a 5 km dal traguardo si è fatto lanciare dal compagno Vicioso e ha guadagnato una decina di secondi sul resto del gruppo ma il vincitore di ieri Pozzovivo (Csf) si è portato in prima persona al comando con a ruota tutti gli altri uomini di classifica andando a chiudere sullo spagnolo. Queste accelerazioni hanno fatto sì in ogni caso che Cavendish scivolasse nelle retrovie e all’ingresso dell’ultima curva molto tecnica posta a 450 metri dal traguardo fosse ancora intorno alla 15a posizione mentre Goss si trovava in terza con il compagno Impey a lanciargli lo sprint e Pozzato (Farnese) alla sua ruota; proprio il vicentino è franato addosso al vincitore della Sanremo 2011 causando anche la caduta di altri corridori tra cui Cavendish e ne ha approfittato Nizzolo (RadioShack) per prendere qualche metro di vantaggio ma non c’è stato nulla da fare per lui di fronte alla rimonta di Ventoso (Movistar) che ha preceduto sul traguardo Felline (Androni), lo stesso Nizzolo e Damiano Caruso (Liquigas), tre dei giovani più promettenti del nostro ciclismo, con Schorn (NetApp) 5° davanti a Kristoff (Katusha) e a un Hesjedal rimasto sempre vigile nelle primissime posizioni. Si conferma dunque il grande feeling di Ventoso con la Ciociaria dopo che nella passata edizione del Giro si impose a Fiuggi in un finale analogo mentre nel 2012 il 30enne spagnolo ha conquistato una tappa al Circuit de la Sarthe.
Grazie anche alla neutralizzazione dei tempi dovuta alla caduta la classifica generale resta invariata con Hesjedal che guida con 9” su Rodriguez, 15” su Tiralongo, 35” su Kreuziger e Intxausti e 40” su Basso ma il finale della 10a tappa, 186 km da Civitavecchia ad Assisi, sembra fatto su misura per Purito che potrebbe così conquistare il primato: gli ultimi 20 km ricalcano infatti in gran parte quelli della crono del 1995 partita da Foligno e vinta da Rominger ma il finale è molto più impegnativo rispetto ad allora con una doppia rampa con pendenze fino al 15% negli ultimi 3 km intervallate da una breve discesa e negli ultimi 500 metri ci sarà anche il pavè a rappresentare un ulteriore elemento di difficoltà .
Marco Salona