POZZOVIVO, UN PREMIO AL CORAGGIO

maggio 13, 2012
Categoria: News

Lo scalatore lucano è l’unico a provarci sulla salita di Colle Molella, staccando tutti ed imponendosi in solitaria sul traguardo di Lago Laceno. 2° posto per Benat Intxausti, lanciatosi tardivamente al suo inseguimento e giunto a 23’’. Regna invece l’immobilismo tra i big, giunti compatti a 27’’ dal vincitore, regolati da Joaquim Rodriguez. Sempre in rosa Ryder Hesjedal, pur in difficoltà nel tratto più duro dell’ascesa finale.

Foto copertina: Domenico Pozzovivo alza le braccia al termine della vittoriosa azione verso Lago Laceno (foto Bettini)

Si chiude con un assolo di Domenico Pozzovivo la tre-giorni appenninica che avrebbe dovuto fornire le prime indicazioni sullo stato di forma dei grandi del Giro, e che ha invece regalato dei vincitori più che degni, ma un sostanziale nulla di fatto per quel che concerne i favoriti. Quella del 29enne lucano, al primo successo in carriera alla Corsa Rosa, è un’altra storia che fa piacere raccontare, come quelle di Rubiano e Tiralongo nei giorni scorsi, ma la speranza – dopo il previsto nulla di fatto di ieri – era quella di vedere qualche movimento anche i tra i favoriti. Nessuno, invece, ha avuto il coraggio di spostarsi dalla scia del trenino Liquigas pilotato per larga parte della salita finale da Sylwester Szmyd, neppure quando Pozzovivo, a 7 km dal traguardo, ha offerto a tutti un ghiottissimo assist per fare la prima mossa.
Solamente Benat Intxausti, alfiere di una Movistar già attiva con Andrey Amador nella fuga della prima ora, in compagnia del polacco Marczynski, dello spagnolo Minguez e del francese Berard, ha provato a rispondere, quando ormai l’impressionante sparata iniziale del ragazzo di Policoro e la simultanea apatia del gruppo avevano fatto schizzare il margine del battistrada intorno al mezzo minuto. Il basco non è mai riuscito a portarsi a meno di 20’’ dal lanciatissimo Domenico, capace di resistere più che onorevolmente anche nei 4 km e mezzo di pianura successivi allo scollinamento, non esattamente terreno favorevole ai suoi 53 kg.
Con il vincitore che già aveva tagliato il traguardo da 27’’ (e Intxausti da 4), i big – o meglio alcuni di essi – si sono scomodati solamente per disputare la volata utile per gli 8’’ di abbuono riservati al 3° classificato, andato ad un Purito Rodriguez dal quale era lecito attendersi un po’ di intraprendenza in più. Un piazzamento che consente comunque all’iberico di portarsi in seconda piazza in generale, a 9’’ da un Ryder Hesjedal più in affanno del previsto, ma incredibilmente graziato dagli avversari. Tiralongo, forse provato dallo sforzo e dai festeggiamenti di ventiquattro ore fa, non ha neppure provato ad attentare al primato del canadese, accontentandosi di continuare a navigare a 15’’ dalla maglia rosa, mentre pare più giustificato l’atteggiamento attendista di Ivan Basso – uscito quasi indenne da una tre-giorni a lui non particolarmente congeniale -, e di Michele Scarponi, costretto a tenere il freno a mano tirato anche dall’affanno mostrato sulle rampe più dure da Damiano Cunego.
Il semplice fatto di essere stato l’unico ad avere gli attributi per rompere la processione che seguiva la locomotiva Szmyd fa di Pozzovivo un vincitore più che meritevole, nonché, avendo dato prova di una gamba non dissimile da quella che gli aveva consentito di dominare il Giro del Trentino, un concorrente alle zone alte della classifica che non tutti consideravano alla vigilia. Certo, il tutto a patto che il lucano riesca a mantenere ancora per un paio di settimane la condizione che lo sostiene dalla fine di aprile, che non incappi nei contrattempi che in passato ne hanno spesso minato le ambizioni, e che non ricada in quel rendimento discontinuo che gli è stato talvolta proprio in passato; tre grossi se, non c’è dubbio, ma il percorso strizza decisamente l’occhio a uomini dotati del coraggio di cui Domenico ha dato prova oggi, e con doti di scalatore purissimo come ormai è raro trovarne.
Dopo l’abbuffata di Appenini di questo week-end, il Giro sarà atteso domani da una frazione sulla carta più riposante, malgrado i saliscendi che caratterizzeranno i chilometri immediatamente precedenti il traguardo di Frosinone possano causare qualche grattacapo alle squadre dei velocisti. Ai big sarà richiesto soltanto di tenere gli occhi aperti, prima che, nel pomeriggio di martedì, le rampe verso il traguardo di Assisi provino a tirar loro fuori a forza quella spavalderia di cui finora non si è vista traccia.

Matteo Novarini

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