TIRALONGO, STAVOLTA E’ TUTTA TUA
Dopo l’omaggio ricevuto da Alberto Contador a Macugnaga nella passata edizione, Paolo Tiralongo conquista di forza la seconda vittoria di tappa in carriera al Giro d’Italia, precedendo Michele Scarponi in un tiratissimo sprint sul traguardo di Rocca di Cambio. Ottime risposte da parte di Frank Schleck, 3°, e Joaquim Rodriguez, 4°. La maglia rosa passa sulle spalle di Ryder Hesjedal, eccellente 5° all’arrivo. Lasciano alcuni secondi Basso, Kreuziger e Cunego.
Foto copertina: Paolo Tiralongo esulta sul traguardo di Rocca di Cambio (foto Roberto Bettini)
La gioia della prima vittoria al Giro (e in carriera), colta lo scorso anno a Macugnaga, era stata annacquata dalla consapevolezza che Alberto Contador avrebbe potuto passarlo di slancio con le ultime pedalate, rinunciando all’ennesimo successo in segno di ringraziamento per il prezioso lavoro di gregariato che Paolo Tiralongo aveva compiuto l’anno precedente in maglia Astana. Questa volta, invece, il siciliano ha fatto tutto da solo, imponendosi di forza al cospetto dei grandi della Corsa Rosa al termine di un’interminabile volata che lo ha visto imporsi su Michele Scarponi, il più brillante fra i pretendenti al successo finale nel primo vero test in salita. Sempre che, naturalmente, tra gli uomini di classifica non vada ora annoverato anche lo scalatore di Avola, scopertosi vincente ben oltre i trent’anni, dopo la più classiche delle vite da mediano, che quest’oggi si è lasciato ampiamente preferire al leader designato (e – è bene precisare – ad oggi comunque ancora indiscusso) Roman Kreuziger.
Come ampiamente prevedibile, l’ascesa di Rocca di Cambio non ha particolarmente ispirato gli uomini di classifica, che, dopo aver agevolmente controllato la fuga del mattino con protagonisti Beppu, Hollenstein, Selvaggi e l’MVP di giornata Rabottini (ultimo ad arrendersi, raggiunto soltanto a metà della salita finale), hanno concesso il proscenio a comprimari per larga parte della scalata, restando all’ombra degli scudieri fino all’ultimo chilometro. In mezzo ad un’infinità di tentativi con vita breve, tra i quali uno di Emanuele Sella che ha visto anche la replica di Damiano Cunego, l’azione di Stefano Pirazzi e José Herrada Lopez è stata l’unica a dare l’impressione di poter durare fino al traguardo, con lo spagnolo che ha visto i suoi sogni di gloria infrangersi soltanto all’ultimo chilometro, dopo che l’azzurro (di maglia oltre che di nazionalità ) aveva perso la sua scia rischiando di sbagliare strada a 1400 metri dalla linea bianca.
Soltanto lo strappo conclusivo ha visto finalmente muoversi anche i grossi calibri, con Niemec a produrre una violenta accelerazione con la quale ha spianato la strada alla progressione di Michele Scarponi. Il solo Tiralongo ha avuto le gambe e la prontezza necessarie ad accodarsi al marchigiano, mentre altri, più che una carenza di energie, hanno pagato soprattutto l’esitazione nel momento chiave. Alludiamo in particolare a Frank Schleck, che, mentre i due italiani in testa duellavano per la vittoria, con Scarponi a fare da apripista e Tiralongo a beffarlo negli ultimi 30 metri, fugava buona parte dei dubbi che circondavano le sue intenzioni in questo Giro d’Italia, guadagnandosi il gradino più basso del podio di giornata a 3’’ dal vincitore. Purito Rodriguez è stato l’unico a reggere la sfuriata del lussemburghese, mentre Ryder Hesjedal, che ventiquattro ore fa si era fermato a 17’’ dalla maglia rosa, ha concretizzato il suo inseguimento al primato con un brillantissimo 5° posto, staccato di 5’’. Ben più indietro Ivan Basso, di certo però non il più adatto tra i favoriti al finale odierno, Roman Kreuziger (vedi Basso) e soprattutto Damiano Cunego, che ha lasciato per strada una quindicina di secondi su un terreno sulla carta a lui congeniale.
La prestazione offerta quest’oggi da Hesjedal fa pensare che la sua leadership sia più salda di quanto non dicano i 15’’ che il canadese può ora gestire su Tiralongo e i 17’’ su Rodriguez, e che il finale della tappa di domani, che quattordici anni or sono risultò indigesto a Marco Pantani, possa non essere sufficiente perché le insegne del primato cambino proprietario per il terzo giorno consecutivo. Legittimo tuttavia attendersi qualche iniziativa in più da parte dei favoriti, che nella seconda parte del Colle Molella troveranno terreno sicuramente più fertile per attaccare rispetto ad oggi. Potrebbero essere proprio le strade campane a stabilire le prime gerarchie di un Giro che oggi pare aver trovato qualche pretendente in più.
Matteo Novarini