MALORI DI GIOIA AL GIRO
Il 24enne della Lampre vesta la prima maglia rosa in carriera al termine della 6a tappa, conclusa al secondo posto, staccato di poco più di 1’ dal trionfatore Rubiano Chavez. Terzo posto e piazza d’onore in classifica per il polacco Golas. Nessun movimento tra i favoriti, che hanno preferito studiarsi in vista dei due arrivi in salita del week-end.
Foto copertina: Adriano Malori celebra la conquista della prima maglia rosa in carriera (foto Bettini)
È Adriano Malori il primo corridore italiano a guadagnarsi la prima pagina al Giro, dopo cinque successi stranieri nelle prime cinque tappe, con annesse maglie rosa sulle spalle prima di un americano (Taylor Phinney) e poi di un lituano (Ramunas Navardauskas). Nel giorno in cui si attendevano i Pozzato, i Visconti e i Ballan, rimasti invece al riparo a centro gruppo, il 24enne emiliano non è riuscito ad interrompere il digiuno degli atleti di casa, ma il secondo posto colto sul traguardo di Porto Sant’Elpidio, al termine di una frazione resa ancor più estenuante del previsto dal primo gran caldo della corsa, gli è stato sufficiente per issarsi in vetta alla classifica generale, lasciata vacante già ben prima dell’arrivo dal tracollo del precedente titolare Navardauskas.
A negare al parmense il colpo doppio è stato Miguel Angel Rubiano Chavez, scricciolo colombiano della Androni di Gianni Savio, capace di lasciare indietro quel che restava dei compagni di fuga con cui era partito all’avventura dopo 23 km (Rollin, Bauer, Kuschynski, Smukulis, Lastras, Golas, Benedetti, Van Winden, Keukeleire, Belletti, Balloni e Roberts), e di resistere in solitaria al comando negli ultimi 35 km, pur non favorevolissimi – almeno nell’ultimo terzo – alle sue caratteristiche. Evaso dal gruppo probabilmente più con l’idea di conquistare la maglia azzurra di miglior scalatore che non con quella di puntare al successo parziale, il sudamericano si era dimostrato il più brillante in salita già sullo strappo di Montelupone, ma è stato lo scatto prodotto verso Montegranaro a risultare decisivo, lanciando una sorta di gara ad inseguimento tra il battistrada e il drappello Malori.
Mantenendo il vantaggio sempre ben al di sopra del minuto, mettendo in mostra anche un’insospettabile tenuta nel tratto pianeggiante finale, Rubiano ha messo con largo anticipo una pietra tombale su ogni discussione relativa alla vittoria di giornata, lasciando aperta solamente la questione maglia rosa. Con il gruppo svegliatosi solamente negli ultimi 15 km, la sfida si è ristretta allo stesso Rubiano, che ha però lasciato per strada una decisiva manciata di secondi nelle battute conclusive, e al duo Malori – Golas, giunto a giocarsi il primato nella volata per il secondo posto. L’uomo Lampre, al quale sarebbe bastato il gradino più basso del podio, ha fatto le cose in grande, strapazzando allo sprint il polacco, e mettendosi al riparo dal possibile ritorno del plotone, regolato da Impey su Pozzato e Sabatini.
La nuova generale vede così Malori precedere Golas di 15’’ e Hesjedal di 17’’, ma già domani la graduatoria potrebbe subire scossoni. Non impossibile ma tutt’altro che scontata, infatti, sarà la permanenza in rosa dell’emiliano sul primo arrivo in salita di Rocca di Cambio, che potrebbe ispirare alcuni degli uomini di classifica, oggi rimasti estremamente guardinghi, in attesa che altri compissero una prima mossa mai arrivata. Le rampe, ad eccezione di un passaggio al 10% all’ultimo chilometro, non saranno proibitive, ma qualcuno potrebbe cominciare quantomeno a chiedere indicazioni sullo stato di forma degli avversari ad un Giro ad oggi ancora indecifrabile.
Matteo Novarini