FANNO FESTA NAVARDAUSKAS E RODRIGUEZ
I grandi vincitori della cronosquadre di Verona sono il campione lituano contro il tempo, che in virtù del successo della sua Garmin strappa la maglia rosa a Phinney, e lo spagnolo che grazie a una strepitosa Katusha 2a a soli 5” dalla formazione di Vaughters guadagna terreno sugli altri uomini di classifica; distacchi comunque minimi con i soli Rujano, Gadret e Nieve che pagano pesantemente dazio rispetto ai rivali
Foto copertina: la Garmin in azione sulle strade della Valpolicella (foto Bettini)
Dopo la trasferta danese il Giro d’Italia è approdato a Verona, città che negli ultimi anni ha spesso ospitato il grande ciclismo con la conclusione della corsa rosa 2010 e il doppio appuntamento mondiale nel 1999 e del 2004, con una cronosquadre di 33,2 km su di un percorso velocissimo nel tratto iniziale e finale caratterizzati da un lungo rettilineo che costeggia l’Adige da percorrere nei due sensi, e più impegnativo in quello centrale con diverse curve e lo strappo di Castelrotto. Dopo le grandi performances individuali nella crono di Herning in cui Rasmussen e Navardauskas si erano piazzati rispettivamente 3° e 6° e altri tre atleti tra cui l’uomo di classifica Hesjedal avevano chiuso nei primi 20 la Garmin era considerata la squadra da battere e la formazione statunitense non ha deluso le aspettative, facendo segnare il miglior tempo ai rilevamenti posti dopo 9 e 22 km e conservando il primato al traguardo malgrado nel finale sia stata costretta a rallentare leggermente per attendere Navardauskas che faticava a tenere il ritmo dei compagni: del tutto inatteso invece il 2° posto della Katusha di Rodriguez, priva di grandi specialisti se si eccettua un Ignatiev convocato per il Giro all’ultimo momento, che con una prestazione in crescendo ha chiuso con un distacco di soli 5”, consentendo a Purito di limitare al minimo i danni da Hesjedal e di guadagnare diversi secondi sugli altri uomini di classifica.
In realtà i distacchi si sono rivelati molto inferiori al previsto e le formazioni che hanno occupato le posizioni dalla 3a alla 12a sono state racchiuse nello spazio di soli 12”: alle spalle della Katusha hanno concluso a pari merito con 22” di ritardo dalla Garmin l’Astana di Kreuziger e la Saxo Bank, autrice di un gran recupero negli ultimi km dopo essere transitata 8a al secondo intertempo e trascinata dal nostro Boaro che si conferma il migliore degli italiani nella classifica generale, seguite a 24” da una positiva Omega-QuickStep, a 25” dall’Orica-GreenEdge che era molto attesa ma dopo un buon avvio si è disunita nel tratto centrale e a 26” dalla Liquigas di Basso che invece dopo aver dato il meglio nel tratto più impegnativo ha pagato qualche secondo di troppo nel finale. 8a e 9a a 28” e 30” hanno chiuso la RadioShack di Frank Schleck e la Sky di Uran e Cavendish dalle quali ci si attendeva di più e 10a la Bmc di Phinney, che pur fortemente condizionato dai postumi della
caduta di Horsens avrebbe potuto conservare la maglia rosa se non fosse per un suo dritto a metà gara che ha costretto lui la sua squadra a lasciare sul piatto una quindicina di secondi di troppo; chiudono questo gruppone di squadre molto vicine tra loro la Movistar di Bruseghin e Visconti 11a a 32” e la Lampre 12a a 34” con Scarponi e Cunego che possono ritenersi più che soddisfatti di aver limitato al minimo i danni, grazie soprattutto alle trenate del campione italiano a cronometro Malori, in una giornata che li vedeva secondo i pronostici destinati ad accusare un ritardo molto maggiore. Sulla carta sarebbe stata una giornata dura anche per l’Ag2r di Gadret, l’Euskaltel di Nieve, l’Androni di Rujano e la Csf di Pozzovivo ed
effettivamente la formazione francese e quella basca hanno chiuso agli ultimi due posti con un distacco di 1′45” e 2′22” e anche quella di Gianni Savio ha perso 1′43” complice però una foratura nel finale dello scalatore venezuelano, mentre la formazione di Reverberi si è difesa in modo più che dignitoso perdendo 1′12” e chiudendo in scia alle molto più quotate Rabobank e Vacansoleil. La nuova classifica generale vede 4 atleti della Garmin ai primi 4 posti con Navardauskas, primo lituano della storia ad indossare la maglia rosa, che guida con 10” su Farrar e Hunter e 11” su Hesjedal mentre Phinney è scivolato al 5° posto a 13” seguito da Boaro a 19”; per quanto riguarda i big Rodriguez ha un distacco di 30”, Kreuziger di 40”, Basso di 47”, Cunego di 1′19”, Scarponi di 1′22”, Pozzovivo di 1′49”, Rujano di 2′33”, Gadret di 2′43” e Nieve di 3′23”. In attesa delle prime salite spazio ai velocisti nella quinta tappa, 199 km da Modena a Fano in gran parte completamente piatti lungo la via Emilia e con qualche saliscendi una volta approdati nel pesarese su cui potrebbero aver luogo delle scaramucce che però non impensieriranno gli sprinter nè tantomeno le loro squadre.
Marco Salonna