LA ETAPA DEL DÍA: BERJA – SIERRA NEVADA
Secondo appuntamento del trittico andaluso. Si salirà sino ai quasi 2400 metri della Sierra Nevada per una frazione che, complici le elevate pendenze della strada del Purche, dovrebbe far palpitare finalmente la corsa, cancellando il ricordo dello spettacolo mancato ieri sul Velefique. Bisognerà muoversi in quel tratto perché dopo la strada proporrà difficilmente l’occasione per movimentare la corsa ed anche per perpetuare la memoria di Alberto Fernández, al cui nome è tradizionalmente intitolata l’ascesa della Sierra, come in Italia lo Stelvio è da quasi 50 anni consacrato al ricordo di Fausto Coppi.
Show rimandato di ventiquattore. Il tappone del Velefique si è rivelato inconcludente, lasciando il compito di rivoluzionare la classifica alle frazioni delle due sierre. Oggi tocca alla Nevada, mitico traguardo della Vuelta, raggiunto al termine d’una frazione più impegnativa di quella che l’ha preceduta. Non ci sarà la quarantina di chilometri facile che, ieri mattina, aveva condotto i corridori ai piedi del Velefique, ma si comincerà a salire subito dopo il via: al Km 10 si supererà l’Alto di Berja, 30 chilometri più avanti si scollinerà ai 2000 metri del passo della Ragua, la meno elevata tra le sette ascese spagnole che abbattono questa fatidica quota. Superato questo GPM, il percorso non proporrà più nulla di rilevante (solo il facile Puerto de los Blancaras al Km 110) fino ai piedi della lunghissima ascesa finale. Anche questa riserverà le sue pendenze più rilevanti nel tratto iniziale, ma stavolta non lasceranno indenne il gruppo: la salita non sarà approcciata dal suo versante classico, che parte da Granada, ma dalla strada del Purche, che si arrampica per 6500 metri all’8,7%, proponendo una buona dozzina di picchi spezzagambe, fino al 16,6%. Concluso questo duro preambolo, valevole come GPM a parte (Alto de Monachil), un breve falsopiano introdurrà la seconda parte dell’ascesa, che si snoderà sulla strada “maestra”, nettamente più pedalabile: solo del 5,5% sarà, infatti, l’inclinazione media negli ultimi 17 Km, non impossibili (massimo del 10%) ma nel corso dei quali affiorerà la fatica, soprattutto se la selezione sul Purche l’avranno operata non solo le pendenze, ma anche la belligeranza tra i big della classifica. Un ruolo decisivo potrebbe giocarlo anche l’alta quota, arrivando fino a 2380 metri d’altezza dei parcheggi soprastanti la stazione di sport invernali della Sierra Nevada. Il primo a giungere lassù conquisterà in un sol colpo, se non addirittura la maglia amarillo, tappa, GPM di categoria “speciale” e Cima Alberto Fernández. Come al Giro con la Cima Coppi e al Tour con il Souvenir Desgrange, anche il punto più elevato del tracciato della Vuelta è consacrato a un campione del passato. Grande scalatore, Alberto Fernández Blanco ottenne nella sua breve carriera (1978 – 1984) 22 successi, tra i quali ricordiamo le tappe di Campitello Matese e di Colli San Fermo del Giro d’Italia del 1983, concluso al 3° posto assoluto, a 3’40” da Saronni. Nello stesso anno conquistò la frazione di Castellar de Nuch alla Vuelta, mentre dodici mesi più tardi perderà la più importante corsa di casa per l’inezia di 6 secondi, preceduto dal francese Caritoux. Non potrà “vendicare” questo scorno: pochi mesi più tardi un incidente stradale se lo porterà via a soli 29 anni.
LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.
RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Una debuttante e una vecchia conoscenza. Berja fa il suo ingresso nel novero delle località spagnole che hanno avuto l’onore d’accogliere la Vuelta proprio nel giorno dell’arrivo sulla Sierra Nevada, una delle ascese predilette della corsa spagnola. Undici volte è stata inserita nel tracciato, superata nel numero di passaggi solo dalle mitiche ascese asturiane dei Laghi di Covadonga (16 arrivi) e del Monte Naranco (12 arrivi). La storia ha inizio nel 1979, primo anno della gestione Unipublic, subentrata al quotidiano basco “El Correo Español-El Pueblo Vasco” che reggeva le sorti della Vuelta dal 1955. Il cambio di rotta è sensibile, perché gli organizzatori baschi erano soliti predisporre tracciati non troppo montagnosi, mentre l’avvento di Unipublic porterà con sé nuove idee, che lanceranno la corsa su inesplorati picchi divenuti celebri nel volgere di pochi anni: dopo la Sierra, saranno tenute a battesimo Covandonga nel 1983, il Naranco nel 1984, Cerler/Ampriu nel 1987, Pla de Beret nel 1992 (rimandata di un anno per l’annullamento per neve della tappa prevista dodici mesi prima), Andorra-Arcalis nel 1994, Xorret de Catì nel 1998, l’Angliru nel 1999, l’Aitana nel 2001 e, buona ultima, la Pandera nel 2002.
Il primo eroe della Sierra Nevada è stato lo spagnolo Félipe Yanez, che vinse la tappa del 1979 precedendo di 11” il capoclassifica Zoetemelk. Nel 1981 toccò all’italiano Giovanni Battaglin che, a capo di un’interminabile cronoscalata, conquisterà quella maglia amarillo che porterà fino a Madrid. Dopo di lui nessun altro italiano fino a Guido Trentin, primo nel 2002, riuscirà a imporsi su questo traguardo. Tra gli altri arrivi ricordiamo quello del 1995, con un Jalabert in formato “tritavuelta” (cinque successi parziali oltre alla classifica finale) che scattò nel finale, andò a riprendere l’esausto fuggitivo di giornata (il tedesco Bert Dietz) e, anziché superarlo e andare a conquistare l’ennesima affermazione, lo incitò a tener duro, permettendogli di conquistare un successo che, altrimenti, gli sarebbe sfuggito a poche centinaia di metri dalla linea d’arrivo, poiché gli immediati avversari del francese erano vicinissimi (terzo arriverà Olano, a soli 2”). L’ultima volta, parliamo di cinque anni fa, si disputò un’altra cronometro, dominata dallo spagnolo Santi Pérez.
RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Berja è un comune andaluso situato ai piedi della Sierra di Gádor, massiccio montuoso della Cordigliera Penibetica, all’estremità sudoccidentale della provincia di Almeria. Sconosciute le origini (gli studiosi sono indecisi tra fondazione iberica e fenicia) di quella che era con sicurezza la “Vergis” dei romani, le cui vestigia sono ancora visibili (resti dell’acquedotto, di un anfiteatro e di pavimenti mosaicati di fattura simile a quelli ritrovati a Pompei). Come tutti i centri spagnoli, subì il dominio moresco, con tutti gli annessi e connessi artistici, dei quali non rimane molto. Il periodo d’oro di Berja sarà il XIX secolo, grazie all’estrazione di piombo dalle viscere della Sierra di Gádor, attività che nel 1839 diede lavoro quasi 20000 minatori. Il principale monumento di questo centro è l’eremo della Virgen de Gádor, fondato nel 1588 da due eremiti, Domingo de San Juan e Juan de Santa María.
“Virgitani” (dal nome romano della città) celebri sono l’esploratore Fernando de Berrío y Oruña e l’ex politico José Barrionuevo Peña, che è stato Ministro dell’Interno dal 1982 al 1988, quando capo del governo era Felipe González.
La Sierra Nevada è un complesso montuoso esteso tra le provincie di Almería e di Granada, un territorio in gran parte protetto da un parco nazionale e dichiarato dal 1996 “riserva della biosfera” dell’UNESCO. Il punto più elevato della catena, il Monte Mulhacén (3482 metri), anch’esso richiama al periodo della dominazione moresca: il nome ricorda l’emiro Abû al-Hasan `Alî ben Sa`d, re di Granada, che per comodità era normalmente chiamato Muley Hacén (ma anche “El Viejo”, ossia il vecchio) e che sarebbe stato sepolto proprio in questo luogo “da lupi”. La fama odierna della Sierra è dovuta prevalentemente alla presenza dell’omonima stazione di sport invernali, creata negli anni ’60 col nome ormai obsoleto di Solynieve (sole e neve), allusione alla vicinanza del mare ed anche alla quota, la più elevata tra le stazioni sciistica spagnole. Amministrativamente ricade sotto il territorio del comune di Monachil.
EL TIEMPO
Un’altra giornata calda attende i partecipanti alla Vuelta 2009, nonostante le quote che si raggiungeranno quest’oggi. La partenza da Berja sarà data sotto il solleone, con temperature che rasenteranno i 28°C e venti moderati, decisemente meno intensi rispetto a quelli che soffiavano ieri mattina ad Almería. La calura sarà, però, resa più sopportabile dai bassi livelli d’umidità (38%). Notevole l’escursione termica, ben 15°C, che si verificherà tra partenza e arrivo: non si può dire, però, che farà freddo sulla Sierra Nevada, con 13°C previsti ai 2380 metri del piazzale dove si concluderà la tredicesima frazione. Nelle ore dell’arrivo lo zero termico sarà localizzato oltre mille metri più in alto, mentre le folate saranno leggermente più sensibili rispetto alla partenza. Previsti rannuvolamenti lungo l’ascesa finale ma non pioggia, che invece dovrebbe essere gran protagonista della tappa della Pandera.
Mauro Facoltosi