CAV, BUONA LA PRIMA
A differenza che nelle due passate stagioni in cui fu infilzato da Petacchi il campione del mondo fa sua la prima volata di questo Giro d’Italia, condizionata dalla caduta ai 500 metri dall’arrivo di Bos che ha coinvolto anche Kristoff e il nostro Guardini, davanti a Goss e al 22enne francese Soupe. Phinney conserva la maglia rosa malgrado una foratura nel finale, giornata tranquilla per gli uomini di classifica
Foto copertina: Cavendish coglie il successo sul traguardo di Herning (foto AFP)
Dopo la breve crono inaugurale è stata ancora la cittadina di Herning a ospitare partenza e arrivo della seconda tappa del Giro, 206 km completamente pianeggianti, basti pensare che gli organizzatori sono stati costretti a collocare un gran premio della montagna a quota 47 metri in località Osterbjerg per assegnare la prima maglia azzurra che da questa edizione caratterizza il leader della classifica degli scalatori, ma molto temuti dai corridori per il vento annunciato lungo il percorso, in particolare nel tratto di 60 km che costeggiava il mare del Nord: in realtà però questo non è stato un fattore e l’elemento di maggiore difficoltà dal punto di vista meteorologico è stato il freddo con temperature ancora al di sotto dei 10°C.
La corsa ha dunque avuto un andamento molto soporifero con Rubiano (Androni), Balloni (Farnese) e Kaisen (Lotto-Belisol) che sono evasi dal gruppo immediatamente dopo l’abbassamento della bandierina del via ufficiale e il plotone che pur avendo concesso fino a 14′ ai battistrada ha agevolmente controllato la situazione con in prima fila la Sky di Cavendish, uomo faro per le volate di un Giro che se non presenta grandissimi nomi stranieri a livello di uomini di classifica è invece ricco di sprinter di alto livello da Hushovd (Bmc) a Farrar (Garmin), da Bos e Renshaw (Rabobank) a Goss (GreenEdge) passando per i fratelli Haedo (Saxo Bank), l’emergente Demare (Fdj) e i nostri Chicchi (Omega-QuickStep), coinvolto peraltro in una caduta senza conseguenze a metà percorso, Bennati (Leopard), Belletti (Ag2r), Modolo (Csf) e Guardini (Farnese), all’esordio della corsa rosa. A 40 km dal traguardo il gruppo, nelle prime posizioni del quale si sono visti spesso gli uomini della Liquigas e dell’Astana a protezione dei rispettivi capitani Basso e Kreuziger, ha ripreso i tre uomini di testa con Balloni che ha fatto in tempo a passare per primo a Osterbjerg e conquistare la maglia azzurra e anche il successivo tentativo di Bak (Lotto-Belisol) si è rivelato velleitario; a movimentare la situazione solo una foratura a 8 km dall’arrivo della maglia rosa Phinney (Bmc) che è comunque prontamente rientrato grazie alla scia delle ammiraglie e all’aiuto dei gregari.
E’ stato Hushovd a lanciare la volata in testa con alla ruota Farrar ma nè l’ex campione del mondo nè lo statunitense, compagni di squadra nella passata stagione alla Garmin, hanno avuto la forza di rilanciare a differenza di Cavendish che si trovava leggermente nelle retrovie ma è uscito di prepotenza e non ha avuto problemi a regolare Goss, all’ennesimo secondo posto dopo i quattro collezionati al Giro di Turchia, e il 24enne francese Soupe (Fdj), al punto più alto di una carriera che l’aveva visto tra gli under 23 medaglia d’argento europea ad Ankara nel 2010: 4° è giunto Farrar davanti a Ferrari, Renshaw, Hushovd e Bennati mentre non ha potuto disputare lo sprint Guardini, rimasto coinvolto insieme al campione norvegese Kristoff (Katusha) in una caduta innescata da Bos, anche se va detto che questi atleti sembravamo comunque già tagliati fuori dalla lotta per la vittoria. Per Cavendish si tratta del quinto successo stagionale e dell’ottavo in carriera al Giro d’Italia ed è la prima volta dal 2009 che il britannico riesce ad aggiudicarsi la prima volata mentre nelle due passate stagioni era stato battuto da Petacchi, grande assente in questo 2012 in cui punterà tutto sul Tour de France.
La classifica generale resta immutata con Phinney in rosa con 9” su Thomas, 13” su Rasmussen, 15” su Boaro e 22” su Larsson e Navardauskas e difficilmente le cose potranno cambiare al termine della terza e ultima tappa danese, 190 km con partenza e arrivo a Horsens che strizzano ancora l’occhio agli sprinter prima del giorno di riposo e del rientro in Italia.
Marco Salonna