UNA CRONO ROSA PHINN(K)EY
Il campioncino americano conquista la prima maglia rosa del Giro 2012, imponendosi nel prologo di Herning con 9’’ di vantaggio su Geraint Thomas, 13’’ su Alex Rasmussen e 15’’ su Manuele Boaro, quarto e migliore degli italiani. Tra gli uomini di classifica, buone le prove di Kreuziger, Basso e Rodriguez, mentre pagano subito dazio Frank Schleck e i due leader Lampre, Cunego e Scarponi.
Foto copertina: Taylor Phinney sfoggia la maglia rosa appena conquistata (foto Bettini)
Viene dall’America e parla un eccellente italiano con accento veneto la prima maglia rosa del Giro d’Italia. Il singolare identikit è quello di Taylor Phinney, 22enne del Colorado capace di divorare la seconda metà del cronoprologo di Herning (ufficialmente 1a tappa, visto il chilometraggio di poco inferiore ai 9 km), colmando il secondo che al primo ed unico intermedio lo separava da Geraint Thomas prima di rifilargliene altri nove in circa 4 km. Il fresco vincitore del prologo del Giro di Romandia è stato così costretto ad accontentarsi della piazza d’onore, mentre Alex Rasmussen ha ripagava il sostegno del pubblico di casa con un ottimo 3° posto, staccato di 13’’. Appena fuori dal podio il migliore degli italiani, Manuele Boaro, che per poco meno di due minuti ha cullato il sogno rosa, vedendo il proprio nome davanti a tutti, prima che ad infrangerlo provvedesse il futuro secondo classificato.
Una classifica, quella partorita dalle strade di Herning, non certo sorprendente, benché, se è vero che il nome di Phinney spuntava più o meno in ogni pronostico della vigilia, non fosse facile immaginare un’affermazione tanto netta, frutto di una superiorità che nella seconda parte del tracciato si è fatta anche visivamente palese. Assai meno prevedibili invece i primi verdetti emessi per quanto riguarda gli uomini di classifica, per quanto qualsiasi indicazione in tal senso vada per il momento presa con le molle, e abbia in ogni caso un peso ai limiti dell’irrilevante al cospetto dei quasi 3500 km restanti.
A partire con il piede giusto è stato soprattutto Ivan Basso, capace di contenere il distacco al di sotto dei 40’’ dal vincitore; cosa che di per sé può dire poco, ma che assume contorni diversi se si pensa che il 10° classificato (il portoghese Oliveira) ha reso a Phinney 27’’. Il varesino, che abbina ad un non esagerato feeling con le lunghe cronometro un rapporto ancora peggiore con quelle brevi, ha chiuso ad appena 3’’ da Roman Kreuziger, il più cronoman tra gli uomini faro del Giro, e ha soprattutto rifilato tra i venti e i trenta secondi a Frank Schleck e ai due capitani della Lampre – ISD, Cunego e Scarponi, ben al di sotto delle attese. Nulla di decisivo, naturalmente, ma, se si considera che la Liquigas di Basso dovrebbe essere più attrezzata per la cronosquadre di Verona, è realistico immaginare che il trionfatore delle edizioni 2006 e 2010 possa presentarsi alle prime montagne con un tesoretto non trascurabile sul campione uscente.
Al di sopra delle aspettative anche Joaquim Rodriguez, appena 4’’ peggio di Basso, e Pozzovivo, il meno specialista di tutti, rimasto al di sotto del minuto. Il già menzionato Kreuziger è stato come da pronostico il migliore dei big, anche se forse non nelle proporzioni che si potevano preventivare, mentre John Gadret e José Rujano sono andati incontro all’inevitabile salasso, finendo alle spalle di Scarponi.
A Phinney sarebbero bastati pochi centesimi sugli avversari per vestirsi di rosa per la prima volta in carriera, ma il vantaggio relativamente ampio costruito nel prologo lo dovrebbe mettere al riparo, nella tappa di domani, dall’insidia degli abbuoni. Ipotizzare un cambio di maglia e, in generale, una prima scossa alla classifica non è comunque fantaciclismo: circa 60 dei 206 chilometri in programma saranno infatti da percorrere in riva al mare, esponendo il gruppo alla minaccia di un vento oggi piuttosto fastidioso per i primi a partire. Tema principale di giornata sarà però con ogni probabilità l’ennesimo capitolo della saga ‘Cavendish vs resto del mondo’: Farrar, Goss, Bennati e tutti gli altri aspettano un passo falso di Cannonball, ancora una volta favorito d’obbligo.
Matteo Novarini