MAGLIA ROSA, UNA QUESTIONE FRA ITALIANI?
Con il Giro ormai pronto a prendere il via da Herning, andiamo ad analizzare la situazione dei pretendenti al successo finale, a cominciare dagli ultimi due vincitori della Corsa Rosa, Ivan Basso e Michele Scarponi. Particolare curiosità per la partecipazione di Frank Schleck, annunciata all’ultimo momento, le cui condizioni restano un interrogativo. Tra gli stranieri, occhio a Rodriguez e Kreuziger. Cunego punta a tornare sul podio.
Foto copertina: Ivan Basso e Michele Scarponi a colloquio; sono loro i principali favoriti del Giro d’Italia (foto Bettini)
Ivan Basso e Michele Scarponi. È attorno a questi due nomi che da mesi si concentrano i pronostici circa il vincitore del 95° Giro d’Italia, soprattutto in virtù di una partecipazione straniera molto al di sotto di alcune edizioni del recente passato. Niente Contador (che non ci sarebbe stato anche in caso di mancata squalifica), niente Evans, niente Wiggins, niente Menchov, niente Samuel Sanchez, niente Andy Schleck e – fino a qualche giorno fa – anche niente Frank: tutti nomi che per qualche tempo si era sperato di vedere sulle strade del Giro, chi per l’orrido tracciato del Tour de France, chi per i gloriosi trascorsi in rosa, chi per l’appuntamento olimpico pochi giorni dopo la conclusione della Grande Boucle. Ognuno, però, aveva alla fine trovato un valido motivo per scegliere di incentrare ancora una volta la propria stagione sul Tour, magari promettendo di ridare l’assalto al Giro in un prossimo futuro.
L’infortunio del leader Radioshack Jakob Fuglsang ad una settimana circa dal via ha però rimescolato le carte: fuori il danese, Bruyneel ha affidato le chiavi della squadra al meno giovane dei fratelli Schleck, per una volta separati. Un nome che schizzerebbe di diritto nelle prime 2-3 piazze della griglia dei favoriti, non fosse per i numerosi punti di domanda circa le sue condizioni di forma e la sua voglia di spendere in Italia energie che potrebbero venir meno tra un paio di mesi in Francia. È il secondo punto, in particolare, a preoccupare, giacché, se è vero che la gamba dovrebbe essere accettabile in virtù della recente campagna delle Ardenne (dove Frank ha peraltro raccolto poco o nulla, ma la cosa, nell’ottica di trovare la miglior forma nella terza settimana, potrebbe non essere un male), è altrettanto vero che uno Schleck intenzionato a disputare un Giro da protagonista difficilmente avrebbe atteso il ko di Fuglsang per decidere di prendere il via.
A contendersi i galloni di favorito numero 1 restano pertanto i vincitori delle ultime due edizioni della Corsa Rosa, i soliti Basso e Scarponi. Nessuno dei due ha raccolto sin qui risultati entusiasmanti, ma, come già sottolineato con riferimento a Schleck, potrebbe essere proprio questo il modo migliore di avvicinarsi ad un Giro in cui le principali difficoltà saranno concentrate negli ultimi 9 giorni di gara. Il varesino avrà dalla sua la formazione sulla carta più forte in salita, con un Sylwester Szmyd che il Giro del Trentino ha riproposto in formato 2010 a capitanare una batteria di gregari da montagna che comprende anche Eros Capecchi e, soprattutto, Valerio Agnoli. Anche il tracciato sembra cucito su misura sulle caratteristiche del varesino, con poca – anche troppo poca – cronometro e tappe di montagna concentrate nella terza settimana, ricche di infilate di colli e spesso con chilometraggi esigenti.
Di certo, comunque, neppure Michele Scarponi deve essersi troppo rammaricato al momento della presentazione del percorso 2012, non troppo distante dalle ultime due creazioni di Angelo Zomegnan, che hanno rilanciato la carriera del marchigiano. Per vestirsi di rosa sul podio milanese, dopo il successo a tavolino del 2011, Scarponi dovrà però fare i conti con la concorrenza interna di Damiano Cunego, ripropostosi a buoni livelli al Trentino, che immaginiamo non abbia scelto di ritornare al Giro solo per giocare un ruolo da spalla di lusso. Ottima anche l’équipe di supporto Lampre, con il fiore all’occhiello Niemec e delle garanzie quali Righi e Spezialetti, senza dimenticare il giovane Ulissi, che si dividerà probabilmente tra la ricerca di gloria personale e il lavoro di gregariato.
Alle spalle dei due pezzi da novanta, in assenza di Vincenzo Nibali, la pattuglia italiana potrebbe trovare la sua terza punta in Domenico Pozzovivo, apparso in forma straripante al Trentino, dove ha corso da dominatore nel giorno della temutissima scalata a Punta Veleno. Da verificare se saprà mantenere la condizione per più di un mese, e se riuscirà a mostrare in una terza settimana di Giro la stessa brillantezza messa in evidenza in una gara di pochi giorni. In grado al massimo di cogliere un piazzamento in top 10 appaiono invece Marco Pinotti, Dario Cataldo, Matteo Carrara e Marzio Bruseghin, con quest’ultimo che potrebbe anche doversi dividere i gradi di capitano con Benat Intxausti, reduce dal successo alla Vuelta a Asturias.
Le principali minacce per il duo Basso – Scarponi (trio se vogliamo calcolare anche Cunego) dovrebbero venire dall’estero. Detto della situazione di Frank Schleck, saranno al via anche i migliori quattro corridori stranieri del Giro 2011, escludendo ovviamente Alberto Contador. John Gadret, promosso sul podio dalla squalifica del madrileno, riformerà con Hubert Dupont la coppia che lo scorso anno ha dato soddisfazioni inattese alla Ag2r, anche se rimettere piede fra i primi tre appare un’impresa piuttosto complicata. Più quotato Joaquim Rodriguez, incontenibile alla Freccia Vallone (anche se un po’ sottotono alla Liegi), che punta finalmente a salire sul podio di un GT, dopo cinque piazzamenti nei 10, di cui due quarti posti. Molto atteso anche Roman Kreuziger, da cui ancora si attende il definitivo salto di qualità , anche se il tracciato sbilanciato a favore degli scalatori non è il terreno ideale per il più completo corridore ceco. Dalla sua, il leader Astana potrebbe avere però un cast di supporto all’altezza dei migliori, con Paolo Tiralongo e Robert Kiserlovski pronti anche, in caso di débacle del capitano, a subentrargli nel ruolo di uomini di classifica. Molto più soddisfatto del percorso immaginiamo sia José Rujano, settimo scalato a sesto un anno fa, che potrebbe però pagare parecchio, oltre che nel prologo e nella crono finale di Milano, anche nella cronosquadre di Verona.
Un problema, quest’ultimo, che accomuna Rujano all’altro top 10 dell’anno passato che sarà ai nastri di partenza di Herning, il basco Mikel Nieve. Libero dell’ingombrante compagnia di Anton, l’eroe del Gardeccia rivestirà verosimilmente il ruolo di capitano unico, anche se non è da escludere una strategia orientata più alla ricerca di un’altra perla di giornata che non ad un piazzamento.
Chi invece potrebbe uscire da Verona vedendo rafforzate le proprie possibilità è Rigoberto Uran, leader di un Team Sky che parte sempre tra i favoriti in questo tipo di esercizio, e che potrà contare anche sul giovane Sergio Henao. Lo stesso discorso vale per la Garmin-Barracuda di Christian Vande Velde e Ryder Hesjedal, anche se il Tour 2011 ha un po’ minato lo status di cui i due nordamericani godevano dopo le grandi prove nelle edizioni precedenti della Grande Boucle. Nessuno di questi atleti sembra poter rappresentare un fattore nella corsa al podio, ma l’unico pro di un Giro dal livello assai più basso rispetto ultime edizioni è proprio quello di aprirsi ad un’inusuale varietà di soluzioni.
Matteo Novarini