WIGGINS PIU’ FORTE DELLA SFORTUNA
Malgrado un salto di catena nella prima metà del percorso il Giro di Romandia va come da pronostico al campione britannico che si aggiudica la crono di Crans Montana davanti a un grande Talansky e al compagno di squadra Porte. Ottime prestazioni anche per Rui Costa, Kreuziger e Szmyd mentre deludono l’ex leader Luis Leon Sanchez, Evans e Basso.
Foto copertina: Wiggins in azione nella cronometro di Crans Montana (foto AFP)
Nelle passate stagioni è accaduto spessissimo che sia stata la crono dell’ultimo giorno abbia deciso il Giro di Romandia e a maggior ragione il discorso vale per questa edizione sia per la durezza della prova contro il tempo, 16,5 km in quel di Crans Montana con i primi 4 in leggera discesa, i 4 successivi in salita verso Aminona con una pendenza media che sfiora il 10% e gli ultimi 8,5 pianeggianti ma caratterizzati da un forte vento contrario, sia per la classifica insolitamente molto corta con i primi 37 corridori racchiusi nello spazio di 48”.
Il primo a far segnare un tempo significativo è stato il vicecampione italiano di specialità Boaro (Saxo Bank) che pur su un percorso non certo adatto ai suoi mezzi ha realizzato un tempo di 30′24” è rimasto al comando fino all’arrivo dei due atleti della Vacansoleil De Gendt e Larsson che hanno chiuso rispettivamente in 29′50” e 29′58” con Cataldo (Omega-QuickStep) che si è inserito al 3° posto provvisorio con 21” di distacco dall’olandese, mentre hanno chiuso lontano dalle prime posizioni atleti quotati in questo tipo di prova come Kiryienka e Plaza (Movistar) e Zabriskie (Garmin). La corsa degli uomini di classifica è iniziata con Pinot (Fdj) che ha demolito il tempo di De Gendt nel tratto in salita più adatto ai propri mezzi e ha conservato 2” di vantaggio al traguardo ma subito dopo ha concluso Porte (Sky), già vincitore
della crono del Romandia nel 2010, che già all’intertempo aveva fatto meglio di 8” rispetto al giovane francese e ha allungato decisamente nel tratto pianeggiante infliggendogli alla fine 36”, il che gli ha consentito di recuperare posizioni su posizioni nella generale che lo vedeva alla vigilia 32° a 37” dalla maglia gialla Luis Leon Sanchez. Atteso a un grande balzo in avanti nella generale era anche il campione uscente Evans (Bmc) che però complice la condizione precaria con cui si è presentato a Ginevra ha perso 1′29” dal connazionale e un passo indietro rispetto alle giornate precedenti lo ha compiuto anche Ivan Basso (Liquigas) che ha chiuso con un distacco di 1′51” accumulato peraltro soprattutto nel tratto in salita, ma il varesino può essere soddisfatto per lo stato di forma del suo compagno Szmyd che si è inserito al 2° posto a 25” da Porte venendo poi battuto per 1” da Kreuziger
(Astana), apparso sicuramente in crescita rispetto a un Giro del Trentino che pure lo aveva già visto buon protagonista. Via via si sono susseguiti gli arrivi con Brajkovic (Astana) e Coppel (Saur-Sojasun) autori di discrete prove chiuse rispettivamente a 38” e 50” e anche Tiralongo (Astana) si è difeso al meglio su una prova non adatta a lui chiudendo sui tempi di Cataldo, il che gli consentirà di essere il migliore italiano nella generale, ma a sorprendere tutti è stato Rui Costa (Movistar) che pur non vantando grandi precedenti nelle prove contro il tempo è riuscito a perdere solo 6” da Porte conservando la posizione in classifica nei confronti dell’australiano: ancora meglio ha però fatto il giovane statunitense Talansky (Garmin) che sfruttando anche il fatto di essere stato uno dei pochi a
utilizzare una bici da cronometro ha inflitto distacchi pesanti a tutti negli ultimi 8,5 km chiudendo in 28′57” e balzando al comando. Con Rogers (Sky) e Spilak (Katusha) che hanno perso 42” e 1′00” e un Mollema (Rabobank) sotto tono rispetto alle ultime uscite che ha chiuso a 1′24” il solo che poteva battere Talansky sia nella tappa che nella generale era Wiggins che si è superato nel tratto in salita dove malgrado un salto di catena che gli ha fatto perdere una quindicina di secondi ha fatto segnare il miglior tempo con 2” su Porte e 3” sullo statunitense e al traguardo è riuscito a mantenere il comando sia pure per 1”; a quel punto a Luis Leon Sanchez, che nella generale aveva soli 9” di margine, serviva una prestazione monstre per conservare la leadership che però non è arrivata con lo spagnolo che ha chiuso a 1′22” da Wiggins ma può ugualmente festeggiare con i successi di tappa di Charmey e Sion. Il britannico si è dunque aggiudicato la prova contro il tempo con 1” su Talansky, 17” su Porte, 23” su Rui Costa, 40” su Kreuziger, 42” su Szmyd e 43” su Rogers e con essa il Tour de Romandie con 12” su Talansky, 36” su Rui Costa, 45” su Porte, 50” su Rogers e 59” su Kreuziger, il tutto dopo aver già vinto la Parigi-Nizza nel mese di marzo: significativo in chiave Tour de France il fatto che Evans nella passata stagione aveva compiuto un percorso analogo trionfando nella Tirreno-Adriatico e nel Giro di Romandia per poi chiudere la Grande Boucle in maglia gialla. Per quanto riguarda le altre classifiche Ignatenko (Katusha) ha conquistato sia la maglia verde degli sprint intermedi che quella rosa di miglior scalatore mentre Talansky si è rivelato il miglior giovane ma l’attenzione si sposta ora tutta sul Giro d’Italia che scatterà sabato 5 maggio da Herning.
Marco Salonna