DI GREGORIO ALZA LE BRACCIA, INTXAUSTI METTE LA MAGLIA
La scalata all’Alto del Naranco è fatale ad Alejandro Marque, che cede nell’ultima tappa la leadership al connazionale Benat Intxausti. Il basco della Movistar ha chiuso la frazione conclusiva in seconda posizione, stretto tra i francesi della Cofidis Di Gregorio e Moncoutié. Messo fuori gioco da una caduta Izagirre, 2° stamani in classifica generale e vincitore della cronometro di ieri.
Foto copertina: Benat Intxausti festeggia il 2° posto sull’Alto del Naranco, che gli è valso la testa della generale alla Vuelta à Asturias (foto Movistar Team)
Doveva essere il momento chiave della Vuelta à Asturias 2012, e così è stato. L’Alto del Naranco ha infatti ribaltato i verdetti delle prime due giornate di corsa, costando la vetta della generale all’eroe della prima frazione, Alejandro Marque, difesosi ieri con successo nella cronometro di Piedras Blancas. Ad approfittare della semi-débacle dell’ex leader è stato l’altro spagnolo Benat Intxausti, secondo ieri nella semitappa pomeridiana e terzo stamani alla partenza in graduatoria, alle spalle anche di Jon Izagirre. Quest’ultimo è stato però messo fuori gioco anzitempo da una caduta, trovandosi costretto a salire in ammiraglia prima ancora che la gara entrasse nel vivo.
Ritrovatosi gratuitamente nei panni del più diretto inseguitore del capoclassifica, Intxausti ha atteso l’ascesa finale per muoversi, mentre Marcos Garcia, Walter Pedraza, Luis Maté, Yoann Bagot e Higinio Fernandez davano origine alla fuga della prima ora, lasciando poi il proscenio per un breve frangente a Pello Bilbao e Evgeny Shalunov, lanciatisi al contrattacco poco dopo il ricongiungimento. Sull’erta conclusiva, il basco ha quindi saputo approfittare della vena particolarmente battagliera degli uomini Cofidis, che alla doppia fuga del tandem Bagot – Maté hanno fatto seguire l’azione in stereofonia di Rémy Di Gregorio e David Moncoutié. Ai due francesi si sono aggregati David De la Cruz, lo stesso Intxausti e il compagno David Lopez, ma solamente il terzo (ormai virtualmente secondo) della generale ha saputo reggere l’urto della seconda sgasata del duo transalpino.
Forti della superiorità numerica, gli uomini in bianco-rosso non si sono lasciati sfuggire un più che meritato successo parziale, con Di Gregorio andato a precedere di 2’’ lo stesso Intxausti e nonno Moncoutié, ancora sulla breccia alla vigilia del suo 37esimo compleanno, a dispetto dei propositi di ritiro che manifesta da tempo e che puntualmente mette da parte al momento di appendere effettivamente la bicicletta al chiodo. A 23’’ gli ex compagni d’avventura dei tre, Lopez e De la Cruz, mentre un comunque dignitoso Marque ha tagliato il traguardo in undicesima posizione, staccato di 1’27’’.
Immaginiamo siano tutto sommato contenuti i rimpianti dell’ex capoclassifica, che ha sì visto sfumare la maglia negli ultimi chilometri dell’ultima frazione, ma che ha alla fine pagato oltre 1’ rispetto al vincitore, accanto al quale si piazzano sul podio De la Cruz (+36’’) e Di Gregorio (+42’’). Un podio a prevalenza di corridori di casa per la prima edizione in formato ridotto della corsa, disputata sulla lunghezza di tre tappe in luogo delle usuali cinque, causa crisi economica. Scelta, quest’ultima, dolorosa ma necessaria, anche se non contribuirà certo a ristabilire il prestigio di una gara che a metà anni ’90 era terra di conquista per il gotha del ciclismo iberico.
Matteo Novarini