RIMONTA FINO ALL’HIVERT…ICE

aprile 26, 2012
Categoria: News

Il 27enne francese che aveva impostato la volata leggermente nelle retrovie guadagna posizioni su posizioni fino a imporsi nell’impegnativo arrivo di Moutier davanti a Rui Costa e Luis Leon Sanchez mentre Nizzolo e Pietropolli chiudono 6° e 7° e Wiggins grazie al ferreo controllo del Team Sky conserva la maglia gialla in attesa delle tappe più dure

Foto copertina: Hivert si impone sul traguardo di Moutier (foto AFP)

La seconda frazione del Giro di Romandia, 149 km dalla cittadina francese di Montbeliard a Moutier, era sulla carta la più agevole della corsa a tappe elvetica ma ciò nonostante presentava tre gran premi della montagna e oltre 2000 metri di dislivello con la cima dell’ultima salita, il Col de Rangiers breve ma con pendenze piuttosto aspre nel tratto conclusivo, posto a 27 km dal traguardo. La corsa ha avuto comunque un andamento piuttosto tranquillo fino ai piedi dell’ascesa conclusiva con Bak (Lotto-Belisol) e Meier (GreenEdge) avventurieri di giornata e un gruppo guidato costantemente dal Team Sky della maglia gialla Wiggins nel quale non è accaduto nulla se si eccettua l’abbandono di Westra (Vacansoleil), che dopo il 2° posto di La Chaux de Fonds poteva essere considerato uno dei grandi favoriti per la generale in virtù della crono conclusiva di Crans Montana molto adatta ai suoi mezzi, e gli sprint in cima ai primi due gpm tra Kohler (Bmc), Rohregger (RadioShack) e Jeandesboz (Saur-Sojasun) per conquistare punti nella classifica degli scalatori guidata dal francese. Con un Cavendish completamente fuori condizione e staccato fin dalle prime rampe del Col de Rangiers malgrado l’andatura in gruppo fosse molto blanda l’unico obiettivo di giornata del Team Sky era difendere il primato nella generale e gli uomini in nero hanno dato una dimostrazione di forza e al contempo di intelligenza tattica accelerando per chiudere sugli scatti prima de Samoilau (Movistar), Slagter (Rabobank), Levarlet (Saur) e un Rolland (Europcar) che dalla Liegi-Bastogne-Liegi in avanti è tornato ad alti livelli, concedendo spazio ai soli Stetina (Garmin) e Jeandesboz e andando a riprendere anche lo statunitense e il francese, che nel frattempo avevano raggiunto e superato gli esausti Bak e Meier, nel tratto finale pianeggiante.
Lo sprint conclusivo si presentava piuttosto atipico sia per l’assenza di grandi velocisti e di squadre in grado di organizzare un treno sia perchè l’ultimo km tirava leggermente sebbene la pendenza non superasse il 5%: dalla lotta tra i vari team per prendere il tratto finale in testa ne è uscita vincente la Garmin con Vandevelde e Hesjedal, atleta apparso in grande spolvero per tutto il mese di aprile e che sarà da tenere d’occhio anche al prossimo Giro d’Italia dal momento che non gli manca la tenuta sia sulle lunghe salite che nell’arco delle tre settimane come dimostra il 7° posto del Tour de France 2010. L’ex biker canadese pur partendo quando ancora mancavano oltre 300 metri al traguardo ha mantenuto a lungo la testa ma inevitabilmente ha dovuto lasciare spazio a Rui Costa (Movistar) e Luis Leon Sanchez (Rabobank) che sembravano destinati a giocarsi il successo ma improvvisamente dalle retrovie è arrivato Hivert (Saur-Sojasun) che negli ultimi 100 metri ha saltato i due iberici andando a tagliare la linea bianca per primo davanti al portoghese e allo spagnolo conquistando la sua prima vittoria in stagione: 4° ha chiuso Meersman (Lotto-Belisol) 4°, 5° Hesjedal, 6° un Nizzolo (RadioShack) che si è battuto egregiamente su un arrivo piuttosto duro per lui e 7° Pietropolli (Lampre).
La classifica generale resta sostanzialmente invariata nelle prime posizioni con Wiggins che mantiene 7” su Rogers, 9” su Mollema e Clement e 11” su Talansky e Kelderman che vengono raggiunti da Sanchez ma molto cambierà al termine della terza tappa, 157,6 km da La Neuveville a Charmey che chiamano allo scoperto gli scalatori con le ascese di Sarzens e Le Chatelard nella parte centrale del percorso e gli ultimi 5 km all’insù verso il traguardo anche se le pendenze non saranno di quelle impossibili.

Marco Salonna

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