POZZOVIVO PADRONE SUL PORDOI
Lo scalatore della Colnago – CSF corre da dominatore nell’ultima tappa del Giro del Trentino, con traguardo in vetta al Passo Pordoi. Il 29enne lucano ha controllato agevolmente gli attacchi che si sono succeduti sull’ascesa finale, prima di distanziare i più diretti rivali sulle ultime rampe. La tappa va al colombiano Atapuma, davanti al connazionale Betancur. Sul podio finale, Cunego e Szmyd affiancano il vincitore.
Foto copertina: Domenico Pozzovivo festeggia in maglia rosa (foto Roberto Bettini)
Che Domenico Pozzovivo fosse il corridore più forte in gara al Giro del Trentino lo avevano ampiamente dimostrato le pendenze estreme di Punta Veleno, sulle quali lo scalatore di Policoro aveva piegato la resistenza di Szmyd e strapazzato tutti gli altri, a cominciare da un pur discreto Damiano Cunego. Quello che ancora restava da verificare era la capacità del corridore della Colnago di gestire il piccolo gruzzolo di vantaggio messo da parte nella tappa regina, difendendolo su una salita assai meno adatta alla sua stazza minuta, quale il leggendario ma pedalabile Passo Pordoi. Test che la grande promessa dei tempi della Panaria, giunto ormai ad un’età alla quale urge tradurre in risultati le elevate attese di qualche primavera fa, ha saputo superare a pieni voti, prima per l’autorevolezza con la quale ha saputo controllare la corsa che per la condizione straripante di cui ha dato ancora prova sulle rampe conclusive.
A mettere in ghiaccio (letteralmente e figurativamente) la maglia rosa di Pozzovivo aveva quasi pensato – prima ancora che la gara entrasse nel vivo – la nevicata abbattutasi sul Pordoi, non giudicata però sufficientemente intensa da causare un accorciamento del percorso. Con la fuga del mattino di Vandborg e Hollenstein ormai condannata al fallimento, i big si sono presentati compatti ai piedi della salita finale, trainati da una Liquigas che poteva contare anche su un Ivan Basso in ripresa dopo l’allarmante esibizione di ieri. Proprio l’impulso del varesino e di Capecchi ha sgretolato il plotone in tempi relativamente brevi, lasciando ben presto il capoclassifica senza compagni di squadra. Per sua fortuna – o, se preferite, per carenza di audacia altrui -, nessuno dei suoi rivali più accreditati se l’è però sentita di muoversi prima dei 3 km al traguardo, ad eccezione del solito Rujano, comunque partito senza la necessaria decisione.
Con la leadership ormai virtualmente assicurata, Pozzovivo ha deciso di prendere in mano la situazione ad un paio di chilometri dal termine, annullando in poche pedalate un timido tentativo di Dupont, e sbriciolando con un ritmo costante ma sfinente quel che restava del gruppo, lasciando indietro in particolare Cunego e Szmyd, unici atleti ancora ad una distanza colmabile in classifica. Solamente i colombiani Betancur e Atapuma sono riusciti a tenere la scia dello scatenato scalatore materano, che ha rinunciato alla volata, lasciando che i due sudamericani si contendessero il traguardo parziale, andato alla fine al secondo.
Szmyd e Cunego, che hanno ceduto altri 11’’ al vincitore della generale, affiancano comunque Pozzovivo sul podio conclusivo, con il veronese davanti al polacco (40’’ e 1’04’’ i rispettivi ritardi). Completano la top 5 lo stesso Betancur e José Rujano, capace di scavalcare un Roman Kreuziger autore di una sorprendente contro-prestazione, dopo la confortante prova di ieri.
È senz’altro troppo presto per dire se il Giro d’Italia, ormai distante poco più di due settimane, abbia trovato o meno un nuovo pretendente alle posizioni che contano, ma quella di Pozzovivo è senz’altro la più autorevole candidatura emersa dalla quattro-giorni trentina, se non altro per qualche prestigioso successo di tappa nell’ultima settimana. Stabili invece le quotazioni di Cunego, che, malgrado l’affermazione di Sant’Orsola Terme, non ha mostrato la gamba fuori dall’ordinario necessaria a fargli svestire i panni di luogotenente di lusso di Michele Scarponi; anzi, il grande ottimismo suscitato dalla sfortunata Amstel Gold Race sembra scemare, relegando il veronese ad un ruolo di outsider per la Liegi di domenica. Idem dicasi, sempre in chiave Corsa Rosa, per Kreuziger e Rujano, discreti ma nulla più, mentre Betancur, lodevole per costanza, appare ancora più un’incognita che un serio contendente.
Pressoché ingiudicabili le prove del primo e del secondo favorito del Giro, Basso e Scarponi (non necessariamente in quest’ordine). Dopo una buona prova nella seconda giornata, il marchigiano ha ceduto minuti su minuti nelle due frazioni successive, obbligando a credere che la miglior condizione sia ancora molto distante; il leader Liquigas, storicamente poco appariscente in fase di preparazione ai grandi appuntamenti, ha confermato la tradizione, chiudendo sempre lontano dai migliori, pur collaborando alla causa di Szmyd in occasione del gran finale.
Il lascito più importante di questo Giro del Trentino, a conti fatti, rischia dunque di risultare una salita, quella di Punta Veleno, che ieri ha di fatto deciso la corsa, e che si candida a recitare un ruolo da protagonista, in un prossimo futuro, anche su palcoscenici più prestigiosi.
Matteo Novarini