LA LIQUIGAS SEMINA, BENNATI SPANDE, FARRAR RACCOGLIE
L’atleta della Garmin raccoglie quanto Bennati butta letteralmente dalla finestra, aveva in pugno la gara dopo aver spremuto i suoi uomini per 60km abbondanti e finisce per battezzare la ruota sbagliata e ritrovarsi 13° all’arrivo: un errore che non si può perdonare ad un campione come lui.
Una volata completamente sbagliata, un errore da pivello, fatto da chi pivello non lo è di certo e nove vittorie nei grandi giri lo dimostrano ampiamente. Non è possibile che un corridore come Bennati (Liquigas) prenda la ruota di un qualsiasi gregario del treno Rabobank, si faccia portare a spasso e lasciare al vento a 700m dal traguardo dalla parte opposta della strada rispetto al gruppo, un errore stupido segno che la testa forse non supporta le gambe. In pochi secondi dalle prime posizioni s’è ritrovato invischiato nel mezzo dei velocisti intorno alla quindicesima posizione, troppo lontano per pensare di poter avanzare e scalzare un Farrar (Garmin) in grande condizione. L’atleta aretino vanifica così il grande sforzo fatto dalla sua squadra chenegli ultimi 60km si era spremuta per portare il suo capitano alla volata nelle condizioni migliori.
La giornata era iniziata con una fuga anniunciata: Txurruca (Euskaltel), Fedrigo (Bbox), Palomares (Contempolis), Duran (Fuji), Turpin (Ag2r), Hoogerland (Vacansoleil) e Garcia Pena (Xacobeo), poi, ripresi i primi fuggitivi di giornata, ecco tentarci di nuovo Txurruca e Hoogerland seguiti da De La Fuente (Fuji), che dopo pochi chilometri dovrà arrendersi e lasciare il gruppetto, e Moncoutie (Cofidis). Secondo il pronostico di molti esperti oggi sarebbe stata un’altra tappa da fughe, ma la presenza nel drappello di un elemento come Hoogerland che in generale paga meno di 5’ dal leader murciano, e forse la voglia di vincere di qualche velocista adatto a tappe mosse (si legga Bennati e Freire) hanno rovesciato completamente ogni previsione: Liquigas e Caisse d’Epargne si sono messe in testa a tirare per recuperare i 9’ concessi ai fuggitivi e staccare i velocisti rimasti in gruppo lungo l’Alto Campo de San Juan.
A questo punto la Liquigas ha commesso un errore che forse poi è stato fatale a Daniele Bennati: rientrati sui fuggitivi di giornata e staccati gran parte dei velocisti, non si capisce il motivo per cui gli uomini Liquigas abbiano rallentato vistosamente lasciando partire De Gregorio (FDJ), ma soprattutto abbiano consentito a molti velocisti di rientrare, ad esempio lo stesso Farrar. Discorso a parte merita Freire (Rabobank) che questa sera dovrà offrire la cena al Diretto di Berna, alias Cancellara, che con una trenata delle sue ha recuperato 15” consentendo allo spagnolo di rientrare sul gruppo tirato addirittura da due squadre: senza parole. In sostanza la Liquigas in pochi chilometri ha vanificato tutta la fatica prodotta lungo l’ascesa.
Alla fine della discesa, dal traguardo, mancavano appena 50km in cui non è successo nulla degno di nota, l’attacco di De Gregorio è stato facilmente neutralizzato quando ai meno 20 all’arrivo quando il vantaggio aveva toccato il picco massimo di 45”, segno che il gruppo dietro s’era proprio fermato, e da segnalare un altro tentativo, molto blando a dire la verità, di Gerdemann (Milram), forse deluso dall’epilogo della decima tappa, ha tentato di portare via qualche uomo, senza fortuna, alla fine il suo tentativo è durato poche centinaia di metri, appena il tempo di essere annotato sul taccuino. Questo quando a dividere i corridori dal traguardo restavano meno di 18km.
A questo punto il plotone arriva alla fatidica volata, di cui abbiamo ampiamente parlato più su, nella quale i colori italiani hanno occupato ben 4 dei primi dieci posti, alle spalle di Farrar e Gilbert (Silence) si è piazzato sul podio Marcato (Vacanzoleil), la Lampre ha invece occupato la settima e ottava posizione rispettivamente con Ballan e Gasparotto mentre decimo è giunto Tosatto (Quick Step) che sta cercando di guadagnarsi un posto in maglia azzurra il 27/09 prossimo in quel di Mendrisio. Per Bennati solo un 13° posto che va ad aggiungersi ai fallimenti di questo 2009 davvero amaro per l’aretino.
Andrea Mastrangelo