CARDOSO LEON DI CASTILLA
Il portoghese dealla Caja Rural si impone a Salamanca nella prima tappa della Vuelta a Castilla y Leon, precedendo in uno sprint di gruppo gli spagnoli Sanz e Pacheco. Quarto posto per Danilo Napolitano, migliore degli italiani. Nel week-end due frazioni impegnative, destinate a riscrivere radicalmente la classifica generale.
Foto copertina: Un’immagine della volata della prima tappa della Vuelta a Castilla y Leon (foto Adriàn Pena)
Si apre sotto i colori del Portogallo la 27a edizione della Vuelta a Castilla y Leon, scattata stamane da Salamanca e ritornata quasi quattro ore più tardi nella “piccola Roma” al termine di un anello di poco meno di 160 km. La frazione inaugurale è andata infatti al lusitano Manuel Cardoso, capace di prevalere nel preventivato sprint di gruppo sui padroni di casa Enrique Sanz e Francisco Pacheco, costretti sui gradini meno nobili del podio. Podio ai piedi del quale è finito Danilo Napolitano, che qualche primavera fa avrebbe agilmente fagocitato una concorrenza così modesta, ma che – dopo due anni circa di astinenza da vittorie – può quasi dirsi soddisfatto di essere perlomeno competitivo in un contesto di discreto prestigio come quello della gara spagnola.
Il profilo altimetrico della tappa, con appena un GPM di 3a categoria, collocato ad una sessantina di chilometri dall’arrivo, a spezzare il monopolio della pianura castigliana, obbligava a pronosticare un epilogo a ranghi compatti, che si è in effetti verificato. È però mancato un nonnulla perché il copione venisse stravolto dalla fuga imbastita da Sergey Shilov, Romain Zingle, Walter Fernando Pedraza Morales e Alexander Wetterhall, evasi dal gruppo al termine di cinquanta chilometri iniziali particolarmente combattuti, e capaci di resistere in testa sino ai -3 circa dal traguardo.
Solamente il gran lavoro della Rabobank, coadiuvata appena nelle battute conclusive da altre formazioni – tra cui la Caja Rural del vincitore -, ha consentito al plotone di neutralizzare la sortita, presentandosi compatto sul primo arrivo della tre giorni spagnola. Il patrimonio di energie dissipato dai tulipani è stato peraltro vanificato dal pessimo finale di Theo Bos, precipitato in 12a piazza, mentre la lotta per la vittoria si restringeva, pedalata dopo pedalata, ad una questione tra soli iberici, con Sanz e Pacheco alla fine piegati dallo “straniero” Cardoso, ora ovviamente anche leader della classifica generale, forte dei 10’’ di abbuono incassati.
Difficile comunque che questo misero bottino possa bastare per resistere nelle prossime due frazioni, a cominciare dai 158,7 km in programma per domani, con partenza e arrivo ad Avila. Quattro le asperità in programma, tutte di 2a categoria, l’ultima delle quali – il Puerto de Panamera – a meno di 19 km dalla linea bianca. Poiché è probabile che a giocarsi il successo di tappa possa essere un drappello ristretto, decisiva potrebbe risultare la leggera ascesa che riporterà i corridori ad Avila, con i suoi 122 metri di dislivello negli ultimi 3 km. Nulla di comparabile ad un tappone alpino del Giro d’Italia, ma verosimilmente abbastanza per dare alla generale una fisionomia più vicina a quella definitiva.
Matteo Novarini