DAL MARE DELLA TRANQUILLITA’ SPUNTA LA CRESTA DI GERRANS
In una tappa dall’esito scontato fin da ieri, dominata dalla sfortuna, la spunta Gerrans che in volata ristretta regola Hesjedal, Fuglsang e un Vinokourov non ancora nella forma dei giorni d’oro. Il gruppo arriva compatto con Valverde che sfila in maglia oro per le vie della sua Murcia.
Una tappa più semplice da pronosticare, non tanto per il vincitore quanto per la trama, forse non poteva andare in scena, fin da quando ieri Valverde (Caisse d’Epargne) ha preso la maglia di leader avremmo scommesso tutto sul fatto che oggi la Caisse avrebbe lasciato andare la fuga per concedere al proprio capitano di sfilare in maglia amarillo lungo le strade di Murcia. Quale pazzo scriteriato avrebbe preferito tenere il gruppo unito e giocarsela sull’arrivo di casa, forte di soli 7” di vantaggio, rischiando di perdere il segno del primato proprio sotto gli occhi dei propri compaesani? Per di più la tappa si prestava benissimo ad un tale copione: tappa mossa con numerosi strappetti, con una salita dura e breve, seguita da una discesa tecnica prima dell’arrivo. La frazione giusta per la fuga!
Così fin dai primi chilometri si sono succeduti numerosi tentativi, il più importante quello di Freire (Rabobank) dopo appena 7km, alla fine ad andarsene sono in 19 a rappresentare quasi tutte le squadre meno protagoniste fino ad oggi, mentre dietro il gruppo lasciava fare, procedendo ad andatura semi-turistica, guidato dalla Vacansoleil nel tentativo di mettersi in mostra in quanto assente nel gruppo dei primi.
Per vedere le squadre dei migliori bisogna attendere gli ultimi 30km, e anche a quel punto chi si fosse aspettato qualche azione sarebbe rimasto sicuramente deluso, quando Caisse d’Epargne e Liquigas si producono in quel piccolo sforzo per riportare il distacco dagli 8’ raggiunti all’altezza dei 72 dal traguardo fino ai 4’30” con cui hanno preso la salita.
Nel frattempo davanti i 19 si scremavano sulle prime rampe della Cresta del Gallo, Gerdemann (Milram) e Arrieta (Contempolis) prendevano la salita con una trentina di secondi sul gruppo inseguitore dal quale usciva Vinokourov (Astana), il suo tentativo ha però vita breve e su di lui rinvengono Gerrans (Cervelo), Hesjedal (Garmin), De La Fuente e Intxausti (Fuji) e Fuglsang (Saxo Bank) che lungo la salita recuperano anche lo spagnolo rimasto al palo dopo l’attacco di Gerdemann. Poco prima dello scollinamento Intxausti ringrazia il compagno di squadra per il forcing e va a riprendere il tedesco in testa alla corsa scollinando con 20m di ritardo.
A questo punto con 2km di discesa e 7 di pianura prima dell’arrivo tutti avrebbero pensato che con 20-25” di vantaggio per i primi la vittoria fosse una questione a due, o se anche qualcuno avesse voluto azzardarsi a scommettere qualcuno degli inseguitori di certo non lo avrebbe fatto prevedendo la sfortuna che ha colpito la coppia di testa. In discesa lo si sa, le incognite son molte, non tutti pennellano le curve, le cadute sono all’ordine del giorno e per di più la discesa da affrontare era particolarmente stretta e tecnica. Ma nessuno forse aveva mai visto che uno per volta i due in testa venissero eliminati da due forature nell’arco di 500m uno dall’altro: prima Intxausti che alza la mano dopo due curve prese in maniera davvero maldestra…degne del peggior Basso…salvo poi accorgersi che la ruota dietra non lo supportava più da parecchi metri, poi il replay del gruppo inseguitore che, incredulo crediamo noi, superava Linus Gerdemann fermo e rassegnato seduto sul telaio a lato della strada in attesa della macchina del meccanico.
I primi quattro vantavano ora un vantaggio rassicurante sui vecchi compagni di avventura, sparpagliati lungo la strada, e sul gruppo che allo scollinamento paga 4’.
A questo punto sarebbe lecito aspettarsi un attacco da tutti tranne da Vinokourov che dovrebbe essere il più veloce in volata…ma accade esattamente l’incontrario, il kazako tenta di andarsene un paio di volte con poca fortuna, cosa diversa accade a Hesjedal che guadagna 20m e sembra avere l’opportunità di andarsene, quando si ferma ad aspettare le ruote del gruppetto. Tattica sbagliata e vittoria sfumata: a 500m si ritrova in testa al gruppo con Vino in quarta posizione, quella ideale. Se non fosse che anche l’asiatico ci mette del suo per perdere la gara partendo lunghissimo a 300m e tirando la volata praticamente a tutti, alla fine taglia lo striscione d’arrivo quarto, su quattro, davanti ad Hansen (Columbia) 29” che anticipa il resto dei figgitivi e a 3’42” il gruppo forte di 40 unità. Risalendo la classifica troviamo Fuglsang, in fuga nel tentativo di riscattarsi da una Vuelta poco connvincente, Hesjedal e Gerrans, il quale più ancora delle sue gambe deve ringraziare fortuna e avversari per avergli porto la vittoria su un piatto d’oro.
Andrea Mastrangelo