LA ETAPA DEL DÍA: ALCOY – XORRET DE CATÍ
Le abbiamo incontrate ieri e ci hanno fatto palpitare come non accadeva da tempo, con la resurrezione di Damiano Cunego, che molti oramai non consideravano più in grado di competere per il successo in una grande corsa a tappe. Oggi si replica, con l’arrivo sull’altopiano dello Xorret di Catì, al termine di un’ascesa totalmente differente da quella dell’Aitana ma lo stesso in grado, con le sue violente impennate, di esaltare le doti dei grandi scalatori. Ci attende un’altra tappa da non perdere, seguitela con noi…
Seconda giornata consecutiva tracciata sulle strade della Cordigliera Betica che anche stavolta potrebbero riservarci un finale di tappa ricco di pathos. Il percorso della frazione che porterà la carovana sullo Xorret de Catì è quasi la fotocopia di quella conclusasi con il successo di Cunego sull’Aitana, pur essendo questa ascesa totalmente differente da quella odierna. Ci sarà un’altra infilata di gran premi della montagna (sette in tutto, uno in meno rispetto alla tappa di ieri), pure questi abbastanza pedalabili (eccettuata l’ascesa finale) ma proposti uno dopo l’altro, senza tratti pianeggianti a separarli: la prima ascesa decollerà ad appena 2 Km dalla partenza e l’ultima terminerà a 3 Km dal traguardo ma, per gli effetti che provocherà, può essere considerata alla stregua di un arrivo in salita.
A rendere impegnative le difficoltà di giornata saranno i loro chilometraggi (si pedalerà all’insù per 62 Km complessivi, ieri se ne erano percorsi una decina di più) e il caldo perché non si supereranno i 1100 metri; stavolta ci sarà anche il rischio d’una disorientante senzazione di “déjà vu”, perché oggi la Vuelta, che insiste nelle stesse terre da giovedì, riproporrà alcuni tratti della tappa di ieri (si tornerà per la terza volta sul Puerto de Tudons) e la doppia ascesa alla Carrasqueta.
Tutti questi fattori, messi assieme, contribuiranno a rendere particolarmente indigesto lo Xorret, ascesa secca quanto il suo nome. Si brucia nel giro di appena 5 Km, ma già bastano – come testimoniano i precedenti arrivi sull’altopiano sovrastante Castalla – per selezionare il gruppo ed esaltare gli scalatori. La salita è, infatti, corta ma concentrata, resa “piccante” da ben dieci impennate che s’incontreranno negli ultimi 3900 metri, attestare tra un minimo del 12% e un massimo del 22%, raggiunto in due occasioni.
Il breve sforzo richiesto favorisce più gli scalatori scattanti alla Pantani (infatti, lo spagnolo José Maria Jiménez, vincitore lassù nel 1998, era stato accostato come caratteristiche al “Pirata”) ma non consentirà nemmeno troppi margini per recuperare, se qualcuno sarà respinto dalle tremende inclinazioni dello Xorret: o ci si muoverà immediatamente per tornare nel gruppo dei migliori oppure sarà troppo tardi; basta un attimo di tentennamento e gli avversari diventeranno irraggiungibili, trovando anche nel velocissimo finale (negli ultimi 3200 metri si affronterà una dolce discesa) un valido aiuto per far aumentare ancor più il distacco.
LA TAPPA IN DIRETTA
Volete vivere “online” la tappa in corso? Collegatevi al sito http://atdhe.net/8300/watch-la-vuelta-a-espana-2009 che vi proporrà la trasmissione televisiva della frazione, in “diretta” sul vostro PC.
RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Alcoy – Xorret de Catì, 3 a 4. Con la frazione di quest’anno il comune di Castalla, nel quale ricade la località di Xorret de Catì, passa in testa nella sfida all’ultima tappa con Alcoy; finora le due municipalità, infatti, avevano accolto lo stesso numero di volte la Vuelta di Spagna.
Alcoy è una vecchia conoscenza della corsa iberica, essendo stata inserita per la prima volta nella settima edizione, disputata nel lontano 1947. Dopo la tappa vinta dallo spagnolo Berrendero, i successi ritorni della Vuelta avvennero con scadenze molto dilatate nel tempo: bisognerà attendere ben 32 anni per rivedere innalzato uno striscione d’arrivo nel centro di Alcoy, sotto il quale sfrecciò per primo il francese Levavasseur. 23 stagioni dopo sarà un italiano a firmare questo traguardo, col successo allo sprint di Danilo Di Luca su Zabel e Camenzind nella seconda tappa dell’edizione 2002, scattata quarantotto ore prima da Valencia.
Al contrario, Xorret de Catì è una scoperta recente della Vuelta, inserita per la prima volta nel tracciato di gara nel 1998. Nel volgere di sei anni è divenuta il “regno degli Jiménez”, poiché lassù si sono sempre imposti corridori con quel cognome, che il destino ha voluto accomunati anche nelle caratteristiche fisiche di scalatori. Il primo a domare il mostriciattolo valenciano è stato José Maria, lo sfortunato corridore di El Barraco tragicamente scomparso nel 2003, che staccò di 23” il connazionale Heras e di 47” il francese Jalabert: una sfida dalla quale uscì con la maglia amarillo sulle spalle, strappata dalle spalle dell’italiano Guidi e che non porterà a Madrid perché Olano gliela sfilerà tre giorni dopo nella crono di Alcúdia e poi, dopo averla ripresa sul Navacerrada, definitivamente nella crono di Fuenlabrada, alla vigilia della conclusione.
Nel 2000 il Jiménez a legare il suo nome a questa sperduta località sarà Eladio, anche lui vincitore davanti a Heras, staccato di 3”, mentre a 9” giungerà l’elvetico Zulle, leader della corsa dalla crono d’apertura, destinato però a cedere ben presto le insegne del primato ad Olano (ma il vincitore finale sarà Heras).
Eladio Jiménez bisserà il successo del 2000 quattro anni più tardi, in occasione del finora ultimo ritorno della Vuelta a Xorret: stavolta vincerà con distacchi più sensibili e davanti ad avversari che non ti aspetti, presenti nell’ordine d’arrivo solo perché ultimi”residuati bellici” di una lunga fuga, i velocisti Stuart O’Grady (32”) e Oscar Freire (48”). Patirà le pendenze dello Xorret l’americano Landis, leader della corsa dalla crono di Almussafes: riuscirà a conservare la maglia amarillo, ma la perderà alla successiva tappa di montagna, quella del Calar Alto, che la consegnerà definitivamente a Roberto Heras.
RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Capoluogo della comarca dell’Alcoià, Alcoy è un centro industriale della Comunidad Valenciana, situato in un avvallamento ai piedi della Sierra de Montcabrer. Vi si trovano diversi monumenti, i più interessanti dei quali realizzati in epoca recente: si segnalano, infatti, la neoclassica Casa Consistorial (sede del municipio), la Llotja de Sant Jordi (sala per mostre realizzata negli anni ’90 dall’architetto Santiago Calatrava) e il quartiere operaio La Sang. I dintorni di Alcoy offrono due i due parchi naturali della Sierra de Mariola e del Carrascal de la Font Roja.
“Alcoyani” celebri sono l’allenatore di judo Carlos Carbonell Pascual, il cantante Camilo Sesto, il pittore Antonio Gisbert, il calciatore Francisco José “Lobo” Carrasco e il motociclista Nicolás Terol.
Lo Xorret de Catí è un’area rurale montana della Sierra del Fraile, situata a un’altezza media di 1100 metri, nel territorio del municipio di Castalla (vi si trova un castello d’origine moresca). Il toponimo Xorret è la versione dialettale del termine “chorro” che significa letteralmente “getto”, con allusione alla presenza di una piccola sorgente. Quest’ultima ha permesso la crescita di una folta e tipica vegetazione mediterranea, nella quale predominano pini e querce, ai quali si accompagnano arbusti di timo, lavanda, salvia, genista e sparzio (noto anche come “ginestra spinosa”).
EL TIEMPO
La nona giornata di gara sarà caratterizzata da temperature abbasta simili a quelle della frazione precedente ma, rimanendo al di sotto dei 1100 metri di quota, queste rimarranno sempre su livelli estivi, senza essere però estremi. Oggi la colonnina di mercurio non dovrebbe superare i 27° C e rimarrà quasi costante per tutta la giornata, con variazioni di cinque gradi al massimo tra i fondovalle e le cime delle salite. Infatti, sarà all’incirca di 22°C la minima giornaliera (riferendosi, ovviamente, alle sole ore di corsa), che si registerà sulla Carrasqueta e al traguardo, ossia nei luoghi più elevati toccati dal tracciato di gara. La presenza di nuvole renderà meno assolata la giornata, mentre non saranno previste precipitazioni. Il vento spirerà sempre da est, in maniera lieve.
Mauro Facoltosi