GREENEDGE, L’INVINCIBILE ARMATA SBANCA ANCHE SANREMO
marzo 18, 2012
Categoria: 1) MILANO - SANREMO, Approfondimenti
La caratteristica peculiare della corsa è, lo si sa, l’imprevedibilità e anche quest’anno abbiamo assistito ad una gara incertissima, piena di colpi di scena e ad alto tasso di spettacolarità. A vincere, per il secondo anno di fila, è un ciclista australiano che ha scelto la Parigi-Nizza come corsa di preparazione alla Classicissima, Gerrans, capace di battere nell’ordine un superlativo Fabian Cancellara e il nostro Vincenzo Nibali, recente vincitore della Tirreno-Adriatico.
Foto copertina: il podio della Milano – Sanremo 2012 (foto RCS Sport)
Simon Gerrans: chi sostiene che abbia vinto un carneade o che l’australiano abbia rubato la vittoria a Cancellara, afferma due stupidaggini e ora cercherò di spiegare il perché.
Punto primo: Gerrans è uno dei pochi corridori ad essersi aggiudicato almeno una tappa in tutti e tre i Grandi Giri, tra cui spiccano quella magnifica al Tour de France sulle Alpi, a Prato Nevoso, e quella ottenuta al Giro D’Italia sulle durissime rampe del San Luca, a Bologna; non è un campione tra i più blasonati ma è comunque un ciclista che è stato capace di ottenere un piazzamento nei primi dieci in tutte e tre le classiche delle Ardenne; quest’anno solo un pimpante Valverde si è dimostrato più veloce di lui su arrivi posti in cima a strappetti.
Punto secondo: l’australiano è stato il primo a rispondere all’allungo di Nibali sul Poggio ed è stato anche in grado di ricucire un buco creato da una trenata di Cancellara (non proprio una passeggiata!). La volata finale, vinta sull’elvetico con un esiguo margine di vantaggio, dimostra chiaramente che, se avesse dato anche un solo cambio allo scatenato corridore svizzero, avrebbe perso lo sprint finale perché si sarebbe trovato senza più energie. Quindi, bravo a Gerrans che ha saputo sfruttare al meglio le sue caratteristiche e ha letto con la giusta freddezza la particolare situazione creatasi in corsa. D’altronde, chi grida allo scandalo, alla vittoria “mutilata”, come giudicherebbe, per esempio, i trionfi di Freire? Voto: 9
Fabian Cancellara: lo stesso corridore del 2008 non avrebbe avuto difficoltà a staccare i suoi avversari. Nonostante le splendide vittorie all’Eroica e nella crono alla Tirreno-Adriatico, infatti, non mi sembra esplosivo e potente come quattro anni fa. In ogni caso si rende protagonista di una gara meravigliosa in cui ha dimostrato forza, coraggio e determinazione. In discesa è riuscito addirittura a mettere in difficoltà Nibali lungo un paio di curve e, benché non abbia ricevuto nemmeno un cambio, ha proseguito ostinato fino al traguardo e si è lanciato in una volata furiosa che, tuttavia, lo ha visto perdente seppur di poco. Anche se oggi non ha raggiunto il risultato pieno, il Treno di Berna ha ricordato a molti appassionati perché il ciclismo è lo sport più bello del mondo. Voto: 10
Vincenzo Nibali: vedere un corridore da corse a tappe lottare per la vittoria in una grande Classica, peraltro non adattissima ai suoi mezzi, fa sempre un gran piacere. In effetti, Nibali è stato il primo a menare le danze sul Poggio ma poi, nonostante sia sempre stato a ruota (nel ruolo di stopper per Sagan), non è riuscito a fare una volata come si deve. Voto: 7
Peter Sagan: giovanissimo, 22 anni, alla seconda partecipazione alla Sanremo conquista un ottimo quarto posto. L’impressione è che gli siano state tarpate le ali sul Poggio che, cioè, abbia dovuto rispettare degli ordini di scuderia impartitigli dal più vecchio e autoritario compagno di squadra, Nibali. Avrà certamente l’occasione di rifarsi. Voto: 7
Filippo Pozzato: rispetto alle ultime stagioni ci troviamo di fronte ad un corridore diverso. Molto più motivato e voglioso di vincere, nonostante abbia gareggiato con una clavicola operata da poco più di un mese è stato capace di rimanere col gruppo dei migliori, e di concludere al sesto posto, al termine di una Sanremo combattuta e “tirata”. Mi aspetto che ci regali una vittoria tra Fiandre e Roubaix. Voto: 7
Oscar Freire: ha corso nella solita maniera, sempre nella pancia del gruppo, al riparo dal vento ed attento a non sprecare la minima energia. Era alla ricerca del poker e, se non fosse stata per la generosità di Cancellara, non ci sarebbe andato molto lontano perché, quando al traguardo mancavano solo 500-600 m era già a ruota di Sagan, pronto a beffarlo. Si deve accontentare del settimo posto in quella che, con ogni probabilità, resterà la sua ultima partecipazione alla Classicissima. Voto: 5
Tom Boonen: ha fatto tirare la squadra per buona parte degli ultimi 80 km ma poi, proprio sul più bello, è venuto a mancare. Sul Poggio è apparso in sofferenza, secondo me perché, come ho già avuto modo di dire, corre troppo al vento e, in una gara di 300 km, è fondamentale sapersi muovere nel gruppo, saper limare per non ritrovarsi con le gambe vuote. Gli anni passano, sono già 32 per Boonen, e questa grande Classica sembra stregata per il fuoriclasse belga che addirittura non riesce a piazzarsi nelle prime dieci posizioni. Peccato. Voto: 4
Mark Cavendish: vedere il Campione del Mondo, dato in grande spolvero e favorito della corsa, salire sulle Manie ad un’andatura cicloturistica, è alquanto penoso. Scopriremo nei prossimi giorni quale problema gli ha impedito di essere competitivo. Voto: 2
Philippe Gilbert: la caduta patita al termine della salita della Cipressa è stata causata dalla sfortuna o da una disattenzione dovuta a stanchezza fisica? Quest’anno, infatti, il dominatore assoluto delle Classiche della scorsa stagione è in forte ritardo di condizione, non si sa se per scelta o meno. Resta il fatto che Gilbert ha interpretato questa Sanremo nettamente al di sotto delle sue potenzialità. Dato, però, che l’incidente lo ha messo fuori gioco prima del Poggio, dove non so cosa avrebbe potuto combinare, non mi sento di esprimere un giudizio sull’atleta. Il Giro delle Fiandre che si correrà fra 15 giorni servirà a dare una risposta alla domanda iniziale. Voto: S.V.
Alessandro Ballan: quest’anno, che corre per un team (la BMC) in cui sono presenti pochi soldati e troppi caporali, deve saper sfruttare al massimo ogni occasione per poter giocare le sue carte. Alla Sanremo, per esempio, dove non era presente Thor Hushovd e che ha visto la partecipazione di un Gilbert non al cento percento, doveva rappresentare, per l’atleta veneto, un’opportunità assolutamente da non sprecare. Invece, sebbene abbia messo alla frusta la squadra, sul Poggio è stato inesistente. E pensare che alla vigilia della corsa aveva dichiarato di sentirsi in piena forma e che proprio quella salita lo ha esaltato parecchie volte gli anni passati. Voto: 4
E. Boasson Hagen: assolutamente insufficiente la gara del norvegese che avrebbe dovuto sfruttare la defaillance del capitano designato per la corsa, Cavendish. Totalmente deficitaria anche la strategia adottata dal Team SKY (voto: 3) che, invece di sacrificare fior di gregari nel vano tentativo di far rientrare un Cavendish evidentemente fuori condizione, avrebbe dovuto preservare gli uomini per supportare al meglio il valente Boasson. Voto: 2
Matthew Goss: il vincitore uscente si rende protagonista di una gara opaca, in cui già dal Poggio è apparso in evidente difficoltà. Per fortuna, Gerrans, suo compagno di squadra, è riuscito a compensare con un bellissimo successo la giornata no del suo capitano. Voto: 4
Francesco Gandolfi