LO SQUALO MORDE, MA HORNER RESISTE
Vincenzo Nibali si impone in solitaria ai Prati di Tivo, staccando tutti a 4 km dal traguardo e resistendo al ritorno di Roman Kreuziger e Chris Horner, giunti al traguardo con 16’’ di riardo. Lo statunitense conserva però la vetta della classifica generale, con 5’’ sul ceco e 12’’ sul siciliano. Domani altra frazione chiave, con l’impegnativo circuito di Offida.
Foto copertina: Vincenzo Nibali sale in solitaria verso il traguardo di Prati di Tivo (foto Bettini)
Sono bastate ventiquattro ore a Vincenzo Nibali per dimenticare l’amarezza del finale della tappa di Chieti, con il discusso sorpasso ai suoi danni da parte di Peter Sagan. Sulla salita dei Prati di Tivo, la più attesa e selettiva della Tirreno – Adriatico, il siciliano si è messo al riparo da sorprese anticipando l’attacco a 4 km dalla vetta, riuscendo in breve a costruire un margine superiore ai 20’’, per poi reggere sulle ultime rampe l’urto della rimonta di Chris Horner e Roman Kreuziger, che continuano a precedere lo Squalo in classifica generale.
A tentare di scombinare i piani della Liquigas, necessariamente formazione faro della gara dopo l’exploit di ieri, hanno provato Jens Debusschere, Kristoff Goddaert ed Egoi Martinez, protagonisti di una fuga della prima ora che, raggiunti i 9’ e mezzo di vantaggio, ha per un attimo dato l’impressione di poter trovare buon esito. Gli uomini di Nibali hanno però saputo reagire tempestivamente, fino a riassorbire Martinez – ultimo degli attaccanti ad alzare bandiera bianca – ad una decina di chilometri dal termine, poco prima che i grossi calibri iniziassero a muoversi.
A rompere gli indugi è stato un poco convinto scatto operato da Joaquim Rodriguez, imitato poco dopo, con lo stesso esito insoddisfacente, da Paolo Tiralongo e dal duo Gusev – Nocentini. Per il primo vero sussulto si è dovuto aspettare di superare lo striscione dei 4 km alla conclusione, allorché Vincenzo Nibali è partito in caccia di quel successo sfumato sul più bello nella giornata di ieri. Lo scatto del siciliano ha trovato meno opposizione del previsto, con Horner e Kreuziger, primo e secondo della generale, più impegnati in un marcamento a uomo a vicenda che non a contenere il margine di Nibali.
Con un paio di chilometri ancora da percorrere, il messinese si è così trovato con un vantaggio di 26’’, che quasi compensava interamente i 34 che stamane lo superavano dalla maglia azzurra. Solo allora Horner si è reso conto di rischiare seriamente – calcolando anche i secondi di abbuono che il leader Liquigas si apprestava a raccogliere – di perdere la vetta della generale, e si è deciso a prendere in mano personalmente le redini dell’inseguimento. La caccia dell’americano ha dato discreti frutti, riuscendo a ridurre a 16’’ il distacco da Nibali in corrispondenza del traguardo, conservando così 12’’ sul siciliano in classifica. Nel mezzo ancora Roman Kreuziger, capace di restare incollato alla ruota del 40enne nativo di Okinawa e di bruciarlo sull’arrivo, scippandogli 2’’ di abbuono e portandosi a soli 5’’ dalla maglia azzurra. Ai piedi del podio provvisorio un bravissimo Rinaldo Nocentini, di ritorno a livelli ai quali mancava almeno dalla settimana in giallo del Tour 2009, e Michele Scarponi, oggi in affanno ma capace di contenere a 18’’ il ritardo al traguardo, chiudendo alle spalle di Johnny Hoogerland, ora 6° in classifica.
Con i primi tre della graduatoria capaci di monopolizzare il podio della tappa regina, la questione vittoria finale sembra ormai ristretta a Horner, Kreuziger e Nibali, con la breve cronometro finale di San Benedetto del Tronto quale probabile teatro del testa a testa decisivo. Il chilometraggio irrisorio della frazione conclusiva – appena 9 km e 300 metri – potrebbe però indurre qualcuno dei tre a muoversi anche nella giornata di domani, che proporrà 181 km di saliscendi quasi ininterrotti con partenza ed arrivo a Offida. A convincere di più negli ultimi due giorni è stato Nibali; fondamentale, per portarsi a casa la maglia azzurra finale, sarà però convincere Peter Sagan, oggi uscito dai giochi per la generale, a sacrificarsi per lo Squalo. Con un tracciato come quello di domani, che pare cucito da un sarto sullo slovacco, potrebbe essere più difficile che dominare i Prati di Tivo.
Matteo Novarini