LEIPHEIMER ESCE DAI GIOCHI NEL GIORNO DI DE GENDT
Due cadute nella discesa del Col de Vence estromettono l’americano dalla lotta per la vittoria finale alla Parigi – Nizza, ora verosimilmente ristretta a Wiggins, Westra e Valverde. Nessun sussulto, per il resto, nella 7a tappa, vinta dal belga De Gendt grazie ad una lunga fuga, prima in compagnia di Taaramae e poi in solitaria. Domani gran finale con la cronoscalata del Col d’Eze.
Foto copertina: Thomas De Gendt alza le braccia al termine della vittoriosa fuga verso Nizza (foto AFP)
Doveva essere una tappa di attesa la settima della Parigi – Nizza, con quattro GPM discretamente impegnativi ma mal collocati e lo spauracchio della cronoscalata del Col d’Eze distante ormai appena ventiquattro ore. Ed in effetti così è stato fin quasi al traguardo, con una prima ora estremamente tirata (oltre 50 km/h di media) cui è seguita una lunga fase di calma piatta della quale hanno saputo approfittare Thomas De Gendt e Rein Taaramae, evasi dal gruppo dopo una cinquantina di chilometri e capaci di costruire un margine che il plotone neppure ha provato a contenere nei limiti del colmabile. A porre la pietra tombale sulle speranze di assistere ad un finale avvincente ha provveduto quindi lo sviluppo della corsa sul Col de Vence, ultima e più selettiva delle quattro ascese in programma: il duo di testa si è infatti spezzato, con Taaramae che ha pagato i postumi dei problemi intestinali dei giorni scorsi, mentre nessuno degli uomini di classifica se la sentiva di azzardare una mossa alla vigilia della tappa più attesa.
Con De Gendt solo al comando, Taaramae troppo staccato per insidiare il belga ma con troppo vantaggio per essere raggiunto e un gruppo compatto e nutrito, tutto pareva convergere verso un finale da pennichella, con una classifica generale congelata fino a domani. A gettare pepe sull’ultima mezzora di gara ha provveduto però una stretta curva a sinistra collocata ad una quarantina di chilometri dal traguardo, costata il secondo scivolone di giornata a Levi Leipheimer, 3° stamane in classifica a 10’’ da Wiggins, già caduto un’ora prima, senza particolari conseguenze. Neppure il secondo capitombolo, a dire il vero, ha avuto ricadute serie sul fisico dell’americano, che si è però trovato a dover recuperare quasi 1’ da un gruppo maglia gialla nel quale gli uomini Movistar, provocando travasi di bile ai benpensanti in visione, tentavano di approfittare della situazione incrementando notevolmente il ritmo.
Il trenino di maglie Omega all’inseguimento è riuscito a ricucire parte del distacco, riportandolo ad una quarantina di secondi, prima che una motocicletta sapientemente parcheggiata a bordo strada da un gendarme segnasse la fine delle speranze dello yankee: Devenyns ha impattato contro l’ostacolo e Leipheimer contro il compagno, volando a terra per la terza volta e salutando definitivamente la maglia gialla. Il 38enne di Butte ha infatti tagliato il traguardo con oltre 16’ di ritardo dal vincitore De Gendt, e soprattutto con più di 7’ dal gruppo, regolato da Degenkolb tre minuti dopo l’arrivo di Taaramae in seconda piazza.
La nuova classifica generale – che di fatto coincide con la vecchia al netto del tracollo dell’americano – vede dunque sempre Bradley Wiggins al comando, con 6’’ su Westra e 18’’ su Valverde, salito sul podio provvisorio. Dovrebbero essere verosimilmente questi tre atleti a giocarsi il successo finale nella prova contro il tempo di domani, più per caratteristiche e condizione dimostrata che non per il margine da gestire sui rivali, per il resto ancora piuttosto vicini (Spilak, Van Garderen e Monfort sono sotto il minuto). Difficile azzardare pronostici: Wiggins avrà dalla sua la specialità e le pendenze non troppo aspre, Valverde la già più volte dimostrata attitudine alle cronometro brevi, Westra una condizione che a Mende è parsa spaziale. Comunque vada, dopo una frazione insipida come quella di oggi, è inevitabile sperare in un finale thrilling.
Matteo Novarini