CAVENDISH NON REPLICA, LA SKY SI’
Con il campione del mondo fuori dai giochi, il Team Sky conquista ugualmente la 3a tappa della Tirreno – Adriatico, grazie allo sprint di Edvald Boasson Hagen. Al norvegese si sono arresi Greipel, Sagan e Farrar, con Belletti, 5°, migliore degli italiani. Domani prime vere salite, con il Passo Lanciano in programma nella tappa-fiume di Chieti.
Foto copertina: Edvald Boasson Hagen celebra il successo di Terni (foto Bettini)
Secondo successo Sky in due giorni alla Tirreno – Adriatico, e questa volta non c’è neppure lo zampino di Mark Cavendish. Dopo la vittoria del campione del mondo ventiquattro ore fa, a prolungare il momento d’oro della corazzata britannica, che continua a guidare parallelamente la classifica generale della Parigi – Nizza con Bradley Wiggins, ha pensato Edvald Boasson Hagen, capace di imporsi sul porfido di Terni in una volata quanto mai caotica. Indolore, dunque, la débacle di Cannonball, forse fiaccato dai pur modesti saliscendi che hanno caratterizzato la seconda parte di una tappa che pareva per il resto disegnata su misura per un suo bis.
Non soltanto il tracciato, ma anche lo sviluppo della gara sembravano il preludio ad una replica della volata vincente di ieri, con il solo Filippo Savini capace di evadere dal gruppo nelle battute iniziali, costruendo un vantaggio massimo di 10’ palesemente destinato a sciogliersi inesorabilmente al primo segnale di vita di un gruppo assai tranquillo per larga parte della giornata. Un segnale giunto soprattutto dalla GreenEDGE del capoclassifica Matthew Goss, cui sono subentrate in un secondo tempo, a fuga ormai archiviata, Liquigas e Lampre, i cui sforzi sembravano dover lanciare più Mark Cavendish che non Peter Sagan e Alessandro Petacchi.
La maglia iridata del britannico, invece, non si è fatta viva nelle posizioni buone del gruppo nemmeno nei chilometri conclusivi, costringendo il Team Sky a virare su Boasson Hagen quale uomo designato per lo sprint. Uno sprint sviluppatosi, come detto, in maniera estremamente confusa, con Oss che ha sì saputo condurre Peter Sagan in buona posizione, ma senza lanciare la progressione del prodigio slovacco alla necessaria velocità , consentendo così la risalita di Farrar e dello stesso Boasson Hagen. Il norvegese ha piegato senza troppi patemi la resistenza del più accreditato americano, riuscendo a resistere al rientro di un Greipel molto brillante ma meno abile quest’oggi nella preparazione alla volata. Sagan ha salvato il podio, scalzando lo stesso Farrar e un buon Manuel Belletti, migliore degli italiani.
Non ha subito sostanziali variazioni la classifica generale, che ha visto Matthew Goss conservare senza alcun patema la leadership, verosimilmente per l’ultimo giorno. Da domani, infatti, gli accomodanti tracciati delle prime due tappe in linea cederanno la scena agli Appennini, che vivranno la loro giornata clou domenica, con l’arrivo in quota dei Prati di Tivo. Prima di rimettere piede laddove nel 1975 Giovanni Battaglin conquistò il suo primo successo al Giro d’Italia, il menù della tappa di domani proporrà però l’ancor più ostica ascesa di Passo Lanciano, ad una cinquantina di chilometri dal traguardo di Chieti. Una frazione che ricorda solo apparentemente quella che quasi in contemporanea si disputerà alla Parigi – Nizza: se in terra francese i 50 km tra l’ultimo colle e la linea d’arrivo saranno infatti all’insegna di discesa e pianura, alla picchiata successiva a Passo Lanciano seguiranno invece 30 km di saliscendi senza respiro, con l’ultimo, durissimo strappo che terminerà ad appena 1 km dalla conclusione. A contribuire alla selezione potrebbe inoltre provvedere la lunghezza titanica di 252 km, che renderà ancor più indigeste le già arcigne rampe che si succederanno nell’ultimo scorcio di tappa. Malgrado tre tappe siano già alle spalle, la vera Tirreno si aprirà domani.
Matteo Novarini