LA PIOGGIA BEFFA WIGGINS

marzo 4, 2012
Categoria: News

Il britannico del Team Sky, uomo da battere nella 1a tappa della Parigi – Nizza insieme a Tony Martin, si arrende per un solo secondo a Gustav Erik Larsson. Decisivo il mutamento delle condizioni climatiche, che ha costretto Wiggins a gareggiare sotto una pioggia battente. Completa il podio Levi Leipheimer, mentre Martin delude, chiudendo 28° a 25’’ dal vincitore.

Foto copertina: Erik Larsson veste la prima maglia gialla della Parigi – Nizza 2012 (foto AFP)

Si apre nel segno della pioggia la Parigi – Nizza 2012, e non soltanto perché il cattivo tempo ha caratterizzato larga parte della prima frazione, 9 km e mezzo a cronometro da Dampierre-en-Yvelines a Saint-Rémy-lès-Chevreuse. Oltre ad accompagnare molti dei 176 partenti, l’acqua riversatasi sul tracciato ha infatti deciso di fatto la lotta per l’assegnazione della prima maglia gialla della Corsa del Sole, contesa tra Gustav Erik Larsson e Bradley Wiggins. Lo svedese ha gareggiato in condizioni certo non ottimali, ma infinitamente migliori rispetto a quelle con cui si è trovato a fare i conti il britannico, partito quando i tempi di altri atleti, più alti delle attese, iniziavano a far pensare che la vittoria stesse ormai prendendo la via della Scandinavia.
Dopo essere transitato con 1’’ di vantaggio su Larsson al primo intermedio, collocato in cima alla Cote des Dix-sept Tournants, Wiggins è invece riuscito, contro pronostico, a limitare i danni anche nel successivo tratto in discesa, in cui le condizioni del sempre più viscido manto stradale rischiavano di penalizzarlo oltremodo. Avendo dalla sua il lieve vantaggio di conoscere il tempo del rivale, il vincitore dell’ultimo Giro del Delfinato ha sfiorato quella che sarebbe stata una piccola impresa, trovandosi alla fine costretto ad inchinarsi per un secondo e mezzo. Divario che appare legittimo ricondurre più ai differenti orari di partenza che non ad una reale superiorità di gambe del pur meritevole vincitore, già argento nelle prove contro il tempo dei Giochi Olimpici di Pechino e dei Mondiali di Mendrisio.
Smaltita la delusione della beffa per il successo parziale, Wiggins potrà comunque consolarsi gettando un occhio alla prima classifica generale. Se Leipheimer, Van Garderen e Chavanel, tra i big, hanno infatti saputo contenere il distacco entro una manciata di secondi (4, 9 e 12 rispettivamente nei confronti di Larrson), assai peggio è andata agli altri pretendenti alla maglia gialla finale, primo fra tutti quel Tony Martin che condivideva con l’inglese i galloni di favorito, e che ha invece reso al tre volte olimpionico ben 24’’. Alejandro Valverde, da molti ritenuto l’uomo faro della Parigi – Nizza dopo la recente affermazione alla Vuelta a Andalucia, e motivato più di ogni altro dopo i due anni di stop, ha sfogato tutta la sua voglia di riscatto nel tratto in salita, dove ha fatto registrare il 4° tempo, prima però di cedere parecchio nella sezione a lui meno favorevole, fino ad assestarsi a 30’’ dalla testa. Ancor peggio è andata a Ivan Basso (+43’’), Frank Schleck (+54’’), Damiano Cunego (+57’’) e Andy Schleck (+1’01’’), anche se le condizioni di questi e altri nomi di altissimo profilo (pensiamo ad esempio a Denis Menchov) sono pressoché incognite, trattandosi di atleti che contano di raggiungere il top della forma assai più in là nella stagione.
Proprio i moltissimi punti di domanda che circondano le condizioni di molti corridori di indubbio valore rendono pressoché impossibile distinguere oggi quali big vadano seguiti con attenzione, e quali siano invece qui solamente in funzione di successivi appuntamenti. Dubbi che continueranno ad aleggiare verosimilmente almeno per le prossime ventiquattro ore, con la Mantes-la-Jolie – Orléans di domani che si propone come terreno di caccia per i velocisti presenti. Maggiori indicazioni giungeranno martedì, quando la Paris – Nice vivrà la prima di cinque frazioni con tracciati che ricorderanno quelli delle classiche, prima della decisiva cronoscalata finale al Col d’Eze.

Matteo Novarini

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