SAN GIORGIO DEL SANNIO – FROSINONE. VELOCISTI, RIAVANTI… MARSCH!!!
Tornano in scena i velocisti dopo due giorni d’astinenza. Per loro, al nono giorno di gara è stata approntata una delle frazioni più facili del Giro 2012, movimentata solo da qualche saliscendi che non dovrebbero costituire un ostacolo insormontabile. Il finale sarà più “leggero” rispetto a quello della tappa vinta da Mazzanti nel 2005, più complicato altimetricamente, e le possibilità di riuscire ad arrivare tutti assieme sul rettilineo d’arrivo saranno maggiori. Anche se un breve e malefico strappo al 13%, piazzato a 9 Km dall’arrivo, potrebbe tarpare le ali a qualche sprinter.
Settantadue ore di museruola e adesso briglia sciolta ai velocisti. Dopo tre giornate di navigazione nelle retrovie oggi gli sprinter torneranno protagonisti, pronti a calcare il palcoscenico dell’ultimo chilometro. Fin lì il film della tappa sarà saldamente nelle mani della regia delle loro squadre, che non dovrebbero avere molte difficoltà a mantenere il controllo della situazione in una delle frazioni più semplici del Giro 2012. Non s’incontreranno molte difficoltà nei 171 Km che separeranno la partenza dal traguardo di Frosinone, dove il Giro è giunto l’ultima volta nel 2005. Allora non ci fu volata vera perché, pur seguendo la stessa direttrice sud – nord della frazione odierna, si affrontava un finale differente e piuttosto vallonato, che permise a un gruppetto di cinque corridori, scattati proprio a ridosso del traguardo, di tagliare la linea d’arrivo con 4” di vantaggio sul gruppo. Per la cronaca quel giorno vinse a “tavolino” Luca Mazzanti, dopo la retrocessione di Paolo Bettini, reo d’aver stretto contro le transenne l’australiano Cooke, causandone la caduta. Dopo anni di “vacche magre” per i velocisti, quest’anno s’è deciso di aumentare il numero di traguardi a loro dedicati (saranno in tutto sette, pari a un terzo dell’intero Giro, contro le appena quattro volate disputate l’anno scorso) e per questo si è optato per un finale meno impegnativo per la tappa frusinate, anche se gli ultimi 25 Km saranno comunque i più impegnativi della tappa, “incattiviti” da una serie di saliscendi che non dovrebbero preoccupare più di troppo i velocisti e le loro formazioni, chiamate comunque a tenere gli occhi ben aperti perché qualcuno ci proverà sicuramente, come sempre accade quando si sente “puzza” di salita e si cullano sogni di gloria.
Toccato il suo estremo meridionale il giorno precedente a Lago Laceno, il Giro incomincerà la risalita della penisola… scendendo dal colle sui cui sorge San Giorgio del Sannio, in direzione di Benevento. Riattraversata la città delle “janare” (le famigerate streghe), inizierà il tratto più veloce e monotono della tappa, una sessantina di chilometri di continua superstrada, dove il trascorrere dei chilometri sarà sancito dagli svincoli per i centri abitati. La prima parte di questo tratto si snoderà nella valle del Calore, avendo sulla destra le estreme pendici meridionali del Matese, fronteggianti quella della “Dormiente del Sannio”, com’è stato ribattezzato il massiccio costituito dai monti Taburno e Camposauro perché, visto da Benevento, ha la sagoma di una donna coricata.
Rasentata Telese, località divenuta termale grazie al grande terremoto che scosse l’intero Appennino Centrale nel 1349 e che portò alla luce dal sottosuolo sorgenti d’acque ricche di zolfo, si cambierà “habitat” salutando la valle del Sele per passare in quella, più ampia, del Volturno. Sempre il Matese farà da compagno di viaggio ai “girini” sul lato destro, mentre a sinistra faranno la comparsa i monti Trebulani, il cui nome ricorda l’antica colonia romana di Trebula Baliniensis.
Concluso questo interminabile tratto di strada moderna, il percorso della nona frazione su una delle più gloriose vie di comunicazione d’Italia, la SS 6, conosciuta come “Via Casilina” fin dal medioevo e che era, ancor prima, stata tracciata dai romani per collegare la capitale dell’impero alla scomparsa città di Casilium, abbandonata quando gli abitanti si trasferirono nella vicina Capua Antica e poi ripopolata nel periodo delle incursioni saracene (i due centri corrispondenti alle odierne Capua e Santa Maria Capua Vetere). Il gruppo la imboccherà in direzione di Roma superando, nel volgere di 17 Km, 83 anni della nostra nazione, corrispondenti quasi per intero al periodo monarchico. Si toccheranno, infatti, in capo e in coda a questo tratto, la Taverna della Catena e il Sacrario del Monte Lungo, vale a dire il luogo dove avvenne lo storico incontro tra Vittorio Emanuele II (allora ancora Re di Sardegna) e Garibaldi – atto terminale dell’Impresa dei Mille – e il monte sul quale, mentre il Regno d’Italia era già nella parabola discendente, nel dicembre del 1943 si combatté l’omonima battaglia, la prima dell’Esercito Italiano regolare avvenuta dopo l’armistizio di Cassibile e che vide i nostri militari, affiancati agli alleati, sconfiggere i tedeschi.
Entrati in Lazio le tristi pagine del secondo conflitto mondiale continueranno a scorrere. Arrivati a Cassino sarà, infatti, inevitabile tornare con la memoria al bombardamento che distrusse l’abbazia fondata nel 529 da San Benedetto da Norcia. Chi vorrà, per una volta, sottrarsi a questi ricordi “stereotipati” avrà l’imbarazzo della scelta perché la cittadina laziale offre al turista altri monumenti di pregio, solitamente adombrati dalla fama del sovrastante monastero: si va dalla Rocca Janula all’area archeologica dell’antica Casinum, nella quale spicca l’anfiteatro, mentre fuori città, presso gli scarsi resti della villa del letterato romano Marco Terenzio Varrone è stato realizzato nel dopoguerra l’importante parco naturale-termale delle “Terme Varroniane”.
Sfiorando il piede meridionale del Monte Cairo, elevazione che deriva il nome da un tempio dedicato ad Apollo Clario e situato sul luogo dove sarà eretta l’abbazia, il percorso procederà in lieve ma continuo falsopiano per una ventina di chilometri, transitando a breve distanza dai centri storici di Roccasecca (paese natale di San Tommaso d’Aquino, venerato come “dottore della Chiesa” dai cristiani) e Arce, con la sovrastante Rocca d’Arce che conserva parte delle mura megalitiche dell’antica “Arx Volscurum”.
Giunti nell’industre centro di Ceprano (nel 1994 vi sono stati rinvenuti i resti di un corpo che rappresentano una delle testimonianze più antiche della presenza dell’uomo nel vecchio continente, il “nonno degli europei” insomma), si lascerà il tracciato della tappa del 2005 per addentrarsi tra le prime propaggini dei Monti Ernici e iniziare il tratto più impegnativo di questa tappa, costituito da una serie di morbidi saliscendi. Lasciata la strada per il panoramico centro di Boville Ernica, iscritto nel club dei “Borghi più belli d’Italia”, arriverà il momento più difficile per i velocisti e le loro formazioni, un breve strappo al 13% che condurrà il gruppo nella frazione verolana di Sant’Angelo in Villa, “Cima Coppi” di giornata dall’”alto” dei suoi 309 metri. Superato quest’ostacolo e trascurata la deviazione per il centro madre di Veroli (meritevole di una deviazione per ammirarne i quartieri medioevali), ai velocisti che avranno saputo resistere il percorso non opporrà più nessuna difficoltà. Da lì al traguardo, infatti, ci saranno meno di una decina di chilometri velocissimi, che scorreranno via in un lampo complice la strada tracciata in lieve discesa. Si andrà talmente così veloce che chi si sarà avvantaggiato sullo strappo sarà sicuramente ripreso mentre, al contrario, chi l’avrà patito e si sarà staccato difficilmente riuscirà a rientrare, perdendo così la possibilità di battersi in una volata “elitaria”. Un traguardo per molti, ma non per tutti.
VARIAZIONI PERCORSO
Modificato il tratto finale della tappa. Arrivati a Ceprano i corridori non imboccheranno la provinciale per Strangolagalli ma seguiteranno a percorrere la statale Casilina (SS 6), come nella tappa del 2005. Arrivati in città alta si abbandonerà anche il tracciato di quella frazione per raggiungere la piana sottostante con una discesa più lineare e più veloce. L’unica reale insidia di questo finale sarà rappresentata da una curva a V piazzata a 400 metri dall’arrivo.
I VALICHI DELLA TAPPA
Selletta (152m). Vi transita la SS 6 “Via Casilina” tra Mignano Monte Lungo e la località San Cataldo. Vi si stacca la strada diretta al Sacrario Militare di Mignano Monte Lungo.
Sella delle Pastinelle (102m). Aperta tra i monti Trocchio e Maio, coincide con l’omonima località, posta sulla SS 6 “Via Casilina”, tra Taverna di San Vittore del Lazio e Cassino. Vi si stacca la strada diretta a Cervaro.
Colle Mattarello, Colle Mausoleo (251m). Valicati dalla strada provinciale che collega Strangolagalli a Sant’Angelo in Villa, prima di giungere al bivio per Boville Ernica. TOLTI DAL PERCORSO
Valico di San Filippo (200m). Vi transita la SS 6 “Casilina” nel suo tratto più impegnativo, tra Frosinone ed il bivio per Torrice.
Mauro Facoltosi
FOTOGALLERY
Foto copertina: scorcio del centro storico di Frosinone (agriturismo.agraria.org)