VALVERDE, FUCILATA CHE CENTRA DUE BERSAGLI
Il murciano è autore di un’azione impressionante negli ultimi 400 metri della salita che porta al Santuario Virgen e Araceli e oltre a vincere la tappa con 10” su Menchov, Taaramae e Frank Schleck balza anche al comando della generale grazie al crollo di Gretsch. Ottima prova anche del bergamasco Carrara 7° al traguardo.
Foto copertina: Alejandro Valverde taglia in solitaria il traguardo della 2a tappa (foto Bosco Martin)
La seconda tappa della Vuelta Andalucia, 144,7 km da Malaga a Alto Santuario Virgen de Araceli, si presentava come la più impegnativa della corsa non tanto per l’ascesa iniziale di Puerto de Patas Cortas nè per quella di prima categoria immediatamente successiva di Puerto del Torcal dopo 45 km di corsa quanto per quella di 5 km con pendenze anche del 18% che da Lucena portava al traguardo. Un finale del genere era cucito su misura per Valverde (Movistar) che già al Tour Down Under aveva dimostrato di essere tornato ad alti livelli e in effetti gli uomini di Unzue sono sempre rimasti in testa al gruppo per preparare il terreno al murciano andando a riprendere i fuggitivi di giornata Buffaz (Cofidis), partito al km e rimasto in avanscoperta fin quasi ai piedi della salita finale dopo aver accumulato un vantaggio massimo di 6′, e Rosendo (Andalucia) che si era lanciato all’inseguimento del francese senza però poterlo agganciare e si è quindi lasciato riprendere dal gruppo.
Poco altro è successo nei primi 140 km con le due ascese iniziali che affrontate con andatura blanda non hanno fatto selezione e la battaglia è stata rimandata all’ultima salita: il primo a provarci a 3 km dal traguardo è stato Galdos (Caja Rural), che poche centinaia di metri dopo ha però ceduto, sul quale si sono portati Lelay (Saur-Sojasun), Spilak (Astana) e in funzione di stopper Intxausti (Movistar) ma all’inizio del tratto più duro il gruppo che aveva perso già molti elementi tra cui la maglia rossa Gretsch (Project 1T4I) si è riportato sui primi. Ne è seguita una lunga fase di studio finchè a 400 metri dal traguardo sul tratto più Valverde ha aperto il gas ed è stato inavvicinabile per gli avversari andando a trionfare in solitaria con 10” su Menchov (Katusha), Taaramae (Cofidis) e Frank Schleck (RadioShack), che come il russo può essere soddisfatto della brillantezza dimostrata in un arrivo sulla carta non adatto alle loro caratteristiche di fondisti. In ogni caso chi più chi meno i più forti sono arrivati tutti nelle prime posizioni con Lagutin (Vacansoleil) 5° a 13”, Anton (Euskaltel) 6° a 15”, un più che positivo Carrara (Vacansoleil) 7° a 21” in compagnia del protagonista di diverse fughe all’ultima Vuelta España Palomares (Andalucia), Samuel Sanchez (Euskaltel) 9° a 23” e Coppel (Saur-Sojasun) 10° a 24”. La sparata finale di Valverde è stata analoga a diverse altre effettuate prima della squalifica per l’Operacion Puerto ma forse quella che la ricorda di più fu quella dell’Alto del Morredero alla Vuelta 2006 quando partendo sempre ai 400 metri dal traguardo andò a raggiungere e superare Vinokourov che sembrava lanciato verso il successo anche se poi il kazako ebbe la meglio nella classifica generale.
Malgrado l’assenza di abbuoni il murciano è anche riuscito a recuperare il gap accumulato nel prologo di San Fernando rispetto a Taaramae e comanda ora la generale con 3” sull’estone, 8” su Coppel, 14” su Menchov e 15” su Lagutin mentre Carrara è 15° a 29”. Difficilmente questa Vuelta Andalucia sfuggirà al leader della Movistar che potrà anzi incrementare il vantaggio sullo strappo di La Guardia de Jaèn, sia pure meno impegnativo di quello del Santuario de Araceli, in cima al quale si conclude la quarta e ultima tappa; la terza frazione di 157,1 km da Montemayor a Las Gabias dovrebbe invece veder tornare in scena i velocisti anche se l’Alto de la Malaha la cui vetta è posta a meno di 6 km dal traguardo potrebbe sparigliare le carte.
Marco Salonna