GREIPEL SFRUTTA LA SUA OCCASIONE D’ORO
Il tedesco della Columbia – HTC ripete la volata vincente di Liegi, battendo nettamente Boonen e Bennati al termine dei 174 km da Tarragona a Vinaros, e si veste d’oro, strappando la leadership a Cancellara. Grazie agli abbuoni, Greipel balza in testa alla classifica generale, davanti a Boonen, Bennati, Farrar e Cancellara, ex leader. Splendido tentativo nel finale da parte di Philippe Gilbert, raggiunto però a 3 km dal traguardo.
La Vuelta torna in Spagna, e, limitandoci a guardare il risultato, potremmo dire che è ripresa da dove aveva lasciato. Due giorni fa, a Liegi, Andre Greipel aveva colto una netta affermazione sotto il diluvio, approfittando della decimazione del gruppo, provocata da una caduta a meno di 3 km dal traguardo. Oggi, a Vinaros, il tedesco si è ripetuto in maniera ancor più convincente, ottenendo un’affermazione ugualmente netta, ma al cospetto di tutta la ricca schiera di velocisti presenti: Boonen e Bennati, che hanno completato in quest’ordine il podio, Freire, Bozic, Farrar e tutti gli altri, con la sola eccezione di Ciolek, finito a terra all’ultimo chilometro.
In realtà, i corridori si sono resi conto molto presto di essere tornati nella patria del terzo GT della stagione, dal momento che il fresco e la pioggia dei primi giorni belga-olandesi hanno lasciato il posto ad un sole cocente e ad una temperatura che ha sfiorato i 37°. L’andamento della 5a frazione di questa prima settimana di Vuelta, che tanto ci ricorda gli avvii sonnacchiosi di certi Tour leblanchiani, tuttavia, non è stato molto dissimile da quello dei giorni trascorsi al Nord, con una fuga da lontano promossa da Julian Sanchez Pimienta, Aitor Hernandez Gutierrez, José Antonio Lopez Gil, Julien El Fares, Matthé Pronk e Serafin Martinez, giunta ad un vantaggio massimo di 4’30’’. I sei non sono comunque mai parsi in grado di impensierire seriamente il gruppo, che ha agevolmente controllato una tappa dai ritmi non esattamente frenetici, andando a riprendere i coraggiosi a poco meno di 20 km dal traguardo.
È stata a quel punto la Rabobank a prendere decisamente in mano la situazione, imponendo un ritmo elevatissimo lungo le strette strade della Comunidad Valenciana, allungando un gruppo rimasto comunque compatto fino ai 10 dal traguardo. Proprio dopo lo striscione dei -10, infatti, sul breve strappo dell’Alto de la Ermita (poco più di 1 km, tanto che non è stato neppure classificato come GPM), David De La Fuente ha acceso la miccia, scattando secco, e guadagnando subito qualche decina di metri. Appena il tempo di riconoscere il corridore in maglia blu, e alle sue spalle è uscito dal gruppo un proiettile in tenuta rossonera, rispondente al nome di Philippe Gilbert, capace di raggiungere in un amen il battistrada, e, nel pieno rispetto del nome della salita, di andarsene in perfetta solitudine con un ulteriore cambio di ritmo.
Mentre noi spremevamo vanamente le meningi per cercare di trovare una valida ragione per cui corridori quali Ballan, Cunego, Nocentini & co., venuti alla Vuelta sì per preparare il Mondiale, ma – vogliamo sperare – anche in cerca di qualche successo di tappa, non hanno nemmeno accennato a seguire il belga, Gilbert si gettava in discesa, arrivando a guadagnare addirittura 23’’ sul gruppo a 5 km e mezzo dal traguardo. Terminata la picchiata, la Quick Step è finalmente riuscita ad organizzare l’inseguimento, alquanto caotico nel tratto in discesa, disponendosi pressoché al completo in testa al gruppo. Dal canto suo, Gilbert aveva probabilmente esagerato sulla salita, sottovalutando il successivo tratto in pianura (e non è la prima volta che il belga, al momento dell’attacco, esagera: basti pensare alla sfuriata sullo Sprimont alla Liegi – Bastogne – Liegi, preludio ad una fase di crisi nera sulla Roche-aux-Faucons).
L’ormai inevitabile ricongiungimento si è materializzato poco dopo lo striscione dei 3 km al traguardo, e l’inseguimento ha allora lasciato spazio alla consueta battaglia fra i treni Quick Step, Liquigas e Columbia. Se nei giorni scorsi erano sempre stati gli uomini di Greipel a prevalere, questa volta il risultato della lotta è stato un mix di colori diversi in testa al gruppo all’ultimo chilometro, con Sieberg (Columbia) che ha lanciato Sabatini (Liquigas), che a sua volta ha tirato la volata a Bozic. A questo miscuglio di maglie diverse al comando si sono aggiunti i tempi più che discutibili con cui lo stesso Sabatini si è fatto da parte (o, se preferite, quelli con cui è partito), che hanno fatto sì che Bozic, in quel momento in seconda posizione, aspettasse a partire.
La velocità è così crollata, e lo sprint è stato lanciato praticamente da fermo da un Bennati con troppa fretta di partire. L’aretino è stato così sopravanzato con relativa facilità da Boonen, che ha però a sua volta dovuto subire il ritorno prepotente di Andre Greipel, che ha regalato al Team Columbia – HTC il terzo successo di tappa consecutivo, nonché secondo personale. I 20’’ di abbuono ottenuti grazie al successo, uniti a quelli che già il tedesco aveva rastrellato ai traguardi volanti, hanno consentito al teutonico di vestirsi di amarillo (preferiamo il termine spagnolo a “giallo oro”, traduzione letterale), strappando le insegne del primato dalle spalle di Fabian Cancellara. Curiosamente, l’ordine d’arrivo di questa prima tappa in territorio iberico corrisponde esattamente, nelle prime quattro posizioni, alla classifica generale: 1° Greipel, 2° Boonen (+6’’), 3° Bennati (+17’’), 4° Farrar (+21’’). L’ex capoclassifica è ora 5° a 27’’, ma i 30 km contro il tempo di Valencia, in programma venerdì, fanno pensare che i giorni d’oro di Cancellara non siano ancora terminati.
Domani, oltre a dover sperare in un clima leggermente meno sahariano di quello odierno, i corridori si troveranno di fronte un altro percorso tutto sommato per velocisti, anche se i tre GPM di 3a categoria disseminati lungo i 176,8 km con partenza e arrivo a Xativa, uniti ai due strappetti posti a ridosso dell’arrivo, fanno pensare alla possibilità di una giornata un po’ più battagliata di quelle vissute sinora. Qualora così non fosse, poco male: venerdì si inizia a fare sul serio, con la già citata prova contro il tempo di Valencia. Di lì in avanti, per almeno dieci giorni, lo spazio per respirare sarà prossimo allo zero.
Matteo Novarini