RECANATI – ROCCA DI CAMBIO. IL GIRO ESULA A MONTENARA

maggio 12, 2012
Categoria: News

Il Giro torna sul luogo del misfatto, nelle terre dell’esilio cinematografico di Don Camillo, per il primo arrivo in salita dell’edizione 2012. Non sarà un finale robusto e sanguigno, com’era invece il temperamento del sacerdote reggiano, ma l’occasione per dare una prima, sommaria scremata alla classifica in salita e per cercare di recuperare le eventuali défaillance patite ventiquattrore prima sugli sterrati marchigiani. Sorprese a parte, al traguardo dovrebbero arrivare davanti in molti, com’era successo l’anno scorso a Montevergine. Le salite vere arriveranno più avanti.

Ricordate “Il ritorno di Don Camillo”, il secondo capitolo della saga scaturita dalle pagine di Giovannino Guareschi e che vedeva il sanguigno sacerdote mandato in esilio a Montenara, sperduto e sparuto paesino dell’appennino reggiano? Ebbene, il cinema è finzione, questo è risaputo, non sempre gira nei luoghi dove si svolgono i fatti narrati e questo è proprio il caso di Montenara. Se è assodato che Brescello è proprio il paese situato sulle rive del “grande fiume”, il paesello del “confino” sta da tutt’altra parte ed è proprio quella Rocca di Cambio dove oggi si arrampicherà il Giro, scelta dalla troupe per questioni di comodità, essendo l’Abruzzo più vicino dell’Emilia agli studi di Cinecittà, dove furono girati tutti gli interni, compresa la chiesa del famoso “crocefisso parlante”. Lassù si consumerà il primo arrivo in salita, ma non sarà un’ascesa faticosa come quella che toccò a Fernandel, costretto ad arrancare su per un erto sentiero con l’inseparabile Gesù in croce sulle spalle. Oggi la strada è diventata bella e comoda, l’ideale per una prima tappa di montagna di un grande Giro, alla quale è chiesto di creare una prima, sommaria selezione senza provocare grandi sconquassi. Il finale è, dunque, paragonabile a quello del primo traguardo in quota della scorsa edizione, quello di Montevergine, molto simile a Rocca di Cambio per lunghezza, dislivello e pendenze. Nei 17,5 Km al 4,5% che condurranno sull’Altopiano delle Rocche le difficoltà saranno diversamente distribuite rispetto all’ascesa campana, con ventuno tornanti scaglionati lungo l’intero decorso della salita (al santuario avellinese erano della medesima quantità, ma concentrati negli ultimi chilometri), che nel finale “cederà” nettamente, prendendo la fisionomia di una gradinata, nella quale si alterneranno tratti pedalabili a due tronconi in lieve discesa. Variazioni di ritmo che costituiranno l’ingrediente in più dell’ascesa abruzzese e potrebbero costare qualche gruzzoletto di secondi a qualcuno, in particolar modo se la tappa sarà partita da Recanati a ritmo elevato. Giunti a quel punto, infatti, non si avranno nelle gambe solo l’ascesa finale ma anche i precedenti 200 Km (la tappa di Montevergine ne misurava la metà), anch’essi caratterizzati da un tracciato misto. Che non si tratti, però, di una salita particolarmente dotata lo testimonia l’arrivo della 3a tappa della Tirreno – Adriatico del 2002, vinta in solitudine da Danilo Di Luca (il successo dell’abruzzese fu favorito dalla sua classe e dalla stagione, è insolito affrontare in gara ascese così impegnative a marzo), con 14” su Dekker e Pellizotti, 16” su Savoldelli e poi una trentina di corridori tutti classificati a 22”.
Come nella tappa precedente, quella dello sterrato (il cui decorso potrebbe anche influenzare quello di questa frazione), si partirà dalla cima d’una collina e, una volta discesi, subito si dovrà salire per raggiungere la dirimpettaia Macerata. È il biglietto da visita di questa frazione, che poi planerà nella valle del torrente Fiastra, risalendola quasi per intero. Proprio all’inizio di questo tratto il percorso sfiorerà l’omonima abbazia, eretta dai cistercensi nel 1142 sul luogo di una precedente benedettina e oggi “incastonata” nel cuore di una piccola riserva naturale. Pedalando in un tipico paesaggio di fondovalle scarsamente antropizzato (i centri principali stanno in alto, sulla cima dei colli) si prenderà lentamente quota, lambendo i resti dell’antica Urbs Salvia, progenitrice dell’odierna Urbisaglia e il cui teatro è considerato il principale monumento archeologico della regione, oltre che uno dei più grandi d’Italia e l’unico ad aver conservato ampie tracce dell’originario intonaco dipinto. Transitati ai piedi del colle di San Ginesio (dall’alto dei suoi 680 metri di quota si è meritato il titolo di “Balcone dei Sibillini”), si lascerà la valle alle porte di Sarnano, importante stazione di villeggiatura frequentata sia d’estate per le terme, sia d’inverno per la possibilità di sciare sulle piste del comprensorio del Sassotetto, uno dei principali delle Marche, conosciuto anche agli appassionati delle due ruote perché l’impegnativa salita che vi conduce è stata inserita per tre anni consecutivi, dal 2009 al 2011, nel tracciato della Tirreno –Adriatico, ricoprendo sempre il ruolo di momento chiave della “corsa dei due mari”. Per il gruppo impegnato nella settima tappa del Giro 2012 non è, invece, ancora giunto il momento di misurarsi con le salite vere. Per ora s’incontrerà solo un po’ di “maretta” altimetrica pedalando verso Amandola, dove ci si discosterà dalle colline per inoltrarsi con più decisione verso i Sibillini, catena montuosa popolata di miti e leggende, da quella che individuò lassù la grotta della Sibilla Appenninica a quella del Lago di Pilato, nel quale sarebbe dopo la morte precipitato il corpo del prefetto che condannò a morte Gesù Cristo (ma oggi tutti lo conoscono anche come “Lago degli Occhiali” per la forma che talvolta assume). È in vista del pittoresco borgo di Montefortino che avrà inizio la prima ascesa “over 1000” del Giro 2012, diretta al Colle Galluccio (1190 metri), in realtà non unitaria ma composta di tre salite distinte, separate da tratti in discesa. La prima razione, 11,2 Km al 4,3%, si concluderà al bivio sottostante Montemonaco, il secondo per altitudine dei comuni marchigiani, “fornito” di viste panoramiche che arrivano ad abbracciare il Gran Sasso e l’Adriatico. La porzione di mezzo, circa 4 Km al 5,8% %, introdurrà la discesa su Montegallo e la balza finale verso il valico, la più impegnativa (6,2 Km al 5,3% con picchi al 16%) ma anche molto spettacolare. Ad una salita così discontinua succederà una discesa esattamente agli antipodi, compatta, che porterà il gruppo nella valle del Tronto, nel tratto nel quale questa supera il confine tra Marche e Lazio. Procedendo in falsopiano si entrerà in uno degli angoli più reconditi della regione della capitale, conosciutissimo a livello gastronomico perché è in questo scampolo d’appennino che si adagia il centro di Amatrice, la patria della “pasta alla griscia” (dal nome della frazione di Grisciano) che, dopo la felice intuizione di aggiungervi la salsa di pomodoro, alla fine del XVIII secolo darà corpo alla celeberrima amatriciana. Questa non è l’unica leccornia della zona, che offre al palato anche la mortadella di Accumoli, “prodotto agroalimentare tradizionale” confezionato con le carni dei suini allevati allo stato semibrado sui pascoli dei Monti della Laga, meno conosciuta di quella della prodotta nella non lontana Campotosto, nota anche come “Coglioni di mulo”. Sono prelibatezze che non potranno assaporare i corridori, anche se per questi sarà giunto il momento del rifocillamento perché siamo quasi a metà tappa, solitamente il momento nel quale si effettuano le operazioni di rifornimento fisse. Nel frattempo il tracciato avrà ripreso a salire e, entrati in Abruzzo, con dolci pendenze si scollineranno i 1152 metri del Piano Palasone (ascesa che non sarà valida per la classifica del GPM) per poi scendere nella valle dell’Aterno-Pescara, il più lungo fiume della regione. Seguendone il corso, in capo ad una trentina di scorrevoli chilometri il gruppo si porterà all’Aquila, annunciata da due delle principali testimonianze storiche e artistiche della regione, gli scavi della città sabina di Aminternum – dove ebbe i natali lo storico Sallustio – e, in località San Vittorino, il complesso costituito dalla chiesa romanica di San Michele Arcangelo e dalle sottostanti e più antiche catacombe di San Vittorino.
Il passaggio nel cuore del capoluogo sarà il terzo “abbraccio” in quattro anni che il Giro elargirà alle terre squassate dal terremoto dell’aprile 2009, dopo la pedalata organizzata nel giorno di riposo del Giro di quello stesso anno e dell’arrivo di tappa nel 2011, al termine di una frazione che rischiò di scardinare tutti gli equilibri del Giro, complice una fuga-bidone sottovalutata dagli assi e che ricordò a tutti l’impresa di Assirelli e Clerici nel 1954. Quella volta, però, i due accumularono un vantaggio tale che nessuno riuscirà, nonostante le Dolomiti, a levare dalle spalle di Clerici quella maglia rosa conquistata proprio all’Aquila.
Usciti da un centro che, pian piano, sta risanando tutti i suoi edifici, privati e monumentali (su tutti è divenuta suo malgrado celebre quella che le cronache del sisma hanno portato alla ribalta, la chiesa delle Anime Sante), si avrà dinanzi ancora qualche chilometro scorrevole prima di attaccare l’ascesa finale verso Rocca di Cambio e assistere alle prime sfide montane del 95° Giro d’Italia, già pregustandole robuste come le “baruffe reggiane” che contrapponevano Don Camillo e il sindaco Peppone.

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella. Non segnalata sul testo di riferimento “Valichi stradali d’Italia” (Georges Rossini, Ediciclo), è valicata dalla SS 78 “Picena”, all’altezza della località Gabella Nuova, poco prima di giungere a Sarnano.

Sella (900 m). Aperta a ovest del Monte Propezzano, è valicata dalla strada provinciale che collega Montemonaco a Montegallo. È il culmine del secondo dei tre tratti di salita verso il Colle Galluccio.

Passo di Galluccio (1170 m). Aperto ad sud-ovest del Monte Vettore, è valicato dalla provinciale che collega Montegallo ad Arquata del Tronto. Sulle cartine del Giro è segnalato come Colle Galluccio ed è quotato 1190 metri. Passaggio inedito per il Giro, nel 1986 il Galluccio è stato inserito nel percorso della tappa Civitanova Marche – Ascoli Piceno della Tirreno-Adriatico, vinta allo sprint dall’olandese Jean-Paul Van Poppel dopo che al GPM era svettato per primo il compianto Laurent Fignon.

Valico (1054 m). Valicato dalla SS 471 “di Leonessa” tra Borbona e Montereale. Vi confluisce una strada che proviene da Santa Vittoria e dalla quale giungerà i “girini” dopo essere transitati dal Piano Palasone.

Valico Rocca di Cambio (1382 m). Valicato dalla SS 5 bis “Vestina-Sirentina” tra San Martino d’Ocre e il bivio per Rocca di Cambio.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Foto copertina: Don Camillo arranca verso Rocca di Cambio alias Montenara (fotogramma del film “Il ritorno di Don Camillo” di Julien Duvivier, 1953)

Recanati, Piazza Leopardi (www.solotravel.it)

Recanati, Piazza Leopardi (www.solotravel.it)

Macerata (www.paesionline.it)

Macerata (www.paesionline.it)

Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (panoramio)

Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (panoramio)

Urbisaglia, teatro di Urbs Salvia (www.agriturismopascucci.it)

Urbisaglia, teatro di Urbs Salvia (www.agriturismopascucci.it)

Montefortino (panoramio)

Montefortino (panoramio)

Lago di Pilato, alias Lago degli Occhiali (tavernafoce.altervista.org)

Lago di Pilato, alias Lago degli Occhiali (tavernafoce.altervista.org)

La mortadella di Campotosto (www.meraviglioso.abruzzo.it)

La mortadella di Campotosto (www.meraviglioso.abruzzo.it)

Gli scavi di Aminternum visti dallaereo (metaldetector.forumfree.it)

Gli scavi di Aminternum visti dall'aereo (metaldetector.forumfree.it)

LAquila, frazione San Vittorino, chiesa di San Michele Arcangelo (panoramio)

L'Aquila, frazione San Vittorino, chiesa di San Michele Arcangelo (panoramio)

LAquila, la chiesa delle Anime Sante ferita dal sisma dellaprile 2009 (www.laquilanuova.org)

L'Aquila, la chiesa delle Anime Sante <ferita> dal sisma dell'aprile 2009 (www.laquilanuova.org)

Rocca di Cambio come appare ne Il ritorno di Don Camillo (www.davinotti.com)

Rocca di Cambio come appare ne <Il ritorno di Don Camillo> (www.davinotti.com)

La stessa visuale del fotogramma oggi (www.davinotti.com)

La stessa visuale del fotogramma oggi (www.davinotti.com)

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