GREIPEL E LA PIOGGIA (AB)BATTONO TUTTI
Andre Greipel vince la 4a tappa della Vuelta, 225,5 km da Venlo a Liegi, precedendo Weylandt e i compagni di squadra Grabsch e Sieberg. Finale caratterizzato da una maxi-caduta, fortunatamente avvenuta a meno di 3 km dal traguardo – e quindi neutralizzata -, che ha però coinvolto decine di corridori, tra cui il capoclassifica Cancellara, e ha consentito a 7 corridori da andarsene. Graduatoria generale invariata; domani primo giorno di riposo, e trasferimento aereo in Spagna.
Nei giorni scorsi avevamo fatto l’abitudine a volata anomale: domenica uno sprint caotico vinto da Ciolek, ieri uno condizionato da una chicane all’ultimo chilometro, che ha consentito a Greg Henderson di beffare i favoriti. Un finale come quello odierno, però, lo avevamo visto raramente: sei corridori, tre Quick Step e tre Columbia, hanno aprofittato di una maxi-caduta avvenuta a poco meno di 3 km dal traguardo per avvantaggiarsi sul resto plotone, e giocarsi il successo di tappa in una volata ristrettissima, per di più con un solo velocista presente, Andre Greipel. Il tedesco non ha così potuto fallire l’appuntamento con il successo di tappa che ieri avrebbe probabilmente colto, se solo fosse riuscito a tenere la ruota del suo apripista Henderson, e il trionfo della Columbia (e della Germania) è stato completato dal 3° posto di Grabsch, dietro Weylandt, e dal 4° di Sieberg.
E dire che la tappa era iniziata nella maniera più scontata possibile. L’aria di casa sembra aver avuto sugli atleti olandesi un effetto paragonabile a quello che il Tour genera sui francesi, e così anche oggi i tulipani sono stati rappresentati nel gruppo di testa, nello specifico da Lars Boom. Con lui sono andati all’arrembaggio sin dai primi chilometri Lagutin, Ramirez Abeja e Roels, quest’ultimo peraltro già all’attacco nel corso della 2a tappa. Il margine dei quattro ha raggiunto e superato la doppia cifra di minuti, prima che il gruppo reagisse e spegnesse sul nascere le speranze dei fuggitivi.
Il primo vero sussulto di una tappa fino ad allora tranquilla è arrivato ad 80 km circa dal traguardo, quando Julian Dean ha innescato una caduta che ha coinvolto anche Samuel Sanchez. Nemmeno il tempo di veder rientrare il capitano dell’Euskaltel, e subito, nel gruppo di testa, gli sfortunati che avevano assaggiato la consistenza dell’asfalto delle Ardenne sono stati emulati da Lagutin e Roels, anch’essi comunque rientrati in seguito su Boom e Abaja. Ancora un paio di minuti di quiete, e il filotto di capitomboli è proseguito con il più spettacolare dei tre: Fuglsang, promettente scalatore della Saxo, messosi in mostra al Delfinato, ha impattato con un camion sapientemente parcheggiato da qualche luminare in modo tale da occupare un terzo circa della sede stradale.
La raffica di cadute si è quindi provvisoriamente arrestata, e, mentre davanti Ramirez Abeja e Roels abbandonavano l’ormai inutile compagnia degli stremati Boom e Lagutin, la corsa ha iniziato ad animarsi anche dietro, sotto l’impulso dei VacanSoleil, galvanizzati dalla piazza d’onore inaspettatamente colta ieri da Bozic. È stato dapprima Johnny Hoogerland a provarci, in compagnia di Karsten Kroon, ma con scarsissimo successo. Non appena i due sono stati inghiottiti dal gruppo, però, è partito in contropiede Lieuwe Westra, che è invece riuscito a ricucire il gap dai due superstiti della fuga del mattino, per poi staccarli poco dopo l’inizio del circuito finale (poco meno di 20 km). Il margine dell’olandese non ha comunque mai superato i 20’’, e il tentativo di Kim Kirchen a 15 km dall’arrivo è stato fatale alle speranze del tulipano, ripreso 1500 metri più tardi.
Il Saint-Nicolas, purtroppo percorso in senso opposto rispetto alla Liegi – Bastogne – Liegi, non ha generato la selezione che era lecito attendersi, non eliminando i favoriti in un eventuale sprint di gruppo. A sventare la terza volata a ranghi compatti in altrettante tappe in linea ci ha provato quindi Enrico Gasparotto, che ha però resistito solamente dai -10 ai -4. Quando appariva ormai scontato lo sprint di gruppo, però, ecco che l’acqua sotto le ruote dei corridori è tornata a farsi sapone, e una scivolata nelle prime posizioni del gruppo, a 2 km e mezzo dall’arrivo, ha sconvolto quello che doveva essere un finale già scritto. Nel capitombolo sono infatti state coinvolte decine di corridori, tra cui la maglia amarillo Fabian Cancellara, i fratelli Schleck, e soprattutto – per via delle conseguenze – Ezequiel Mosquera e Chris Horner, a forte rischio di ritiro.
Nella sfortuna, a Cancellara non è andata malissimo: poiché la caduta è avvenuta a meno di 3 km dalla conclusione, i distacchi sono stati neutralizzata; fosse finito a terra appena 500 metri prima, lo svizzero, oltre a fare i conti con i postumi del volo, avrebbe anche dovuto dire addio alle insegne del primato. A dire il vero, la leadership Cancellara avrebbe ancora potuto perderla, se uno tra Bennati, Henderson, Ciolek, Boonen e Farrar fosse rimasto davanti e avesse raccolto sufficienti abbuoni. Per sua fortuna, invece, in testa sono rimasti appena sei corridori, tra cui nessuno dei cinque sopra citati: Greipel, Sieberg e Grabsch del Team Columbia, Weylandt, Tosatto e Velo della Quick Step. In questa situazione, già Greipel era nettamente favorito; l’assurda gestione del finale da parte degli uomini che in origine avrebbero dovuto lanciare Tom Boonen, in particolare Tosatto e Velo, spremutisi alla morte tra i -2 e gli ultimi 600 metri, per lasciare poi il solo Weylandt a lottare contro il terzetto in maglia giallo-bianca, ha fatto il resto. Greipel ha così stravinto una volata in cui Weylandt ha raccolto il massimo possibile, piazzandosi dietro il tedesco, ma precedendo gli altri due teutonici della Columbia.
Come detto, la neutralizzazione dei distacchi dovuti alla caduta finale ha fatto sì che la classifica generale rimanesse sostanzialmente invariata, fatta eccezione per la scalata al 6° posto di Greipel. Il tedesco entra così a far parte della già foltissima schiera di sprinter cui basterebbe un singolo piazzamento (vittoria per alcuni, 2° o 3° posto per altri) per scalzare Cancellara dalla testa della classifica, ma che finora ha regolarmente fallito. Dopo il giorno di riposo di domani, necessario per rientrare in Spagna, a Tarragona, è probabile che i velocisti possano giocarsi un’altra chance sul traguardo di Vinaros. Perché la Vuelta si infiammi davvero, bisognerà aspettare venerdì.
Matteo Novarini