LA ETAPA DEL DÍA: VENLO – LIEGI
Ultima giornata straniera della Vuelta. Si corre sulle strade delle grandi classiche di primavera: prima l’Amstel col doppio Cauberg, poi un “frullato” di Liegi, tra percorso storico e moderno. Anche oggi la salita di Saint Nicolas potrebbe essere il giudice di gara ma, considerato l’allontanamento della cima dall’arrivo, il gruppo potrebbe ricompattarsi, consentendo a qualche velocista molto resistente di imporsi su di un traguardo storico. Possibili tentativi da lontano, magari da parte di qualche uomo già fuori dai giochi di classifica. E se ci provassero Andy Schleck e Cunego?
La tentazione è stata forte, irresistibile: arrivare così vicino alle terre delle grandi classiche e non riproporre almeno qualcuna di quelle storiche e sudatissime strade sarebbe stato quasi un peccato mortale. Ecco disegnata, dunque, la puntata conclusiva della lunga “scampagnata” oltre confine della Vuelta di Spagna, che porterà in 225 Km (è la tappa più lunga di quest’edizione, alla quale è stato giustamente riservamento un “trattamento” consono alle classiche) da Venlo a Liegi, varcando la frontiera tra Olanda e Belgio dopo circa 130 Km ed andando ad incocciare prime le rotte dell’Amstel Gold Race e poi quelle della “Doyenne”, la Liegi – Bastogne – Liegi (così chiamata – letteralmente la “decana”, poiché è una delle più antiche del calendario, disputata per la prima volta nel 1892). Del “birroso” percorso dell’Amstel sarà proposta, e per ben due volte, l’ascesa simbolo della gara, quel Cauberg sul quale si sono decise anche quattro edizioni dei campionati del mondo. Giunti sulle Ardenne, ai partecipanti alla Vuelta sarà proposto un “medley” della Liegi, mischiando tratti del percorso storico della “decana” a quelli del tracciato attuale: si salirà dunque sul “vecchio” e glorioso Mont Theux per poi andare al traguardo (situato in centro, come una volta) e affrontare un circuito finale di quasi 20 Km che porterà fin sulla “nuova” ascesa di Saint Nicolas, simbolo della corsa moderna, nota anche come “Côte des Italiens”. Il rettilineo d’arrivo non sarà proprio a portata di mano, collocato com’è ad una distanza più che raddoppiata rispetto alla classica primaverile, che si conclude sulla collina di Ans. Non ci sarà da stupirsi, dunque, se all’arrivo il gruppo dovrebbe presentarsi ancora molto folto, con dentro qualche velocista resistente tipo Freire. Questo non vuol dire che non ci saranno tentativi, anche da lontano, magarì già sul Cauberg. Sulla collina di Valkenburg, considerata anche la distanza che mancherà al traguardo, si dovranno muovere corridori lontani dalla maglia amarillo e già ce ne sono, nonostante la facilità delle tappe fin qui disputate: 66 partecipanti hanno già un distacco superiore al minuto, con gli ultimi pesantemente staccati (la maglia nera, lo spagnolo José Ruiz, ha un ritardo di oltre 10 minuti). Di questo gruppetto fanno parte, tra gli altri, lo spagnolo Igor Antón (147° a 1’07”), il lussemburghese Andy Schleck (149° a 1’08”), il nostro Cunego (136° a 1’02”), tutti e tre abbastanza motivati per andare alla ricerca del terreno perduto: lo spagnolo, ben equipaggiato per la salita (nel 2006 ha vinto il tappone del Calar Alto alla Vuelta, l’anno scorso al Tour de Suisse si è imposto sul traguardo del Flumserberg, dove vinse anche Pantani), vorrà presentarsi sulle strade spagnole con un passivo recuperabile in vista delle tappe decisive, che inizieranno nel prossimo week end; il lussemburghese ha accusato un distacco non trascurabile nella crono d’apertura e potrebbe tentare di accorciare le distanze, ma difficilmente gli saranno lasciati molti margini di movimenti, essendo uno dei grandi favoriti per il successo finale; anche la Vuelta di Cunego è partita con la gamba sbagliata e il veronese ci terrà da matti a lasciare un segno, anche per consolidare la fiducia che ha posto in lui il C.T. Ballerini, al quale ha chiesto di riservargli il ruolo di capitano ai prossimi mondiali. Le strade amiche di Limburgo e Vallonia (primo all’Amstel l’anno scorso, 3° a Liegi nel 2006, 3° a Huy nelle ultime due edizioni della Freccia) potrebbero aiutarlo.
RECUERDOS DE LA VUELTA 1
Avevamo detto che gli sconfinamenti totali della Vuelta sono stati in tutto 28 ed è vero. Ma vi assicuriamo che ce n’è stato anche un ventinovesimo, anche se da un punto di vista politico non si può considerarlo come tale. L’edizione in oggetto è quella del 1988, che presentò effettivamente un arrivo di tappa fuori da confini nazionali (traguardo ad Andorra La Vella, vittoria di Iñaki Gastón), dopo essere scattata, unico dei tre Grandi Tour europei ad averlo fatto, da un altro continente. Infatti, raduno di partenza, prologo e prime due frazioni si svolsero nell’arcipelago delle Canarie, politicamente territorio spagnolo, ma geograficamente appartenente all’Africa. La 43a edizione si aprì il 25 aprile a Santa Cruz de Tenerife con un prologo insolito, disputato non a cronometro ma a batterie di 36 corridori ciascuna, un tipo di gara inventata da Vincenzo Torriani e proposta prima al Giro del 1956 (tappa di San Marino, vinta dall’olandese Nolten) e poi – con qualche modifica – in quello del 1971 (cronostaffetta a squadre Brindisi – Lecce, vinta dalla Salvarani). Nella riedizione “esotica” si impose proprio un italiano, Ettore Pastorelli: il bresciano percorse i 17,4 Km del circuito ad oltre 52 Km/h, precedendo allo sprint gli spagnoli Urrutibeazcoa Valencia e Quevedo Prades e conquistando la prima maglia amarillo. La perse già il giorno successivo, in una tappa di una durezza inusuale per la sua collocazione nel calendario di gara, che conduceva in 210 Km da San Cristóbal de La Laguna alla stessa Santa Cruz, passando per i 1090 metri del Puerto del Erjo e gli 800 metri dell’Alto de las Canteras. Nuovo leader sarà lo spagnolo Laudelino Cubino (protagonista di quella frazione assieme ai compagni di fuga, Mujika Aramburu e Gastón, che si imporrà anche in questa occasione), che consoliderà la sua posizione ventiquattrore più tardi: la “Bh”, formazione nella quale milita lo scalatore di Béjar, si imporrà nella cronosquadre Telde – Las Palmas, chiudendo alla grande le pagine canariesi della Vuelta che l’indomani, senza effettuare nessuna giornata di riposo, già “rullerà” sulle strade iberiche della Alcalá del Río – Badajoz.
RECUERDOS DE LA VUELTA 2
Liegi è una delle più importanti città del Belgio, capoluogo dell’omonima provincia vallone. Tra i suoi 185.000 abitanti un considerevole numero sono italiani, qui residenti dagli anni dell’emigrazione per cercare lavoro nelle locali miniere. A questo proposito ricordiamo che Liegi è famosa anche per il “Marché de la Batte”, uno dei più grandi mercati d’Europa, i cui negozianti parlano quasi tutti italiano e vendono solamente prodotti nostrani.
Tra i numerosi monumenti che offre questa città ricordiamo la cattedrale di Saint-Paul de Liège, la collegiata di Saint-Barthélemy de Liège (interessante per i fonti battesimali), il palazzo dei principi-vescovi, l’Opéra di Vallonia e, per quanto riguarda l’arte moderna, la stazione ferroviaria di Liège-Guillemins. Agli amanti della vita all’aria aperta è doveroso segnalare la presenza di diversi parchi, tra i quali quello della Boverie e il giardino botanico.
Lunghissimo l’elenco delle personalità native o legate a Liegi e non possiamo incominciare senza citare la “nostra” regina Paola del Belgio, per poi passare al grande scrittore Georges Simenon, il “papà” del commissario Maigret. Altri “liégeois” celebri sono i registi Jean-Pierre e Luc Dardenne, i compositori César Franck, André Grétry e Eugène Ysaÿe, il teologo Guglielmo di Saint Thierry, la tennista Justine Henin, il cantante Jonatan Cerrada Moreno, i calciatori Philippe Léonard e Jean François Gillet, il pittore Lambert Lombard, il politico Jean Rey, il tipografo Johann Theodor de Bry, il motociclista Georges Jobè, lo storico Godefroid Kurth e l’economista Gustave de Molinari.
EL TIEMPO
Dopo la parentesi estiva di ieri, il tempo torna a volgersi verso la norma…. cioè al peggio. La partenza dell’ultima frazione “estera” avverrà all’asciutto, ma sotto un cielo plumbeo che nulla prometterà di buono, con una temperatura di 22° C, umidità attestata al 61% e venti moderati (27 Km/h). La pioggia arriverà a Venlo soltanto in serata e lo stesso accadrà in Belgio: la conclusione avverrà sotto una precipitazione moderata ma, fortunatamente, è stato scongiurato il paventato rischio di temporali. La temperatura, per ovvie ragioni, sarà meno elevata rispetto a quella registrata durante le operazioni di partenza (19°C) mentre, logicamente, saliranno drasticamente i valori di umidità (92%). Permarranno i venti, più consistenti rispetto al primo pomeriggio.
Mauro Facoltosi