ASTANA IN GRANDE STILE

novembre 7, 2011
Categoria: Giro di pista, News

Si apre la coppa del mondo 2011-2012 e il palcoscenico è fantastico, il nuovissimo impianto della capitale kazaka. Peccato che gli azzurri, a parte il solito Viviani e la soprendente Cecchini, non riescano a dare spettacolo neppure in questo splendido contesto.

Foto copertina: la vittoria al fotofinish di Hoy su Dmitriev (www.cyclingnews.com)

La Coppa del mondo parte dal nuovissimo impianto di Astana, un velodromo modernissimo, con circa 20000 posti a sedere e un centro commerciale al suo interno. Anche la pista si dimostra velocissima, tanto che se in futuro si disputeranno su di essa dei campionati del mondo siamo sicuri che verranno infranti molti record del mondo.
I kazaki dimostrano ancora una volta di voler fare davvero sul serio col ciclismo e così, dopo aver dato vita a due squadre professionistiche di cui una pro tour, adesso hanno costruito un velodromo fra i migliori al mondo e hanno destinato molti fondi all’attività su pista, creando una squadra destinata esclusivamente a questo settore.
Come evento promozionale, durante le giornate di gara sarebbe dovuto andare in scena anche il tentativo di superare il record dell’ora (detenuto dal ceco Sosenka con 49,700 Km) da parte del beniamino di casa Kashechkin, tentativo poi rinviato a causa di non meglio specificati problemi del kazako.
Venendo alle gare, che hanno visto diverse defezioni fra i più forti atleti della pista a causa della data ad inizio stagione della prova, dobbiamo subito iniziare con una notizia buona che viene dalla nostra portacolori Elena Cecchini. La giovanissima atleta friulana è, infatti, riuscita a vincere nella corsa a punti una bella medaglia di bronzo, arrivando vicinissima all’oro, vinto dalla Coreana Ah Reum Na. Per la Cecchini, al primo anno fra le Elite, questo è un grandissimo risultato, che ci fa anche sperare di riuscire a superare la “Bronzini dipendenza” della pista femminile.
Nella velocità a squadre donne vittoria con tempo vicinissimo al record del mondo per la coppia australiana, che si conferma imbattibile in questa disciplina.
Nella prova scratch maschile vittoria del belga Van Hoecke che riesce a guadagnare un giro sui più forti; delusione per l’azzurro Ciccone, solo ventesimo.
L’inseguimento a squadre donne è stato vinto dall’Olanda sulla sorprendente Cina che, dopo aver già dimostrato il suo valore nelle prove veloci, inizia a perfezionare anche le discipline di resistenza, anche se forse in vista di Londra è troppo tardi.
Una formazione Russa (RUSVELO) vince l’inseguimento a squadre maschile con un tempo eccezionale (3′56”127), superando un quartetto sperimentale australiano formato da atleti giovanissimi, che vedremo con assiduità dopo i giochi olimpici.
Anche nella velocità a squadre maschile la vittoria è andata ad un team e non ad una nazione: ad avere la meglio è stata la tedesca Erdgas che ha superato l’australiano Team Jayco. Anche in questa prova molti dei migliori non erano ai nastri di partenza.
Durante la terza giornata di gare è arrivata la seconda buona notizia per i colori azzurri, la medaglia di bronzo conquistata da quella che ormai è la nostra unica certezza in pista, Elia Viviani, che nel suo omnium sta diventando puntuale come un orologio svizzero. Con questo risultato Elia mette in cassaforte la qualificazione alle olimpiadi e questo gli permetterà, forse, di staccare la spina dopo una stagione iniziata lo scorso Gennaio con le prove di coppa del mondo in pista e continuata con la strada nel corso dell’anno. Il bronzo è sicuramente un risultato importante, anche se c’è un po’ di rammarico per come è venuto in quanto Elia ha buttato via la medaglia d’argento nello scratch (prova a lui molto congeniale), dove si è classificato solo dodicesimo. e nella corsa a punti dove è arrivato ottavo.
Nell’inseguimento individuale maschile, vittoria per l’australiano O’Shee sul belga Cornu, con tempi molto alti causati dal fatto che, ormai, l’interesse per questa disciplina esclusa dal programma olimpico cala col passare del tempo.
Spettacolare la velocità femminile, dove la Panarina eguaglia il record del mondo sui 200 m nelle qualificazioni, ma si deve poi accontentare solo del bronzo a causa delle sue carenze tecniche nella sfida a due. A vincere la prova è stata l’ucraina Lyubov Shulika, recente campionessa d’Europa, che supera la fenomenale Anna Meares, probabilmente non ancora al top della condizione.
Bella vittoria nel keirin maschile per il greco Volikakis, velocista adattissimo alla prova in quanto tecnicamente molto dotato. Grazie alla sua abilità nel guidare il mezzo e alla sua capacità di sfruttare le scie, il greco è riuscito, infatti, a superare atleti che gli sono superiori: lo sconfitto di turno è niente di meno che il grande Hoy. L’ Italia resta ancora non pervenuta nelle prove di velocità, che saranno quelle più numerose ai prossimi giochi olimpici.
La prova della velocità maschile si dimostra subito di prim’ordine: il tempo per qualificarsi risulta bassissimo e fior di velocisti (uno su tutti l’olandese Mulder) sono esclusi subito dal torneo. La sorpresa del torneo è l’ex campione europeo il russo Dmitriev che supera il primatista del mondo Sireau e il campione del mondo Perkins prima di trovarsi di fronte Hoy in finale, vinta dal baronetto inglese che dopo molto tempo torna ad essere sul trono della velocità che in passato è stato suo a lungo: la vittoria gli è costata molta fatica ed è stata sancita solo dal fotofinish.
A vincere la spettacolare Madison è la coppia australiana Glenn O’Shea – Alexander Edmondson (quest’ultimo, classe 1993, è un atleta juniores) che supera i giovani svizzeri Dillier e Perizzolo. Quinti e a poca distanza dal podio gli azzurri Vivviani e Ciccone: spiace dirlo perchè la Madison è una delle discipline più prestigiose della pista, ma dato che Viviani a questo punto deve cercare di dare il massimo nell’omnium (prova massacrante) forse sarebbe meglio per ora accantonare le altre discipline e cercare di dare tutto nella prova che fa parte del programma olimpico.
A vincere l’omnium femminile è la solita Romanyuta che supera l’inglese King e la cinese Huang.
L’ultima prova in programma è stato il keirin femminile dove l’esperta francese Sanchez ha superato la tedesca Vogel e ha regalato alla sua nazione la prima medaglia della coppa del mondo, risultato sotto le aspettative per i cugini transalpini che restano comunque fiduciosi soprattutto nel settore della velocità maschile dove di sicuro torneranno ad essere protagonisti, fin dalla prossimo prova di Calì.

Matteo Colosio

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(la vittoria al fotofinish di Hoy su Dmitriev)

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