MORENO, DALLA SIERRA NEVADA ALLA PIANURA PADANA
Il corridore spagnolo, trionfatore nella prima tappa di montagna dell’ultima Vuelta, si ripete alle soglie della Pianura Padana. Sua la vittoria nel Gran Piemonte, al termine d’un altra gara che si pensava destinata ai velocisti e che, invece, ha visto l’approdo di una tentativo da lontano. Sprinter a bocca asciutta, dopo che Van Avermaet, protagonista anche oggi, aveva negato loro il successo alla Parigi – Tours.
Foto copertina: il successo di Moreno al Gran Piemonte (foto Bettini)
Negli ultimi anni abbiamo sempre più assistito a fughe, spesso pericolosamente numerose e con dentro uomini di rilievo, arrivare in porto. E non solo nel Grandi Giri. Solo qualche giorno fa, infatti, in una delle classiche più antiche, come lo è la Parigi-Tours, Van Avermeat grazie ad una bella azione di coraggiosi conquistava il successo della vita. Stessa cosa oggi al Giro del Piemonte: fuga divenuta imprendibile dal gruppo, con dentro ciclisti importanti ed anche il belga della BMC (strepitoso periodo di forma per lui) ma con compagni di avventura diversi. A spuntarla questa volta è Daniel Moreno, grazie soprattutto al magistrale aiuto del compagno di squadra Paolini (Team Katusha), più veloce e temibile per lo stesso belga, che creando un buco ad hoc ha fatto sì che Van Avermeat ci cadesse dentro alla grande, favorendo, di fatto, la vittoria del proprio compagno di squadra. Eppure alla partenza da Piasco, la presenza di Cavendish, per un arrivo corposo in volata, e quella di Gilbert, per una corsa dura che favoriva un gruppetto nelle ultime fasi calde della gara, lasciava sperare di assistere a tutt’altra corsa. Nemmeno un po’. Via e già al Km 16 evade un plotone nutrito e molto ben assortito! Un gruppetto in cui risplende la maglia iridata del fresco Campione del Mondo, Cavendish, ma che ben presto si ritirerà dalla gara, lasciando le sorti dell’azione ai suoi ormai ex compagni di fuga. Restano così al comando della corsa “solo” 29 atleti, che a dover di cronaca vengono qui riportati: Guillaume Bonnafond, Nicholas Roche, Matteo Montaguti (Ag2r La Mondiale), Mathias Frank, Martin Kohler, Steve Morabito, Ivan Santaromita, Greg Van Avermaet (BMC Racing Team), Vincent Jérôme, Alexandre Pichot, Thomas Voeckler (Europcar), Amets Txurruka (Euskaltel-Euskadi), Pierpaolo De Negri, Leonardo Giordani (Farnese-Neri), Daniele Colli (Geox-TMC), Daniel Moreno Fernadez, Luca Paolini, Joaquim Rodriguez (Katusha Team), Vitaliy Buts, Przemysław Niemiec (Lampre-ISD), Daniele Bennati, Oliver Zaugg (Leopard-Trek), Vincenzo Nibali, Alan Marangoni (Liquigas-Cannondale), Jurgen Van De Walle (Omega Pharma – Lotto), André Steensen, Manuele Boaro (Saxo Bank-Sungard), Thomas Lövkvist e Michael Rogers (Sky Pro Cycling). Poco dopo saranno agganciati anche da Francesco Di Paolo e Alessandro Donati (Acqua & Sapone): in tutto 31 uomini su cui, un po’ per la accidentata geografia fisica del percorso, un po’ per l’armonia scossa da un attacco di Lövkvist, il gruppo non riuscirà mai a chiudere. Rispondono allo svedese in 14 e tra di loro figurano sia il trio Katusha, sia i temibili Van Avermeat e Roche, sia lo scaltro Voeckler, sia i nostri Bennati e Nibali. Ripreso lo svedese, c’è da affrontare l’ultima difficoltà del percorso, posta ad poco più di 2 Km dall’arrivo. Qui la strada all’insù presenta una pendenza massima dell’8%, rampa di lancio per inserire il proprio nome nell’albo d’oro del Gran Piemonte, vista poi la discesa ed il rettilineo finale. I più brillanti sono proprio Paolini e Moreno, in testa a tutti anche ai 300 metri finali. E’ poco dopo, ai meno 200, che Paolini si fa da parte, lasciando disarmato Van Avermeat alla sua ruota e impedendo anche a chi cercava la rimonta di cadere nell’inaspettato sinkholes fatto aprire dai due compagni di squadra. Lo spagnolo va così a cogliere un’altra bella e sorprendente vittoria, dopo il trionfo a Sierra Nevada nella Vuelta. Per chi si aspettava Gilbert e compagnia deve soltanto aspettare due giorni, quando al Lombardia, ne siamo certi, andrà in scena tutt’altra corsa.
Antonio Scarfone