NON C’E’ DUE SENZA TRE: MARTIN SPODESTA CANCELLARA
Il 26enne tedesco che già aveva battuto lo svizzero nelle cronometro del Tour e della Vuelta si ripete anche a Copenhagen e conquista il suo primo titolo iridato mentre il rivale deve accontentarsi della medaglia di bronzo superato nel finale anche da Wiggins. Lontani gli azzurri Malori e Pinotti.
Foto copertina: Tony Martin in un frangente della cronometro mondiale stravinta a Copenaghen (foto AFP)
La crono iridata si è disputata lungo un percorso di 23,3 km completamente pianeggianti da ripetere per due volte per un totale di 46,6 e ha visto prendere il via 65 atleti. I favori del pronostico andavano al già quattro volte campione del mondo Cancellara e al tedesco Martin capace di batterlo in stagione sia nella crono di Grenoble al Tour che in quella di Salamanca a Melbourne, con i britannici Wiggins e Millar, l’australiano Porte e lo svedese Larsson principali candidati per la medaglia di bronzo: l’Italia puntava le sue chances sul campione mondiale under 23 di Varese Malori, cresciuto molto in questa stagione, più che sul bergamasco Pinotti al rientro dopo la caduta del Giro d’Italia nella tappa di Macugnaga e dunque lontano dalla miglior condizione.
I primi a far segnare tempi significativi sono stati il neozelandese Sergent con 58′10”, lo spagnolo Castroviejo con 57′18” e il kazako Dyachenko con 57′03”: sorprendente in particolare l’atleta dell’Astana che non aveva ottenuto piazzamenti significativi in stagione, se non il 3° posto nel campionato nazionale a cronometro, e invece è rimasto in testa a lungo resistendo ad atleti più quotati come il canadese Tuft, lo statunitense Talansky, l’ungherese naturalizzato francese Bodrogi e anche il nostro Malori, che dopo una partenza lentissima ha recuperato posizioni strada facendo ma non è comunque andato oltre un modesto 24° posto chiudendo con un distacco di 1′27” da Dyachenko che ha concluso in 9a piazza.
Il primo dei favoriti a partire è stato Wiggins ma prima di lui hanno preso il via l’australiano Bobridge e il tedesco Grabsch che hanno disputato una prova al di sopra delle aspettative abbattendo nettamente nei vari intermedi i tempi di Dyachenko; in particolare il 36enne teutonico ha chiuso in crescendo facendo segnare un tempo finale di 55′15” contro i 55′57” di Bobridge ma Wiggins dopo una partenza piuttosto lenta in cui sembrava non aver recuperato appieno dalle fatiche della Vuelta conclusa al 3° posto finale ha ingranato la marcia giusta terminando in 54′59” con un vantaggio di 16” su Grabsch. Lungo il percorso il britannico ha raggiunto e superato un deludentissimo Larsson partito 1′30” prima e anche l’altro atleta della Saxo Bank pur disputando una prova onorevole non è andato oltre il 4° posto provvisorio con 56′13”; in netto ritardo anche il campione mondiale under 23 di Melbourne Phinney che ha fatto segnare un tempo di 57′36” ma avrà tutto il tempo per rifarsi e il nostro Pinotti, dal quale non si poteva pretendere molto di più, che ha chiuso in 58′31” appena dietro a Malori.
Gli ultimi tre a prendere il via sono stati il britannico Millar, medaglia d’argento nel 2010, il tedesco Martin, bronzo a Melbourne e a Mendrisio, e il diretto di Berna Cancellara, vincitore degli ultimi 4 Mondiali a cronometro che ha disputato: l’atleta della Garmin si è chiamato subito fuori dai giochi facendo segnare all’intertempo dei km 11 un tempo di 37” superiore a quello di Martin che ha inflitto 9” a Cancellara, divenuti 11 al km 17; sembrava che potesse essere l’inizio della progressione dell’elvetico, che anche a Melbourne aveva fatto segnare il 2° tempo nel primo parziale per poi dominare il resto della prova, e invece i secondi di vantaggio del tedesco sono divenuti 18 a metà gara e addirittura 40 al km 34. La gara per la medaglia d’oro si è conclusa qui con Martin che ha continuato a incrementare il margine fino al traguardo chiudendo in 53′43” a oltre 52 di media con 1′15” di vantaggio su Wiggins mentre si è aperta quella per medaglia d’argento: il distacco del britannico da Cancellara, che era di 32” a metà gara, si è infatti ridotto a 26” al km 34 e a 17” al km 40; lo svizzero probabilmente abbattuto dal punto di vista psicologico per via del distacco che gli stava infliggendo Martin nel finale è arrivato lungo in una curva perdendo diversi secondi e ha chiuso in 55′04”, finendo battuto da Wiggins per 5”.
La classifica finale ha visto dunque Martin campione del mondo con 1′15” su Wiggins, 1′20” su Cancellara, 1′31” su Grabsch, 2′13” su Bobridge, 2′29” su Porte, 2′45” su Millar, 3′18” sul positivo olandese Westra, 3′19” su Dyachenko e 3′30” sul danese Fuglsang, mentre Malori ha chiuso 24° a 4′46” e Pinotti 26° a 4′48”: a giustificazione del parmense va detto che ha 23 anni e che è reduce da una stagione molto intensa in cui ha portato a termine il Tour de France e non ha potuto preparare al meglio l’appuntamento iridato, ma ciò non toglie che l’intera federazione ciclistica italiana deve riflettere su come rilanciare la specialità della cronometro alla luce dei risultati molto deludenti di questi giorni, se si eccettua il 5° posto della junior Rossella Ratto. Gli azzurri avranno comunque modo di riscattarsi nelle prove in linea che iniziano venerdì 23 con le gare degli uomini under 23 e delle donne junior.
Marco Salonna