SAGAN INFILZA I NOSTRI NEL GIORNO DI COBO
Sembrava che la tappa di Madrid fosse un affare tra Petacchi e Bennati ma negli ultimi metri lo slovacco spunta le retrovie e conquista il suo terzo successo alla Vuelta, mentre in classifica generale non c’è nessuna sorpresa con il cantabro della Geox che mantiene i 13” di vantaggio su Froome e succede a Nibali nell’albo d’oro della corsa a tappe iberica.
Foto copertina: il podio della Vuelta 2011 (www.marca.com)
Tradizionalmente l’ultima tappa di un grande Giro è una festa vissuta dai corridori come un ultimo giorno di scuola ma non è stato così in questa occasione: prima dei 95,6 km che dal circuito di Jarama portavano al Paseo del Prado di Madrid atto finale di una Vuelta combattutissima infatti erano in bilico non solo la maglia rossa, con Froome (Sky) che grazie agli abbuoni aveva la possibilità teorica di scavalcare Cobo (Geox) che lo precedeva di 13”, ma anche quella bianca della combinata guidata anch’essa dallo spagnolo davanti al britannico e quella verde della classifica a punti, con Rodriguez (Katusha) e Mollema (Rabobank) appaiati al vertice a quota 115 punti: definitiva era solo la classifica della maglia a pois vinta per il quarto anno consecutivo da Moncoutiè (Cofidis) al termine di un appassionante duello con il nostro Montaguti (Ag2r). In ogni caso le cose si sono messe immediatamente bene per Cobo perchè pochi km dopo l’ingresso del circuito di Madrid sono scattati Horrach (Katusha), Benitez (Andalucia) e Caruso (Liquigas), che si sono così spartiti i secondi di abbuono nei due sprint intermedi togliendoli a Froome: la presenza in fuga al siciliano dava inoltre la possibilità alla Liquigas che aveva in Sagan l’uomo di punta di non tirare e a incaricarsi dell’inseguimento sono state dunque la Lampre di Petacchi, la Leopard di Bennati e la Saxo Bank di Haedo, che hanno chiuso il gap a 10 km dal traguardo.
Come già accaduto nelle poche tappe precedenti decise allo sprint la squadra lussemburghese è stata quella che ha preso il comando delle operazioni ma O’Grady, che aveva alla sua ruota Petacchi e Bennati nell’ordine, già agli 800 metri ha esaurito il suo lavoro lasciando allo scoperto i due azzurri, che pertanto si sono lasciati sfilare facendo sì che a prendere il comando fosse la Skil-Shimano con Veelers a tirare la volata a De Kort. Petacchi e Bennati sono rimasti comunque nelle primissime posizioni ed è stato l’atleta della Lampre a lanciarsi per primo seguito da quello della Leopard; l’aretino ha gradualmente rimontato lo spezzino e sembrava lanciato verso il suo successo consecutivo dopo quello di Vitoria ma dalle retrovie è improvvisamente spuntato Sagan che negli ultimi metri è andato a beffare i due azzurri aggiudicandosi la sua terza frazione in questa Vuelta: successi peraltro molto diversi l’uno dall’altro con quello di Cordoba arrivato al termine di un’azione di squadra della Liquigas, quello di Pontevedra avvenuto in un arrivo in leggera salita e quello di Madrid arrivato al termine di un classico volatone di gruppo. 4° ha chiuso Degenkolb (Htc) davanti a Maes (Quickstep), Ligthart (Vacansoleil), Sutton (Sky), De Kort e Mollema, che ha così strappato la maglia verde a un Rodriguez che non ha neppure tentato di disputare lo sprint.
A esultare sul traguardo sono stati dunque lo slovacco, l’olandese e soprattutto Cobo, atleta di talento in grado di vincere un Giro dei Paesi Baschi e una tappa di montagna alla Vuelta 2009 chiusa al 10° posto ma che nelle ultime due stagioni sembrava essersi perso, che si è aggiudica una Vuelta in cui probabilmente alla vigilia non era tra i 20 atleti più quotati oltre a conquistare la maglia bianca della combinata, e lo stesso discorso vale per Froome battuto di 13”: piuttosto sorprendente anche il 3° posto con un distacco di 1′39” dell’altro britannico Wiggins alla luce di una condizione che non sembrava poter essere al top dopo la caduta del Tour e di un percorso apparentemente sbilanciato a favore degli scalatori. 4° a 2′03” ha chiuso Mollema che oltre alla classifica a punti si è tolto sia pure per un solo giorno la soddisfazione di vestire la maglia rossa, 5° a 3′48” un Menchov (Geox) che nel finale è stato prezioso alleato per Cobo, 6° a 4′13” un Monfort (Leopard) finalmente competitivo lungo tutto l’arco delle tre settimane e 7° a 4′31” un Nibali (Liquigas) che sembrava ben avviato a ripetere il successo di un anno fa ma che è stato respinto dalle grandi montagne: chiudono la top ten Van den Broeck (Omega Pharma) 8° a 4′45”, Moreno (Katusha) 9° a 5′20” e Nieve (Euskaltel) 10° a 5′33”. Di Moncoutiè che si aggiudica per il quarto anno di fila la classifica degli scalatori, oltre alla tappa di Estacion de Montaña Manzaneda, si è già detto mentre la Geox ha completato il proprio trionfo aggiudicandosi la graduatoria a squadre. E ora tutti gli occhi sono puntati su Copenhagen dove dopo una settimana di pausa inizieranno i campionati del mondo, con la prova su strada per professionisti prevista per domenica 25 settembre.
Marco Salonna