CHIAVE DI VUELTA: COBO, E’ (QUASI) FATTA
settembre 10, 2011
Categoria: Approfondimenti
Malgrado i soli 13” che di distacco in classifica dal cantabrico solo un miracolo può portare sul gradino più alto del podio finale Froome, che sul Puerto de Urkiola ha sprecato l’ultima occasione di attaccare il rivale e ora dovrà rincorrere un impossibile piazzamento nei primi 3 nella volata di Madrid per scalzarlo dal primo posto. Intanto Bennati va a prendersi il successo di tappa in quel di Vitoria e probabilmente i gradi di capitano per Copenhagen che sembravano essere in dubbio dopo gli ultimi successi di Modolo.
Foto copertina: pedalate tranquille per Cobo csulle strade della Bilbao – Vitoria (www.lavuelta.com)
Le tre tappe di media montagna che hanno seguito l’arrivo in salita in quel di Peña Cabarga si sono risolte in un nulla di fatto e sono rimasti 13 i secondi di vantaggio di Cobo in classifica su Froome, che dopo averci provato in ritardo nella tappa di ieri questa volta non ha fatto neppure quello malgrado il Puerto de Urkiola si prestasse a un attacco e si è limitato a uno scatto in pianura, rivelatosi poi grottesco dal momento che lo sprint intermedio era posto più avanti rispetto a dove è partito il britannico, a caccia dei secondi di abbuono. Non è però in questi ultimi giorni che Froome ha perso la Vuelta ma nelle prime due settimane in cui ha corso esclusivamente in funzione di Wiggins e segnatamente nell’arrivo di Estacion de Montaña Manzaneda in cui ha lasciato sul piatto 27” dopo essersi sfinito per aiutare quello che doveva essere il suo capitano. Meritato comunque il trionfo di Cobo che oltre a essere sostenuto dalla migliore squadra di questa Vuelta ha limitato alla grande i danni nella cronometro di Salamanca e ha fatto la differenza nelle due frazioni più dure, quelle di Farrapona e soprattutto dell’Angliru.
La frazione odierna ci ha restituito un Bennati vincente in una corsa importante e ha rafforzato le sue quotazioni in vista di Copenhagen. Premesso che ha iniziato il Puerto de Urkiola in fuga e che se fosse rimasto in gruppo avrebbe probabilmente perso contatto come accaduto agli altri velocisti, è innegabile che nelle ultime stagioni l’aretino ha perso qualcosa in termini di velocità pura ma ha guadagnato in tenuta in salita e in resistenza, qualità entrambe fondamentali in un Mondiale come quello danese lungo 270 km e con un percorso nient’affatto piatto e con gli ultimi 500 metri in salita al 5%: toccherà ora a Bettini decidere se puntare tutto sull’atleta della Leopard, che fino a qualche mese fa era considerato come il leader naturale per Copenhagen, o giocarsi la carta di un Modolo che è stato straripante con 10 successi in agosto e settembre ma che manca di esperienza essendo al suo primo Mondiale e la cui tenuta alla distanza è un’incognita.
Marco Salonna