CHIAVE DI VUELTA: FLOP SKY NEL GIORNO PIU’ BELLO DI ANTON
settembre 10, 2011
Categoria: Approfondimenti
Non poteva esserci sceneggiatura migliore per il basco che dopo una Vuelta passata a rincorrere trionfa sulle strade di casa là dove la corsa tornava dopo 33 anni, mentre Froome e compagni perdono l’occasione di attaccare in maniera più decisa Cobo cui non resta che superare l’ostacolo del Puerto de Urkiola nella tappa di Vitoria per portare la maglia rossa fino a Madrid.
Foto copertina: l’inutile tentativo di Froome sul Vivero (www.lavuelta,com)
Igor Anton era reduce da una Vuelta 2010 in cui aveva vinto due tappe e si era ritirato per una caduta nella tappa di Peña Cabarga quando era al comando della classifica generale e da un Giro in cui aveva staccato tutti sullo Zoncolan sebbene il giorno dopo fosse andato in crisi sul Fedaia abbandonando i sogni di podio: per tali ragioni il basco era considerato dalla maggioranza degli addetti ai lavori come il favorito di questa Vuelta ma già nella tappa di Sierra Nevada ha dimostrato di non avere il passo dei migliori e giorno dopo giorno è uscito dalle zone alte della classifica generale. Nelle ultime tappe però Anton aveva dimostrato di essere in crescita con il 6° posto dell’Angliru e il 5° di Peña Cabarga e quella di Bilbao, a pochi km dal suo paese natale, era l’occasione giusta: il capitano dell’Euskaltel si è lanciato in fuga insieme a Dyachenko, al gregario Verdugo e a un Bruseghin di nuovo generosissimo, e senza dubbio il suo stato di forma non sarà sfuggito al ct Bettini in cerca di uomini di fatica per Copenhagen, ma criticabile sul piano tattico. Di fronte a migliaia di magliette arancioni e di bandiere bianco-rosso-verdi dei Paesi Baschi che ne hanno moltiplicato le energie Anton ha fatto il vuoto sull’Alto el Vivero ed è andato a conquistare la vittoria più bella della sua carriera.
Era però anche la tappa in cui Froome avrebbe dovuto attaccare per tentare di recuperare i 13” che lo separavano in classifica da Cobo, e da questo punto di vista qualcosa non ha funzionato. Lovkvist ha fatto il forcing nel primo passaggio del Vivero e ha continuato a tirare tutto solo per decine di km riducendo fino a 1′30” il distacco dai fuggitivi, ma Anton e Bruseghin sono stati sottovalutati dal Team Sky che avrebbe dovuto iniziare a tirare molto prima invece di attendere che il vantaggio superasse i 6 minuti. Questo è stato il primo errore dei britannici, e il secondo si è consumato lungo la seconda scalata del Vivero: Froome avrebbe dovuto attaccare fin dalle prime rampe e invece è stato Wiggins a mettersi in testa con un’andatura che non faceva certo paura a Cobo e quando il suo compagno in vista dello scollinamento si è deciso a lanciare il suo attacco era ormai troppo tardi per mettere in difficoltà la maglia rossa che ha risposto prontamente.
Le residue speranze di Froome di riprendersi il primato colpevolmente lasciato nella tappa di Estacion de Moñtana Manzaneda sono affidate al Puerto de Urkiola, ultima salita della tappa di 185 km che da Bilbao porta a Vitoria. L’ascesa di 5,5 km, teatro da anni della Subida a Urkiola e cara a Leonardo Piepoli che ci ha vinto 4 volte ma anche a Cobo che vanta un 2° e un 3° posto, è molto impegnativa con una pendenza media che sfiora il 10% ma i 46 km che la separano dal traguardo potrebbero rappresentare una spada di Damocle per Froome a meno che non riesca a staccare molto nettamente il suo rivale: sta di fatto che per il britannico sarà pressochè impossibile conquistare abbuoni nella tappa di Madrid e dunque dovrà tentare il tutto per tutto.
Marco Salonna