GAVAZZI SPEZZA IL DIGIUNO ITAL-BICI
Dopo 40 tappe tra Giro, Tour e Vuelta senza successi azzurri la frazione di Noja vede il successo del valtellinese della Lampre che dopo essere andato in fuga con altri 16 corridori batte allo sprint Vandewalle, mentre gli uomini di classifica si controllano e rimandano la battaglia ai prossimi giorni.
Foto copertina: Francesco Gavazzi brucia Vandewalle sull’arrivo di Noja (foto Roberto Bettini)
La 18a tappa della Vuelta, 174,6 km da Solares a Noja, è stata la prima di tre frazioni di media montagna nelle quali Froome (Sky) dovrà dare il tutto per tutto per strappare la maglia rossa a Cobo (Geox) ma in realtà la battaglia tra i big non c’è stata se si eccettua un attacco lungo l’ascesa più dura di giornata, il Puerto de Alisas, di Poels (Vacansoleil), 11° nella generale a 5′43” da Cobo, immediatamente stoppato dagli uomini della Euskaltel. La corsa è infatti vissuta sulla fuga di Kohler (Bmc), Sijmens (Cofidis), Oroz (Euskaltel), Gavazzi (Lampre), De Greef (Omega Pharma), Jufre e Kiserlovski (Astana), Malacarne e Vandewalle (Quickstep), Luis Leon Sanchez (Rabobank), Gustov (Saxo Bank), Geniez e Timmer (Skil Shimano), Haussler (Garmin), Paulinho (Radioshack), un Rodriguez (Katusha) ormai uscito di classifica e a caccia di punti per la maglia verde oltre che del suo terzo successo di tappa e un Montaguti (Ag2r) che invece sperava di strappare la maglia a pois a Moncoutiè (Cofidis) ma che ha dovuto fare i conti con Sijmens, compagno di squadra del francese, in grado di precederlo su tutti i gpm di giornata ad eccezione del primo di 3a categoria.
I battistrada, tra i quali il migliore nella generale alla vigilia era Kiserlovski 21° a 17′16” da Cobo, hanno rapidamente guadagnato un vantaggio intorno ai 10 minuti ed è stato subito chiaro che sarebbero arrivati fino al traguardo anche perchè la Geox non aveva alcun interesse a inseguire: sul Puerto de Alisas, salita di 1a categoria, Kiserlovski ha smosso le acque portandosi dietro De Greef, Sijmens e Montaguti e in vista dello scollinamento sono rientrati Rodriguez, Gavazzi, Vandewalle, Geniez, Gustov, Paulinho e Oroz mentre gli altri hanno perso definitivamente contatto; poco da segnalare invece in gruppo se non il già citato attacco di Poels insieme a Roche (Ag2r) e le difficoltà degli uomini della Movistar vittime di un’intossicazione alimentare, con Madrazo costretto al ritiro, dopo che ieri avevano abbandonato Konovalovas, Pardilla e Lopez Garcia, ed Erviti e Intxausti che pur in grande difficoltà sono riusciti a concludere la tappa anche se in forte ritardo.
Mentre nel gruppo si è portata a tirare la Euskaltel e ha continuato a farlo anche dopo aver raggiunto Poels per proteggere la posizione di Nieve, 10° nella generlae a 5′33” da Cobo, dall’attacco di Kiserlovski, davanti Paulinho ha tentato l’azione solitaria scattando sull’ultima salita del giorno, il Puerto de Fuente las Varas la cui vetta era posizionata a 27 km dal traguardo di Noja, e guadagnando 50” sui dieci inseguitori: nel successivo tratto in pianura però al vicecampione olimpico di Atene sono mancate le forze e malgrado dietro non ci fosse un grande accordo è stato ripreso ai -4 dalla conclusione. Il successivo attacco è stato portato da De Greef ma quello vincente è stato quello di Vandewalle, alla cui ruota si è portato prontamente un Gavazzi che già nelle fasi precedenti appariva molto in palla; i due hanno tirato dritto fino al traguardo e il valtellinese ha avuto con grande facilità la meglio sul belga, riportando l’Italia sul gradino più alto del podio in una grande corsa a tappe dopo la vittoria di Capecchi nella 18a frazione del Giro in quel di San Pellegrino Terme. 3° a 10” è arrivato Geniez davanti a Sijmens, Montaguti, Gustov, Oroz e Rodriguez mentre il gruppo regolato da Geschke (Skil-Shimano) ha chiuso con un distacco di 7′42”.
Nulla cambia in classifica generale con Cobo che mantiene un vantaggio di 13” su Froome, 1′41” su Wiggins, 2′05” su Mollema e 3′48” su Menchov. La 19a tappa, significativa perchè la Vuelta tornerà nei Paesi Baschi dopo 33 anni di assenza, potrebbe però essere molto più insidiosa di quella che l’ha preceduta: i 158,5 km che da Noja porteranno a Bilbao prevedono infatti nel finale la doppia scalata dell’Alto del Vivero, salita di 4,2 km con una pendenza media intorno al 9% e l’ultimo scollinamento a soli 14 km dal traguardo.
Marco Salonna