COBO – FROOME, DUELLO AL SOLE

settembre 7, 2011
Categoria: News

Entusiasmante testa a testa tra i primi due della classifica generale sulla salita di Pena Cabarga, traguardo della 17a tappa. A spuntarla è il britannico, che brucia sul traguardo lo spagnolo e si porta a soli 13’’ dalla maglia rossa. Ormai distanti tutti gli altri: Wiggins resta 3°, ma staccato di 1’41’’; Mollema si avvicina al podio, 4° a 2’05’’, mentre Menchov sale in 5a piazza, a 3’48’’. Ancora in difficoltà Nibali.

Foto copertina: Chris Froome celebra la vittoria a Pena Cabarga; in secondo piano, uno stremato Cobo china il capo di fronte allo sprint del rivale (foto AFP)

Forse i nomi dei protagonisti impediranno alla sfida di restare scolpita nella memoria degli appassionati di ciclismo, e il disegno piuttosto insipido della terza settimana le negherà un palcoscenico degno, ma il duello Chris Froome – Juan José Cobo promette di regalare un finale di Vuelta altamente spettacolare, specie ora che il britannico si è liberato dell’ingombrante presenza di Bradley Wiggins, capitano designato alla vigilia, sempre 3° ma ora distante dalla maglia rossa.
Come già negli ultimi chilometri dell’Angliru, anche sulla salita di Pena Cabarga, teatro dei durissimi 6 km finali della 17a tappa, il Team Sky ha infatti consentito al 26enne nativo di Nairobi di giocare le sue carte, rivelatesi alla fine assai migliori di quelle del 4° classificato del Tour 2009. Al pari di Joaquin Rodriguez dodici mesi fa, Froome ha atteso l’ultimo chilometro per mettere il naso fuori da un gruppo giunto sostanzialmente compatto ai piedi dell’ascesa conclusiva, non particolarmente allarmato dalla fuga ordita da Chavanel, Van Avermaet, Kaisen, Bonnafond, Petrov e Frohlinger, comunque rintuzzata senza particolari patemi.
A produrre la prima selezione hanno provveduto gli uomini Euskaltel e Rabobank, prima che Daniel Martin lanciasse la prima vera offensiva, imitato e raggiunto quindi da Marzio Bruseghin e Chris Anker Sorensen. A far definitivamente esplodere il plotoncino dei migliori, già ulteriormente scrematosi sotto i colpi del ritmo di Denis Menchov, è stato invece Jurgen Van den Broeck, prodottosi in due allunghi, il secondo dei quali all’imbocco dei micidiali ultimi 1500 metri. Alla reazione di Mikel Nieve ha fatto seguito l’attacco in prima persona del capoclassifica Cobo, al quale solamente Froome è riuscito a resistere. Con Wiggins ormai attardato, il secondo della generale ha rotto ogni indugio residuo, accelerando a sua volta in faccia alla maglia rossa, costretta a cedere una manciata di metri.
Quando però già si iniziavano a fare calcoli con abbuoni e distacchi reali, per capire quanti secondi il britannico dovesse mettere fra sé e Cobo, la sagoma snella dell’iberico è tornata a materializzarsi nella scia del battistrada, forse neppure resosi conto dell’imminente rientro dell’avversario. La rimonta si è concretizzata ad un’ottantina di metri dal traguardo, quando l’inerzia del confronto è tornata però a ribaltarsi. Froome ha infatti trovato da qualche parte le energie per rilanciare nuovamente l’andatura, sfilare all’interno un Cobo probabilmente colto di sorpresa, e scavare in poche pedalate quel minimo di divario necessario a far registrare un gap di 1’’ tra sé e il rivale sulla linea bianca. Un secondo prezioso soprattutto per il morale, ma che riduce ulteriormente un distacco che in graduatoria cala ora ad appena 13’’.
L’impressione è che si sia ormai ridotta a questi due nomi la rosa dei papabili vincitori della Vuelta, alla luce del distacco di 39’’ accusato da Bradley Wiggins, passivo non certo apocalittico in assoluto, ma pesante nell’ottica di una generale estremamente compatta, e delle poche serie asperità che attendono i corridori negli ultimi giorni. Risulta infatti difficile pensare che il tri-olimpionico possa rimontare nelle prossime tre frazioni, nervose ma tutt’altro che proibitive, i 101 secondi che lo separano dalla vetta, e ancor meno convincente sembra ormai la candidatura di Mollema, 3° al traguardo a 21’’ e 4° in generale a 2’01’’. Tagliati fuori quasi certamente tutti gli altri, con Menchov, Monfort, Nibali, Van de Broeck, Moreno e Nieve a completare nell’ordine una top 10 ancora in evoluzione, in cui forse nessuno – tranne il belga – può essere davvero soddisfatto.
Fra le tre giornate di media montagna che potrebbero dare modo a Froome di vestirsi di rosso, cancellando il rammarico per i tanti giorni spesi al servizio di Wiggins, quella di domani appare la meno invitante, in virtù dei 31 km che separano la vetta del Puerto de Fuente las Varas, ultimo e non proibitivo colle di giornata, dal traguardo di Noja. Da parte di Cobo sarà comunque necessaria la massima attenzione, specie nel caso in cui qualcuno volesse provare l’attacco della disperazione per riaprire almeno il discorso podio. Potrebbe bastare un nonnulla per rovesciare le sorti di un duello che sembra avere ancora molto da dire.

Matteo Novarini

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