UNA VITTORIA AL COBO

settembre 4, 2011
Categoria: News

Già secondo ieri a La Farrapona, Juan José Cobo domina sull’Alto de Angliru, staccando tutti e strappando ad un Bradley Wiggins in difficoltà la maglia rossa di capoclassifica. A 48’’ Poels, Menchov e Froome, con quest’ultimo che scavalca il suo capitano ed è ora 2° a 20’’ dal leader. Crolla definitivamente Vincenzo Nibali, che perde 2’37’’ e dice definitivamente addio alle residue speranze di bissare il successo dello scorso anno.

Foto copertina: Juan José Cobo trionfa nella nebbia dell’Alto de Angliru (foto AFP)

Le gerarchie della Vuelta 2011 cambiano nei suoi 7 km più impegnativi, gli ultimi della scalata all’Alto de Angliru, prese a picconate dalla pedalata agile e sempre composta di Juan José Cobo, cantabrico scopertosi campione a 30 anni. Né un sempre più in difficoltà Vincenzo Nibali, né il finora solidissimo Bradley Wiggins, né quel Mollema che a La Covatilla pareva aver gettato le basi per dare l’assalto alla maglia rossa sono riusciti a reggere il passo dell’indemoniato spagnolo, che ha cambiato marcia non appena le pendenze della montagna più attesa della corsa sono passate da impegnative a proibitive.
Ormai archiviata da tempo la fuga del mattino orchestrata da Champion, Talansky e Geschke, e annullate senza particolari patemi le offensive di Frank, Bruseghin, Martin, Moncoutié e Sastre sull’Alto del Cordal, il dorsale 61 di Cobo è rimasto nascosto nel gruppo nella prima metà dell’ascesa finale, adeguandosi al passo discreto ma nulla più imposto da Team Sky e Liquigas, con Sastre, Anton, Barredo, Martin e Inxausti evasi a varie riprese, ma il solo basco capace di guadagnare una manciata di secondi. Non appena le rampe hanno preso a farsi più aspre, però, l’uomo Geox ha trovato il coraggio di prendere in mano la situazione, e di iniziare subito a martellare un ritmo non forsennato, ma estenuante nella sua continuità.
Inizialmente pronto nel guadagnare la ruota dell’iberico, Wiggins è così stato in breve costretto a mollare la presa, attendendo il rientro del solito, impagabile Christopher Froome, che ha ancora una volta accettato di sacrificarsi nel ruolo di locomotiva per il tre volte olimpionico su pista. Con Kessiakoff in difficoltà già sul Cordal (oltre 21’ alla fine il suo passivo), e Mollema, Fuglsang e Nibali rimasti attardati al primo cambio di passo, solamente Rodriguez, Martin, il raggiunto Igor Anton, Menchov e Poels hanno provato a mantenersi nella scia della coppia Sky, con soltanto gli ultimi due però in grado di tenere per più di un paio di chilometri. E se il russo – forse il più brillante in assoluto tra gli inseguitori – era costretto ad un atteggiamento passivo dalla presenza di un compagno al comando, l’olandese della Vacansoleil, colto qualche segnale di debolezza da parte del leader, non ha invece avuto timori nell’affondare a 3 km circa dal traguardo la stoccata che ha definitivamente piegato la resistenza della maglia rossa, costringendo il Team Sky a scegliere se lasciare Froome a scortare il capitano o permettergli di giocarsi le proprie carte.
Smentendo le gerarchie interne in vigore per due settimane, rimaste invariate anche quando il meno blasonato dei due britannici si è trovato in rosso, la decisione è stata quella di dare via libera a Froome, che si è così mantenuto alla ruota di Poels e Menchov sino ai 1554 metri dell’arrivo, raggiunto dal terzetto 48’’ dopo il vincitore. Abbandonato a se stesso, Wiggins ha ceduto al trio 33’’, venendo raggiunto nelle battute conclusive dal redivivo Anton, e vedendo ridursi drasticamente anche il margine nei confronti del quartetto Rodriguez – Monfort – Mollema – Lagutin, giunto a 1’35’’. Ancor peggio è andata a Jurgen Van den Broeck e Vincnzo Nibali, attardati rispettivamente di 2’02’’ e 2’37’’, che hanno così detto di fatto addio alle rimanenti velleità di successo, assestandosi ora a 3’58’’ e 3’27’’ in graduatoria da Cobo.
Proprio lo spagnolo, grazie anche ai 20’’ di abbuono, si è issato al comando della generale, e può ora amministrare proprio quei 20’’ nei confronti di Chris Froome, secondo. Ancora in corsa anche Wiggins, staccato di 46’’, distacco che fa sì che il Team Sky possa comunque ancora contare su due punte nell’ultima settimana. Più staccati, e soprattutto apparsi non in grado di rappresentare delle serie minaccia in chiave vittoria finale, Bauke Mollema, ora 4° a 1’36’’, e Maxime Monfort, 5° a 2’37’’, divenuto ora il miglior Leopard in classifica generale, con Fuglsang 7° a 3’06’’, preceduto anche da un Menchov sempre più in crescita (+3’01’’). L’ottimo Poels completa la top 10, alle spalle dei già citati Van den Broeck e Nibali, a 4’13’’.
A dispetto di una terza settimana assai più agevole della seconda, la lotta per il gradino più alto del podio appare ancora aperta ad almeno tre atleti, malgrado le salite brevi e ripide della terza settimana appaiano più adatte alle caratteristiche di Cobo che non a quelle dei diretti inseguitori. Ne è un fulgido esempio il teatro del prossimo capitolo della sfida, quella salita di Pena Cabarga su cui dodici mesi fa Nibali, piazzandosi 2° alle spalle di Rodriguez e approfittando del ritiro del capoclassifica Anton, si vestì per la prima volta di rosso. Un bis, però, sembra purtroppo da escludere.

Matteo Novarini

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