RIBALTONE ALLA COVATILLA: VINCE MARTIN, MOLLEMA IN ROSSO, CEDONO RODRIGUEZ E SCARPONI

agosto 28, 2011
Categoria: News

Si rimescolano le carte nell’arrivo in salita della Castilla y Leon con Purito e il marchigiano che cedono rispettivamente 50” e 1′48” all’olandese della Rabobank, nuovo leader della Vuelta e 2° di giornata: il successo va all’irlandese della Garmin mentre Wiggins e Nibali offrono una prova di forza nel finale e si candidano a conquistare la leadership nella crono di Salamanca.

Foto copertina: Martin primo in vetta alla Covatilla (foto Bettini)

La 9a tappa della Vuelta, 183 km da Villacastin a La Covatilla al termine di un’ascesa finale di 18 km con punte del 12% negli ultimi 8 dove in passato si sono imposti Santiago Blanco, Cardenas e Di Luca, era quella che avrebbe dovuto sancire i veri rapporti di forza tra i pretendenti al successo finale che fin qui si sono dati battaglia solo in arrivi su brevi strappi come a Valdepeñas de Jaen e San Lorenzo de El Escorial mentre la lunga ascesa di Sierra Nevada non ha lasciato il segno: dopo le scaramucce iniziali, in cui si è distinto il nostro Montaguti (Ag2r) che passando in testa al Puerto de la Cruz de Hierro affrontato dopo appena 8 km si è assicurato il primo posto provvisorio nella classifica degli scalatori, le acque si sono calmate con la lunga fuga di Toribio (Andalucia), Ligthart (Vacansoleil), Keizer (Skil-Shimano) e dello stakanovista Lang (Omega Pharma), già in gara a Giro e Tour, che hanno guadagnato fino a 10′30” nel lungo tratto vallonato ma pianeggiante che portava a Bejar, la cittadina posizionata ai piedi della salita finale che ha dato i natali a Roberto Heras. Alla Katusha della maglia rossa Rodriguez la fuga stava benissimo ma le cose sono cambiate quando a circa 50 km dal traguardo le maglie blu-fucsia della Lampre di Scarponi e successivamente quelle arancioni di un Anton rinfrancato dopo il 6° posto di ieri hanno fatto la loro comparsa in testa al gruppo che ha iniziato a recuperare rapidamente terreno nei confronti dei fuggitivi rimasti in due per l’allungo di Lang e Ligthart, la cui sorte era comunque segnata.
Lungo i primi 10 km pedalabili dell’ascesa finale il tedesco ha distanziato il campione olandese mentre dietro Katusha, Lampre ed Euskaltel continuavano ad alternarsi al comando ma quando erano davanti gli uomini di Tchmil l’andatura rallentava, segno che Rodriguez non era in grande giornata. Il primo ad accendere la miccia, poco dopo il ricongiungimento di quel che restava del gruppo con Lang, è stato Taaramae (Cofidis), distanziato di oltre un’ora in classifica, ma subito dopo si è mosso anche Scarponi seguito da Van den Broeck (Omega Pharma), Pardilla (Movistar) e Cobo (Geox) e poi anche da Nibali (Liquigas): la non eccessiva durezza della tappa nel suo complesso e il forte vento contrario presente lungo la scalata hanno comunque fatto sì che fosse difficile fare la differenza e gli altri uomini di classifica sono tornati sotto, ad eccezione però di Anton, Sastre (Geox) e Moreno (Katusha), che alla vigilia era 2° nella generale dietro a Rodriguez, che hanno perso contatto.
Dopo un primo assaggio di Nibali, voglioso di rifarsi dopo i secondi persi ieri, il successivo attacco è stato portato a 5 km dal traguardo da Daniel Martin (Garmin), alla cui ruota si è portato il connazionale e cugino Roche (Ag2r); il figlio del grande Stephen però non ha retto il ritmo e, dopo un nuovo tentativo infruttuoso di Scarponi, è stato il messinese a portarsi su Martin mentre nel gruppo inseguitore a prendere il comando delle operazioni è stata la Sky con uno strepitoso Froome e Wiggins: l’azione dei britannici ha fatto sì che Nibali e Martin rimanessero a tiro e soprattutto che prima Scarponi, poi il 3° della generale Fuglsang (Leopard) e poi anche Rodriguez insieme a Nieve (Euskaltel) e Kruijswijk (Rabobank) rimanessero staccati dai migliori.
A poco più di 1 km dal traguardo Nibali e Martin sono stati raggiunti da Froome e Wiggins, al cui ritmo avevano resistito i soli Cobo, Mollema (Rabobank) e Van den Broeck: anche il belga successivamente ha ceduto e gli altri 6 si sono giocati il successo in volata, con il 25enne irlandese che dopo essere stato 3° a Sierra Nevada si è confermato molto veloce e ha avuto la meglio su Mollema mentre Cobo, ritrovato dopo due stagioni difficili, ha chiuso 3° a 3”, Wiggins che ha badato soprattutto a guadagnare terreno sui rivali 4° a 4”, la grande rivelazione Froome 5° a 7” e Nibali che ha pagato qualcosa nel finale 6° a 11”, appena davanti a Taaramae, Menchov (Geox), Zubeldia (Radioshack) e l’ottimo Kessiakoff (Astana) che rinvenivano da dietro e hanno chiuso con un ritardo di 12”. I distacchi sono stati in ogni caso piuttosto limitati con Van den Broeck a 19”, Nieve, Kruijswijk e Chris Soerensen (Saxo Bank) a 41”, Roche a 47” e Rodriguez a 50” in compagnia di Moreno, che nel finale ha aiutato il capitano a contenere i danni, Fuglsang e Bruseghin (Movistar): hanno pagato dazio più pesantemente invece Brajkovic (Radioshack) che ha perso 1′27”, Scarponi in grande crisi nel finale a 1′50” insieme ad Anton e Sastre che ha perso 2′03”: proprio i due spagnoli che accusavano già un ritardo di oltre 3′ sembrano ormai tagliati fuori dalla lotta per i primi posti mentre l’atleta di Filottrano avrà la possibilità di rientrare in gioco se ritroverà le buone sensazioni delle giornate precedenti.
La classifica generale rimane molto corta con Mollema che conquista la maglia rossa per appena 1” su Rodriguez, 9” su Nibali, 18” su Kessiakoff, 27” su Van den Broeck, 35” su Moreno e 37” su Fuglsang: al 13° posto a 1 minuto esatto troviamo Wiggins e proprio il britannico, alla luce delle sue doti nelle prove contro il tempo e della dimostrazione di forza data salendo verso La Covatilla, potrebbe essere il nuovo leader al termine della 10a tappa, una cronometro pianeggiante di 47 km da Salamanca a Salamanca in cui Nibali dovrà guadagnare sugli altri avversari diretti e in cui anche Brajkovic e Menchov, distanziati attualmente di oltre 2′ da Mollema, potrebbero rientrare in gioco mentre per quanto riguarda il successo di tappa saranno i soliti Cancellara e Tony Martin a contrastare Wiggins.

Marco Salonna

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