I MISSILI KATUSHA FANNO BARCOLLARE NIBALI
Al termine di una grande azione di squadra durata tutta la giornata Rodriguez e Moreno fanno la differenza sul muro di Valdepeñas de Jaén conquistando 1° e 3° posto mentre il siciliano dopo aver tentato di replicare cede negli ultimi metri e arriva con 11” di ritardo. Bene Poels 2° e Scarponi 5°, ancora in difficoltà Anton mentre Chavanel salva la maglia rossa per 9”.
Foto copertina: è il “Purito” il più lesto sul tremendo muro di Valdepeñas de Jaén (foto AFP)
La quinta tappa della Vuelta, 187 km da Sierra Nevada a Valdepeñas de Jaén, si è snodata lungo un percorso caratterizzato da continui saliscendi e da un finale identico a quello di un anno fa, con la scalata dell’Alto de Valdepeñas la cui vetta era posizionata a 8 km dalla conclusione e gli ultimi 1300 metri in salita con pendenze che arrivavano addirittura al 27%. A differenza che nella giornata di ieri i corridori sono partiti a spron battuto e in tantissimi, tra cui Nieve (Euskaltel), Machado (Radioshack), Lemevel (Garmin), un Taaramae (Cofidis) uscito già di classifica e il nostro Gavazzi (Lampre) hanno tentato la fuga ma il gruppo, del quale non faceva più parte un Cavendish (Radioshack) che dopo essere apparso lontanissimo dalla miglior condizione nelle prime tappe ha abbandonato la Vuelta, ha dato il via libera solo al km 54 quando hanno preso il largo Albasini (Htc) e Slagter (Rabobank), raggiunti in seguito da un gruppetto con Taaramae, il nostro Malacarne (Quickstep), Madrazo (Movistar), Frohlinger (Skil Shimano), Palomares (Andalucia) e Sagan (Liquigas), che consapevole di non potersi giocare il successo di tappa in un testa a testa con gli uomini di classifica ha preferito giocarsi la carta dell’azione da lontano. Il gruppo tirato dalla Quickstep e soprattutto dalla Katusha di Rodriguez, chiaro favorito di giornata malgrado un anno fa fu solo 4° nella tappa vinta da Anton davanti a Nibali, non ha comunque lasciato più di 2 minuti ai battistrada e ai piedi dell’Alto de Valdepeñas la fuga è stata annullata, con Albasini, Madrazo e Frohlinger ultimi ad arrendersi.
Lungo la scalata Nibali ha lanciato la sfida a Purito mettendo i suoi uomini in testa a tirare in alternanza con quelli della Katusha e il gruppo si è ridotto a una sessantina di unità con tutti i migliori compreso Anton che però arrancava nelle ultime posizioni; l’andatura non era comunque forsennata e ne hanno approfittato prima Dyachenko (Astana) e poi Moncoutiè (Cofidis), che ha raggiunto e superato il kazako e ha scollinato in vetta con 30” sul gruppo, iniziando la caccia alla sua 4a maglia a pois consecutiva alla Vuelta. Il 36enne francese ha retto bene anche nella successiva discesa ma nel tratto di pianura che precedeva gli ultimi 1300 metri di salita ha dovuto arrendersi al ritorno del gruppo avvenuto grazie in particolare alle poderose trenate di Karpets (Katusha), già molto a suo agio su queste strade un anno fa.
A prendere in testa il muro finale è stato un generosissimo Capecchi (Liquigas) ma a fare la differenza è stato il vincitore di ieri Moreno (Katusha) che ha imposto un ritmo impressionante al quale hanno retto solo Rodriguez, Nibali e un sorprendente Poels (Vacansoleil), comunque già a suo agio in arrivi simili alla Tirreno-Adriatico; improvvisamente però anche il siciliano ha ceduto di schianto ed è stato raggiunto dagli inseguitori mentre Rodriguez a 400 metri dall’arrivo è partito secco e ha lasciato sul posto gli altri, tagliando il traguardo con 4” Poels, 5” sullo straordinario Moreno e 7” su Mollema (Rabobank), un positivo Scarponi (Lampre), il miglior Zubeldia (Radioshack) visto negli ultimi anni, Fuglsang (Leopard), Roche (Ag2r), Van den Broeck (Omega Pharma) e Kessiakoff (Astana): un buco formatosi alle loro spalle ha fatto sì che Nibali arrivasse a 11” in compagnia tra gli altri di Nieve (Euskaltel) e di un Menchov (Geox) in ripresa mentre Brajkovic (Radioshack), Wiggins (Sky) e Bruseghin (Movistar) hanno accusato un distacco di 20”. Si è difeso con i denti Chavanel giunto a 31” appena dietro a un deludente Daniel Martin (Garmin) mentre non sembra proprio essere la Vuelta di Anton che si è staccato fin dai primi metri dell’ultimo strappo e ha perso 57” che vanno a sommarsi al minuto e mezzo lasciato a Sierra Nevada.
In classifica generale Chavanel conserva la maglia rossa con 9” su Moreno, 23” su Rodriguez, 25” su Fuglsang e 33” su Nibali mentre Bruseghin è 10° a 52” e Scarponi 15° a 57”; le prime posizioni non dovrebbero variare nella sesta tappa, 193,4 km da Úbeda a Córdoba, che presenta però a 20 km dalla conclusione la scalata dell’Alto del Catorce por Ciento, che pur non essendo così impegnativo come dice il nome sarà comunque sufficiente per tagliare fuori i velocisti puri e dare spazio a quelli che sanno tenere in salita, sempre che non vada via una fuga come nella tappa di Totana vinta da Lastras.
Marco Salonna