MATTEO AZZECCA IL TENTATIVO B(U)ONO
Dopo cinque giorni vissuti nell’anonimato dai nostri portacolori, Matteo Bono conquista la quinta tappa dell’Eneco Tour, bruciando sul traguardo di Genk i compagni di fuga Renev e Ovechkin. I tre hanno resistito per pochi metri al ritorno del gruppo, il cui rientro è parso a lungo scontato. Nessun vero attacco da parte degli uomini di classifica, che hanno rimandato lo scontro a domani.
Foto copertina: Matteo Bono alza le braccia sul traguardo di Genk (foto enecotour.com)
Dopo un prologo e quattro tappe a dir poco incolori, il ciclismo italiano si risveglia all’improvviso nella quinta frazione, 189 km con partenza ed arrivo a Genk, e lo fa grazie a Matteo Bono, uomo di fatica che non festeggiava una vittoria da quattro anni. Per tornare al successo, il 27enne della Lampre – ISD ha saputo azzeccare la prima fuga andata a buon fine in questo Eneco Tour, andandosene in compagnia di Artem Ovechkin (Katusha) e Sergey Renev (Astana), e resistendo al rientro di un gruppo che è a lungo parso in grado di acciuffare i coraggiosi non appena lo avesse voluto.
Il ritmo molto sostenuto mantenuto dal plotone sugli ultimi saliscendi di giornata, tra i 40 e i 30 km al traguardo, sotto l’impulso degli uomini del Team Sky e di qualche offensiva mai veramente temibile (Vansummeren e Boom tra i più attivi), aveva infatti consentito ai velocisti di portarsi a poco più di un minuto dalla testa della corsa, lasciando immaginare il terzo epilogo a ranghi compatti, dopo i due dominati da Greipel in apertura. Il distacco è però rimasto sostanzialmente immutato per svariati chilometri, iniziando a calare sensibilmente soltanto negli ultimi 10 km, ma non quanto sarebbe stato necessario per colmare il divario. Forse anche indebolite dalle tante salitelle affrontate nella fase centrale della frazione, e fiaccate da condizioni atmosferiche assai complicate, con pioggia e vento lungo quasi tutto il tracciato, le formazioni degli sprinter hanno infatti palesato subito la loro incapacità di prendere in mano decisamente la situazione, con compagini diverse che si alternavano rapidamente al comando. A riprova della velocità relativamente bassa, alcuni corridori sono anche riusciti ad evadere nelle battute conclusive, pur senza poi dare grande seguito ai loro tentativi.
Solamente un marcamento esasperato fra i battistrada al momento di lanciare lo sprint avrebbe potuto rimettere in gioco i velocisti, ma la lunghissima, coraggiosa e vagamente suicida progressione prodotta da Renev a 400 metri dalla conclusione ha spento anche l’ultimo barlume di speranza di Greipel e soci. Il kazako, così facendo, ha messo fuori gioco lo stremato Ovechkin, incapace di replicare, ma ha di fatto consegnato il successo nelle mani di Matteo Bono, al quale è bastato scavalcare l’ormai imballato avversario ad una cinquantina di metri dalla linea bianca per tornare al successo dopo oltre quattro anni di astinenza. Per il ragazzo di Iseo si tratta infatti della prima vittoria dal 2007, stagione in cui si era imposto alla Tirreno nella tappa di San Giacomo e al Romandia in quella di Charmey.
Il gruppo è stato regolato da Tomas Vaitkus, cosa che potrebbe far rimpiangere agli uomini Astana, con il senno di poi, la sparata di Renev. Da segnalare come nel finale, a causa di un traguardo in lieve pendenza, qualche frattura all’interno del plotone abbia consentito a Millar e Phinney di ridurre il loro distacco da Boasson Hagen e Gilbert, sempre 1° e 2° in classifica generale, portandolo a 15 e 19 secondi rispettivamente dalla testa. Pensare ad un loro successo resta piuttosto difficile, ma le pendenze non proibitive delle ultime “cotes” della Sittard-Geleen – Sittard-Geleen di domani lasciano l’epilogo dell’Eneco Tour 2011 quanto mai incerto.
Matteo Novarini