COMMENTOUR DE FRANCE: UN TAPPONE D’ALTRI TEMPI

luglio 22, 2011
Categoria: Approfondimenti

La grande impresa di Andy Schleck sul Galibier entra di diritto tra le più belle nella storia del Tour de France, costruita da solo e portata avanti grazie ad uno scatto secco sull’Izoard. Voeckler resiste in giallo e Contador crolla, dicendo ormai addio al sogno doppietta Giro-Tour.

Foto copertina: La fatica dipinta sui volti di Thomas Voeckler e, in secondo piano, di Ivan Basso (foto Roberto Bettini)

E’ arrivato il vero tappone e nessuno può considerarsi deluso. Il Galibier, gigante delle Alpi e del ciclismo francese, ha reso questo Tour finalmente interessante dal punto di vista spettacolare, con la grande impresa ottenuta da Andy Schleck. Altimetricamente il percorso di oggi era già con un quoziente di difficoltà di cinque stelle, e lo show offerto su salite mitiche è stato degno di un grandissimo tappone. La gente sulle strade, i corridori stremati all’arrivo dopo duecento massacranti chilometri spesso oltre i duemila metri d’altitudine; sembra di essere tornati indietro nel tempo e di parecchi anni.
Andy Schleck ha costruito in montagna la sua vittoria più bella. Non ha conquistato la maglia gialla, ma diventa ora un vero pretendente al trionfo finale, nonostante negli ultimi giorni sembrava in calo di condizione fisica. E’ bastato un solo scatto, sull’Izoard, per fare saltare il banco, con il sogno di conquistare quella maglia gialla infranto (forse solo per adesso) a pochissimi chilometri dall’arrivo. Non bisogna però perdere la concentrazione nel riuscire a guadagnare quei 15 secondi che mancano all’obiettivo, e non bisogna sottovalutare uomini come Cadel Evans, che rispetto ai primi tre della generale ha dalla sua la crono di sabato a Grenoble (Voeckler ne sa già qualcosa).
La fatica si è fatta notevolmente sentire, le ultime pedalate erano più affaticate e gli ultimi metri interminabili. Ma davvero bravo è stato anche Voeckler, ancora una volta straordinario lottatore che sta diventando sempre più amato dai francesi, e forse non solo da loro.
Dall’altra parte è Contador che dice ormai addio alla doppietta Giro – Tour tanto sognata dopo il dominio nella corsa a tappe italiana. Izoard e Galibier sono stati per lui un inferno, forse per il riacutizzarsi di quel dolore al ginocchio che tanto lo ha infastidito, tanto da vedere lo spagnolo spesso in coda al gruppo.
Ed ora l’Alpe. Già giudice di diverse edizioni del Tour, sarà forse anche quest’anno decisiva, in una frazione molto corta, ma micidiale. Tre durissime salite in soli 109 chilometri che faranno, come oggi, la storia di questa Grande Boucle, e chissà davvero a che spettacolo andremo incontro.

Andrea Giorgini

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