E SCHLECK JR. RITROVO’ IL CORAGGIO: CAPOLAVORO SUL GALIBIER

luglio 21, 2011
Categoria: News

Impresa di Andy Schleck nella seconda frazione alpina: il lussemburghese attacca sull’Izoard ad oltre 60 km dall’arrivo, sfrutta il supporto di un eccezionale Monfort e vince in solitaria in vetta al Galibier con oltre 2’ sul fratello Frank, 2°. Si salvano Cadel Evans, 3° a 2’15’’, e Thomas Voeckler, 5° a 2’21’’. Crollano Contador, staccato alla fine di 3’50’’, e Samuel Sanchez, attardato addirittura di 4’42’’. Buone prove di Basso e Cunego, 4° e 7°.

Foto copertina: Andy Schleck grida la sua gioia sul traguardo del Galibier (foto AFP)

Se qualche giorno fa ci scagliavamo contro le tattiche esasperatamente attendiste dei fratelli Schleck sui Pirenei, era anche e soprattutto perché le qualità dei lussemburghesi, quando riescono a mettere da parte i loro complessi di inferiorità e il vizio di correre l’uno attaccato all’altro, sono sotto gli occhi di tutti. Neppure il loro più acceso sostenitore poteva però immaginare che fossero tali da consentir loro mettere in piedi un’azione come quella imbastita oggi, in parte grazie ad una strategia finalmente azzeccata della Leopard Trek, e soprattutto ad un Andy mai così forte, forse neppure in quel pomeriggio dell’aprile 2009 in cui con l’assolo alla Liegi-Bastogne-Liegi mise a frutto il talento intravisto già al Giro 2007.
L’attacco che ha rivoluzionato il Tour de France è idealmente iniziato, stando alle dichiarazioni rilasciate da Frank Schleck nel dopo-tappa, due giorni fa, quando il fratellino ha deciso di giocare le proprie carte per il successo finale con un attacco da lontano nella frazione del Galibier. Nei fatti, il prologo dell’offensiva è arrivato una quarantina di chilometri dopo il via da Pinerolo, quando Posthuma e Monfort si sono inseriti nella fuga di 19 uomini che ha caratterizzato larga parte della giornata, via via assottigliatasi lungo le rampe di Agnello e Izoard. Il passo non proibitivo del plotone lungo il primo e più impegnativo colle, con la Leopard Trek affacciatasi al comando solo per un breve tratto con Stuart O’Grady, aveva però lasciato immaginare – specie alla luce del precedente di Plateau de Beille – un’altra frazione all’insegna del marcamento a vista fino all’ascesa finale, almeno finché Jens Voigt non ha prodotto la violenta trenata che, sulle prime rampe dell’Izoard, è parsa preannunciare un’imminente svolta.
Svolta che è poi effettivamente giunta attorno a metà salita, quando Andy Schleck ha cambiato seccamente ritmo, senza che nessuno avesse il coraggio di unirsi a lui in un volo di oltre 60 km. Non solo, ma nessuno è riuscito anche solo a prendere in mano le redini del gruppo, limitando il divario dallo scatenato lussemburghese, il cui vantaggio è lievitato in pochi chilometri fino a raggiungere i 2’14’’ registrati in vetta. Una vetta poco dopo la quale Andy, che aveva perso già sulla salita Posthuma, raggiunto troppo presto e staccato ad un paio di chilometri dal GPM, ha trovato per strada un eccezionale Maxime Monfort, capace prima di fare da apripista in discesa al suo capitano – notoriamente non un drago delle picchiate -, e quindi di svolgere un preziosissimo lavoro da locomotiva nei lunghi chilometri di fondovalle tra Briançon e l’attacco dell’ascesa conclusiva.
Proprio grazie al sacrificio di Monfort, Schleck ha potuto approfittare dello scarso numero e delle ancor più scarse energie dei compagni di squadra rimasti agli avversari per dilatare il proprio vantaggio, contro ogni previsione, anche nella temutissima vallata verso il Lautaret, portandolo dai 3’ di Briançon ai 4’20’’ toccati ad una decina di chilometri dalla conclusione, quando ormai il belga aveva esaurito da qualche minuto il suo compito. Per qualche istante si è avuta l’impressione che il divario potesse crescere ancora, allorché in gruppo si è registrata una fase di stallo dovuta essenzialmente al rifiuto della maglia gialla di collaborare all’inseguimento di Schleck. A risolvere la fase di impasse ha pensato però Cadel Evans, che con grande coraggio ha accelerato e guadagnato la testa del drappello dei favoriti, senza mollarla fino all’ultimo chilometro.
Il forcing dell’australiano, malgrado pendenze non proibitive, ha mietuto con il passare dei chilometri vittime decisamente illustri, primi fra tutti i due attaccanti di Gap e Pinerolo: Samuel Sanchez e, soprattutto, Alberto Contador. Il madrileno ha mollato a 3 km circa dalla conclusione, nel momento in cui Ivan Basso ha offerto ad Evans l’unico cambio degli ultimi 10 km; dopo un vano tentativo di riportarsi nella scia dei rivali, l’affanno del campione uscente si è tramutato in un’autentica crisi, costata oltre 1’ e mezzo di ritardo dall’australiano al traguardo nonché, di fatto, il definitivo abbandono di ogni sogno di doppietta Giro-Tour.
Sulla salita che per molti doveva segnare la riscossa del Pistolero, dopo i deludenti Pirenei e l’apparente ripresa dei giorni scorsi, si è invece concretizzata l’impresa più bella della carriera di Andy Schleck, capace di conservare alla fine 2’07’’ di margine sul fratellone, autore di un allungo nel finale che gli è valso un guadagno di 8’’ su Evans e il sorpasso in classifica sul leader BMC, 3° a 2’15’’. Basso, mai in difficoltà ma ancora una volta tenutosi a distanza di sicurezza da qualsiasi proposito di attacco, ha chiuso 4°, a 2’18’’ dal vincitore, precedendo di 3’’ l’altro eroe di giornata, Thomas Voeckler. T-Blanc, che ormai non può neppure più essere definito una sorpresa, ha portato a buon fine l’ennesima stoica difesa della maglia gialla, salvando il primato per 15’’ dall’assalto lussemburghese, scortato ancora una volta dal fido Pierre Rolland, 6° a 2’27’’. Buona anche la prova di Damiano Cunego, 7° a 2’33’’, anche se pure gli attacchi in montagna del veronese continuano ad ammontare alla ragguardevole cifra di 0.
Detto dei 15’’ che separano Voeckler e Schleck jr., restano ancora in corsa per il successo finale anche Frank Schleck, staccato di 1’08’’ e apparso molto brillante sul Galibier, e Cadel Evans, i cui 72’’ di ritardo dalla maglia gialla appaiono interamente colmabili nella cronometro di Grenoble. Crollano rispettivamente a 4’44’’ e 5’20’’ Contador e Sanchez, scavalcati dalla coppia italiana Cunego-Basso, appaiata a 3’46’’.
In chiave frazione di domani, dovrebbero essere ancora i lussemburghesi a correre all’attacco, benché continui a non convincere affatto il loro cast di supporto: anche oggi Gerdemann e Fuglsang hanno mollato quando a scandire il passo erano O’Grady e Voigt, e chissà quanto avrebbe potuto guadagnare Schleck se un ritmo più elevato su Agnello e Izoard avesse tagliato fuori qualche uomo di fatica avversario in più. Entrambi gli Schleck, in ogni caso, partirebbero sulla carta battuti con una classifica analoga a quella attuale alla vigilia della crono. Occorrerà pertanto decidere su quale dei due puntare sull’Alpe d’Huez: se su Andy, davanti ma verosimilmente più stanco dopo l’impresa di oggi, o su Frank, più lontano ma probabilmente con più cartucce ancora da sparare.

Matteo Novarini

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