COMMENTOUR DE FRANCE: TANTI ALLUNGHI, MA TUTTI INUTILI

luglio 17, 2011
Categoria: Approfondimenti

Gli uomini di classifica hanno lanciato solo dei timidi attacchi sulla salita di Plateau de Beille, che nel 1998 lanciò Marco Pantani verso la conquista del Tour. Tra i più brillanti Ivan Basso e Samuel Sanchez, con quest’ultimo che rosicchia preziosi secondi sul brillantissimo Voeckler, sempre in giallo. Perde qualche secondo Damiano Cunego, che ora dovrà fare la voce grossa sulle Alpi. Ma resta in primo piano la grande impresa di Jelle Vanendert, entrato di diritto tra i grandi del Tour 2011.

Foto copertina: un’istantanea della tappa del Plateau de Beille (foto Bettini)

Pochi grandi scossoni oggi verso Plateau de Beille. I grandi cambiamenti che potevamo immaginare, nonostante la enorme difficoltà del tappone pirenaico, non sono arrivati. Alla fine la grande impresa l’ha fatta un belga semisconosciuto in Italia ma che in questo Tour sta ottenendo le maggiori soddisfazioni della sua intera carriera. Jelle Vanendert ha fatto la gara della vita, vincendo dove solo dei fuoriclasse del calibro di Pantani, Armstrong e Contador sono riusciti a trionfare nelle passate edizioni in cui la Grande Boucle salì fin quassù. Ed il risultato ottenuto dal corridore della Omega Pharma – Lotto diventa molto più prezioso dal fatto che la sua ultima vittoria fu nel 2007, e chi trionfò qui in passato avrebbe poi portato la maglia gialla a Parigi.

Se Vanendert ha vinto grazie ad uno scatto singolo ma decisivo, di certo non hanno fatto lo stesso i grandi big. La selezione naturale di una salita del genere ha un effetto minimo e solamente uno scatto secco può far ottenere dei buoni risultati, e ciò non è avvenuto tra di loro. L’unica vera vittima di oggi è stato Damiano Cunego, che non ha retto i continui scatti di Andy Schleck e di Ivan Basso, perdendo quaranta secondi e due posizioni nella classifica generale. Mentre continua il grande momento di Samuel Sanchez, l’unico che con un solo scatto è riuscito a lasciarsi dietro gli avversari più importanti: ma la prova d’orgoglio del grande Thomas Voeckler è un altro segnale che l’alsaziano vuole tenersi quella maglia gialla a lui tanto cara, e sarà un osso duro nei prossimi giorni, sebbene la cronometro a Grenoble non sia per nulla a suo vantaggio.
Ora si riparte in direzione Alpi: saranno i giganti di questo Tour su cui uomini altrettanto grandi faranno scoppiare i botti finali prima della conclusione sui Campi Elisi. Parigi si avvicina, le Alpi ancora di più.

Andrea Giorgini

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