COMMENTOUR DE FRANCE: THOR, VICHINGO PIRENAICO
luglio 15, 2011
Categoria: Approfondimenti
E’ l’impresa del campione del mondo il fatto del giorno nella seconda tappa di montagna del Tour. Analizziamo la storia del fuoriclasse di Grimstad Thor Hushovd, dai primi passi fino allle ultime grandi vittorie della sua carriera, ricca di successi che lo hanno catapultato tra i più forti ciclisti scandinavi di sempre.
Foto copertina: Thor Hushovd sul podio di Lourdes (foto Bettini)
Il nome Thor fa parte della storia e della cultura nordeuropea essendo il Dio del tuono per la popolazione vichinga, da cui poi è stato preso spunto per numerose trasposizioni letterarie e cinematografiche. Ed è un nome entrato da qualche anno tra i grandi miti del ciclismo contemporaneo, grazie a Thor Hushovd.
Nato nel 1978 a Grimstad, città che ha dato i natali anche a Dag Otto Lauritzen, primo norvegese vincitore di una tappa al Tour de France nel 1987, è cresciuto sportivamente praticando lo sci di fondo, lo sport nazionale del suo Paese, insieme al fratello maggiore, passando poi al ciclismo. Il talento di Thor si nota da subito nelle categorie giovanili in cui vince immediatamente titoli nazionali, passando dilettante nel 1998. Diventò professionista nel 2000 militando per ben otto stagioni nella Credit Agricole, e al secondo anno da prof si aggiudica il campionato nazionale a crono e il primo successo di tappa alla Grand Boucle. Negli successivi arrivano altri trionfi dove spiccano tappe al Giro del Delfinato, al Giro d’Italia, alla Vuelta e la Gand Wevelgem nel 2006 oltre ad altri titoli nazionali sia a crono che in linea. Il passaggio nel 2009 alla Cervelo Test Team gli consente di ottenere altri grandi risultati: in quell’anno vince la tappa di Barcellona conclusasi sulla salita di Montjuic, e la classifica finale a punti del Tour de France, ma è il 2010 l’anno della sua consacrazione grazie all’ennesimo titolo nazionale a crono, la tappa di Arenberg al Tour, quella di Murcia alla Vuelta e il titolo mondiale in linea a Geelong.
Quello di oggi a Lourdes è un altro tassello che si aggiunge a questa straordinaria carriera: nonostante le sue doti di passista molto veloce, è stato bravissimo a tenere bene su un mitico colle pirenaico come l’Aubisque, sfruttando poi la discesa e la pianura degli ultimi chilometri nel rincorrere il francese Roy, raggiunto e superato a velocità tripla a tremila metri dall’arrivo. Un Tour splendido per il norvegese finora, sigillato anche dai sette giorni passati brillantemente in maglia gialla.
Il Thor di oggi non sarà più il Dio del tuono, ma è diventato un mito per gli sportivi norvegesi: e forse non solo per loro.
Andrea Giorgini