LA PRODEZZA DI RUI COSTA NEGA IL BIS A GILBERT

luglio 9, 2011
Categoria: News

Il fuoriclasse belga stacca tutti sulla salita di Super-Besse, ma non riesce a raggiungere il 24enne portoghese della Movistar, facente parte della fuga del mattino, che conserva 12’’ di margine. Un granitico Thor Hushovd resiste anche oggi in maglia gialla, giungendo assieme ai grandi della classifica. Vinokourov attacca sul penultimo colle, ma cede di schianto nell’ultimo chilometro, dopo essere stato per alcuni chilometri anche maglia gialla virtuale, e giunge a 15’’, insieme agli altri big.

Foto copertina: Rui Costa taglia in solitaria il traguardo di Super-Besse (foto AFP)

Si è risolta in un sostanziale nulla di fatto la prima tappa sul Massiccio Centrale del Tour 2011, con i big giunti quasi tutti compatti e senza offensive convinte e convincenti da parte di aspiranti alla maglia gialla di Parigi. Non per questo la frazione merita tuttavia di essere archiviata come anonima o insignificante; anzi, è parso qua e là di poter cogliere qualche segnale sulla condizione degli uomini di classifica, passibile in ogni caso di smentita o di conferma già a partire da domani.
È tuttavia più che mai doveroso aprire questa cronaca non sui soliti noti, ma sul 24enne portoghese Rui Costa, nome che diceva sino ad oggi qualcosa esclusivamente o quasi agli appassionati di calcio, memori del talentuoso numero 10 di Fiorentina e Milan. L’atleta della Movistar, in realtà già messosi in mostra con risultati quali i due piazzamenti in top 10 ai Mondiali Under 23 di Varese e il successo di tappa al Giro di Svizzera 2010, è definitivamente uscito dallo status di semplice omonimo sotto la pioggia delle solitamente afose strade dell’Alvernia, salutando i compagni di fuga superstiti (Van Garderen, Gautier e Riblon, già avvantaggiatisi rispetto a Zingle, El Fares, Kolobnev, Engels e Zandio) ai piedi dell’ascesa finale, e resistendo ai numerosi tentativi di rimonta da dietro da parte di corridori assai più quotati.
È stato in particolare Alexander Vinokourov a dare per alcuni chilometri l’impressione di poter facilmente fagocitare gli attaccanti della prima ora, grazie ad un’azione ben concertata dell’intera Astana, che ha riportato il plotone ad un paio di minuti dai battistrada e spedito in avanscoperta Paolo Tiralongo sulle prime rampe del Col de la Croix-Saint-Robert, ad una trentina di chilometri dalla conclusione, prima che il kazako evadesse a sua volta dal gruppo e raggiungesse il compagno proprio in vista del GPM. Il duo Astana, trovando per strada la preziosa collaborazione di Juan Antonio Flecha, ma perdendo in un tratto di discesa il possibile supporto di Txurruka, Rolland e Hoogerland, anch’essi scappati sul penultimo colle di giornata, è riuscito a riportarsi ad una trentina di secondi dalla testa ai piedi dell’ascesa di Super-Besse, dando l’impressione che solo un rientro da dietro potesse negare a Vinokourov il quinto successo di tappa in carriera al Tour de France. Malgrado l’iniziale sfuriata che gli ha consentito di issarsi rapidamente in seconda posizione e di mettere nel mirino il portoghese, il kazako non è però mai riuscito a colmare completamente il gap, venendo alla fine respinto dal nuovo inasprirsi dell’ascesa finale negli ultimi 1500 metri.
Con Rui Costa ormai già esultante, è servita soltanto a riappropriarsi della maglia verde la fucilata con cui Philippe Gilbert ha lasciato sul posto il resto del gruppo a 500 metri dalla linea bianca, giungendo a 12’’ dall’eroe del giorno. 3’’ più tardi, è stato Cadel Evans a regolare quel che restava del gruppo degli uomini di classifica, dando ancora una volta l’impressione di essere il più brillante dei papabili vincitori in questa prima settimana di Tour, a dispetto di un paio di accelerazioni poco decise di un Alberto Contador al quale auguriamo di poter cambiare passo con altro piglio sui Pirenei, se davvero ambisce al quarto trionfo parigino. Neppure oggi, però, l’australiano è riuscito a sbarazzarsi dell’ingombrante presenza di Thor Hushovd, capace, contro ogni pronostico, di tagliare di nuovo il traguardo assieme ai big e di conservare il misero secondo che ormai da quasi una settimana gli vale la permanenza in maglia gialla.
Da segnalare, sempre in tema di uomini di classifica, la confortante reattività mostrata da Andy Schleck, sorprendentemente attardato sul Mur-de-Bretagne, e invece oggi sempre pronto a replicare alle accelerazioni di Alberto Contador. Bene Ivan Basso, rimasto con i migliori, e molto meglio dei primi due arrivi a lui adatti anche Damiano Cunego, 7°. Molto meno positivo invece Robert Gesink, che ha probabilmente pagato le conseguenze della caduta di mercoledì, andando in difficoltà già sulla Croix-Saint-Robert, prima di perdere oltre 1’ sull’ultimo GPM.
Quella di domani sarà un’altra giornata consacrata al Massiccio Centrale, con 8 GPM lungo i 208 km da Issiore a Saint-Flour. Una tappa che dovrebbe sulla carta segnare la fine del soggiorno in vetta alla classifica di un Thor Hushovd che potrebbe pagare se non altro il non facile strappo verso il traguardo. Dopo l’ennesima stoica difesa di oggi, però, non vorremmo dover scommettere contro il vichingo.

Matteo Novarini

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